Un “Tavolo” nel giardino per unire culture lontane

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Li salu­tavi per le scale e neanche ti rispon­de­vano; solo dopo abbi­amo capi­to che non era­no male­d­u­cati, sem­plice­mente non capi­vano quel­lo che stava­mo loro dicen­do: conosce­vano solo la pro­pria lin­gua”.
La sto­ria inizia così dall’incomunicabilità vis­su­ta sui pianerot­toli ma anche per le strade del Cotone e del Pogget­to, frazioni storiche del Comune dove col tem­po si sono con­cen­trate diverse famiglie di immi­grati.

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Ecco cosa dice il decreto sull’area di crisi

Ora il decre­to che definisce Piom­bi­no area di crisi com­p­lessa è legge del­lo Sta­to. Molti sper­a­no, molti ne par­lano, prob­a­bil­mente non molti san­no cosa in effet­ti esso det­ti. Infi­nite sono le ester­nazioni, le inter­pre­tazioni, le val­u­tazioni. Noi ci limi­ti­amo ad esporre qui di segui­to solo quel­lo che, in effet­ti, è scrit­to nel provved­i­men­to, indi­can­do, lad­dove ci pare esista la neces­sità, una nos­tra val­u­tazione che tro­verete scrit­ta in cor­si­vo.

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Autorità portuale: presidente o commissario?

Ciò che sta succe­den­do rel­a­ti­va­mente alla nom­i­na del nuo­vo Pres­i­dente del­la Autorità por­tuale di Piom­bi­no è scon­cer­tante sopratut­to sul piano politi­co ed isti­tuzionale.
Il 9 giug­no è scadu­to il manda­to del vec­chio Pres­i­dente, Luciano Guer­ri­eri. Tre mesi pri­ma del­la sca­den­za il Comune di Piom­bi­no, la Provin­cia di Livorno e la Cam­era di Com­mer­cio di Livorno avreb­bero dovu­to inviare al Min­is­tero delle Infra­strut­ture e dei trasporti una ter­na di esper­ti, all’in­ter­no dei quali il Min­istro, d’in­te­sa con la Regione e sen­ti­to il Par­la­men­to, avrebbe potu­to nom­inare il nuo­vo Pres­i­dente che deve essere una per­son­al­ità di mas­si­ma e com­pro­va­ta qual­i­fi­cazione pro­fes­sion­ale nei set­tori del­l’e­cono­mia dei trasporti e por­tuale.

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A lezione d’italiano e Costituzione con il computer

È pos­si­bile assi­cu­rare agli stranieri la conoscen­za del­l’i­tal­iano, dei dirit­ti e doveri fon­da­men­tali, delle risorse ter­ri­to­rio e delle norme riguardan­ti la sicurez­za sui luoghi di lavoro? E in quale modo è pos­si­bile assi­cu­rare queste com­pe­ten­ze a numeri gran­di di uten­ti? Questi sono sta­ti gli inter­rog­a­tivi ai quali ha cer­ca­to di rispon­dere il Prog­et­to stranieri real­iz­za­to dal­la Regione Toscana con il suo sis­tema di web learn­ing TRIO dal 2003 al 2006 che ha inter­es­sato oltre 1200 stranieri (maroc­chi­ni, albane­si rumeni, cine­si e altri).

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Promossi in integrazione, rimandati per il lavoro

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Paolo Benesperi

Sì, si potrebbe dire: «Se questo accade in Val di Cor­nia». Sic­come la Val di Cor­nia è ter­ri­to­rio alle prese ormai da anni con una crisi eco­nom­i­ca gravis­si­ma appare dif­fi­cile com­pren­dere la cresci­ta pro­gres­si­va del­la pre­sen­za degli stranieri, comu­ni­tari o extra­co­mu­ni­tari che siano, eppure ciò è avvenu­to fino a un liv­el­lo sim­i­le alla media provin­ciale e nazionale. In realtà non è poi così dif­fi­cile com­pren­dere questo fenom­e­no per­ché bas­ta pen­sare che la gran parte è cos­ti­tui­ta da badan­ti che pren­dono cura degli anziani non auto­suf­fi­ci­en­ti sem­pre più numerosi e che un’al­tra parte va a lavo­rare dove, anche per man­can­za di gio­vani locali e per rifi­u­to di lavori man­u­ali e pesan­ti, la man­od­opera locale non è pre­sente.

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