SI DISCUTE DEL FUTURO DELLA VAL DI CORNIA sotto UNA COLTRE DI NEBBIA

Contratti, accordi e addendum senza trasparenza

Redazione

PIOMBINO 23 agos­to 2017 – Può apparire impos­si­bile ma sem­bra che il futuro di Piom­bi­no dipen­da da un comu­ni­ca­to stam­pa. Sì per­ché da quel comu­ni­ca­to e solo da quel comu­ni­ca­to illus­tra­ti­vo delle sca­den­ze inserite nel­l’ad­den­dum al con­trat­to del 30 giug­no 2015, sot­to­scrit­to tra la pro­ce­du­ra di ammin­is­trazione stra­or­di­nar­ia del­la Luc­chi­ni e il grup­po Cevi­tal, e delle con­seguen­ze del­la loro vio­lazione in ter­mi­ni di risoluzione del con­trat­to dis­cende il gran dibat­ti­to locale sul­la inadem­pien­ze di Cevi­tal, sul­la cred­i­bil­ità di Rebrab, sul­la neces­sità o meno del­la risoluzione del con­trat­to, sulle idee di pos­si­bili acquiren­ti (in questo caso entra­no in cam­po “fonti autorevoli”) ed anche sul futuro svilup­po eco­nom­i­co del­la Val di Cor­nia.

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MENTRE AFERPI LO INVADE CON LA GRANDE CURVA DEL BINARIO DI MANOVRA

Il Comune, se lo vuole, può salvare il Quagliodromo

Leonardo Mezzacapo

PIOMBINO 20 agos­to 2017 – L’occupazione del Quaglio­dro­mo, con un bina­rio di manovra in cur­va, può essere evi­ta­ta a favore di una soluzione di bina­rio drit­to con scam­bio e doppio sen­so di mar­cia.
Se ad oggi è man­ca­ta da parte di Afer­pi una val­u­tazione tec­ni­ca appro­fon­di­ta, con­tem­po­ranea­mente il Comune di Piom­bi­no, abdi­can­do al ruo­lo di “padrone di casa” forte di un manda­to popo­lare, non ha saputo esercitare un ruo­lo di crit­i­ca e dis­senso, là dove appari­va pri­or­i­taria la tutela del ter­ri­to­rio rispet­to a paven­tate “neces­sità logis­tiche”.
Ma se il Comune volesse lo potrebbe anco­ra fare. L’oc­ca­sione è data dal­la Val­u­tazione Ambi­en­tale Strate­gi­ca (VAS) che deve essere anco­ra approva­ta.

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Presentata come modello di efficienza e invece stava precipitando

Asiu, il brutto anatroccolo che vestirono a festa

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PIOMBINO 13 luglio 2017 — Era il novem­bre 2014 e nel piano indus­tri­ale 2014–2018 di Asiu si pote­va leg­gere che l’azien­da sta­va attra­ver­san­do un peri­o­do di forte ten­sione finanziaria che veni­va scar­i­ca­ta in larga misura sui for­n­i­tori provo­can­do, nel tem­po, cres­cen­ti dif­fi­coltà oper­azion­ali. Si aggiunge­va anche che era ricor­rente il ricor­so, ove con­sen­ti­to dalle vigen­ti norme di legge, ad oper­azioni di ravved­i­men­to oper­oso fis­cale (iva, eco­tas­sa, con­tribu­ti ecc.) che deter­mi­na­vano comunque un mag­gior cari­co di oneri finanziari e sanzioni ammin­is­tra­tive. In altre parole i cred­i­tori pri­vati si paga­vano in ritar­do e cred­i­tori pub­bli­ci pure, in questo caso pagan­do multe. Il ravved­i­men­to oper­oso è pro­prio questo. La stes­sa cosa veni­va ripetu­ta nel­la revi­sione del 31 mar­zo 2015 del piano pro­pos­ta all’assem­blea dei soci.

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sì del cipe aL CONTRATTO ANAS con cui si vuol finanziare la strada

398: passetto avanti ma tempi più che mai biblici

PIOMBINO 8 agos­to 2017 – Il Cipe nel­la sua ulti­ma sedu­ta di lunedì 7 agos­to ha dato il via lib­era al con­trat­to di pro­gram­ma Anas-gov­er­no 2016–2020. Un provved­i­men­to che era sta­to bloc­ca­to a feb­braio scor­so dal min­istro Padoan e che inter­es­sa Piom­bi­no e la Val di Cor­nia per­ché, sec­on­do quan­to ci han­no rac­con­ta­to a luglio (incon­tro all’hotel Cen­trale) il vicem­i­nistro alle infra­strut­ture Ric­car­do Nenci­ni, la sot­toseg­re­taria all’ambiente Sil­via Velo, il diret­tore del­la prog­et­tazione Anas Ste­fano Liani ed il sin­da­co di Piom­bi­no Mas­si­mo Giu­liani, pro­prio in quel con­trat­to è pre­vis­to il finanzi­a­men­to di 50 mil­ioni di euro per la real­iz­zazione dei sospi­rati tre chilometri del­la stra­da 398 da Mon­tege­moli al Gag­no.

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quando la realtà smentisce la retorica dell'economia circolare

Una discarica non è un nuovo modello di sviluppo

PIOMBINO 7 agos­to 2017 — Che una dis­car­i­ca sia il nuo­vo mod­el­lo di svilup­po è assai arduo sosten­er­lo. Lo si può fare, così come fan­no da tem­po sin­daci, asses­sori e diri­gen­ti del mag­giore par­ti­to di gov­er­no del ter­ri­to­rio, ma non si può pre­tendere che sia cred­i­bile. Tan­to più quan­do di nuo­vo c’è ben poco.
È la sto­ria del­la dis­car­i­ca di Ischia di Cro­ciano, data come volano del­l’e­cono­mia cir­co­lare, che oggi rac­coglie rifiu­ti spe­ciali (¹) da ogni dove men­tre i rifiu­ti urbani (¹) van­no a Gros­se­to e Cam­pag­nati­co.

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