Asa non perde il vizio: tariffe dell’acqua aumentate
PIOMBINO 23 giugno 2015 – I cittadini l’appello, costante e reiterato, lo hanno accolto e hanno risparmiato, prova ne è che i consumi dell’acqua potabile sono consistentemente diminuiti. La conseguenza non è stato però un premio assegnato in piazza ai cittadini virtuosi che peraltro nulla si aspettavano dalla loro performance.
Dal momento che, come è evidente, con i consumi sono diminuiti anche gli introiti dalle bollette, Asa, il gestore del servizio idrico, non si è fatto scrupolo di ritoccare le tariffe. Quindi danno e beffa per i cittadini ossequienti agli inviti per contenere gli sprechi.
L’aumento, mediamente il 5 per cento con punte fino al 10, è stato deciso nella Conferenza dell’autorità idrica Toscana Costa, presenti i rappresentanti dei Comuni della Val di Cornia (Lido Francini di Piombino con delega anche per Campiglia, Antonio Russo di San Vincenzo e Giuliano Parodi di Suvereto). Al momento del voto, salvo Parodi, tutti gli altri hanno diligentemente alzato la mano senza che venissero neanche prese in considerazione altre possibilità di recuperare il divario di quattro milioni di euro tra la previsione di incasso di Asa e l’effettivo gettito registrato in bilancio (81 milioni contro 77).
Esclusa la possibilità, indicata da Parodi, di rivedere le spese di gestione e di ridurre qualche investimento non indispensabile”. Neanche esaminati i minori costi che, a fronte di consumi ridotti, il gestore avrà dovuto pur registrare per distribuire l’acqua potabile. Nulla. Solo il modo più semplice ed immediato per far tornare i conti.
L’aumento stona di più se si pensa al momento di difficoltà che stanno attraversando famiglie ed imprese, vessate da infiniti balzelli. E diventa davvero inconcepibile se si considera che fino al 31 dicembre 2016 verrà addebitato nelle bollette il costo di lavori eseguiti nel quinquennio 2008–2013. Roba spuntata fuori dal nulla solo pochi mesi fa, mai digerita dall’utenza e mai sufficiente chiarita.
Infine la vecchia considerazione circa i costi dell’acqua in Toscana ed in provincia di Livorno dove la gestione Asa addossa sugli utenti una spesa annua superiore del 55 per cento rispetto alla media nazionale.
Considerando una famiglia di tre persone con un consumo annuo di 192 metri cubi, un recente studio di Cittadinanzattiva ha calcolato una spesa media in Italia (anno 2014) pari a 355 euro comprensivi dei servizi di distribuzione, di depurazione e fognature, della quota fissa prevista in bolletta e del 10 pere cento dell’Iva. In provincia di Livorno, nelle spesse condizioni, la stessa famiglia paga 552 euro ovvero 197 in più rispetto alla media italiana.
Se consumi meno acqua e sei virtuoso paghi di più. Anche tutto questo è il “MODELLO PIOMBINO”: al posto di aumentare le tariffe dell’ acqua, che è un bene comune, questi signori si spremano le meningi per non aumentarle, si impegnino a gestire al meglio le risorse disponibili, diminuendo gli sprechi, aumentando l’efficienza e, se necessario, i responsabili di Asa si riducano gli stipendi, pensando a tutti i lavoratori in CIG che devono pagare l’acqua “più del Vino”.
Questo è un chiaro abuso di potere fatto nel modo più disgutoso possibile, in quanto noi cittadine non abbiamo alcuna possibilità di scelta per poter cambiare untenza, grazie a quel referendum scellerato di alcuni anni fa in cui sembrava che se avessero prvatizzato i gestori dell’acqua si sarebbe andati incontro a chissà quale danno. Ora che ASA (esempio perfetto di spreco di risorse pubbliche a danno degli utenti), grazie ad amministratori comunali compiacenti, fa quello che vuole in quanto gestore unico, non possiamo protestare perchè abbiamo voluto tutto ciò. Pagate e zitti, d’altra parte i lauti stipendi dei signori del vapore vanno pagati sempre e comunque, mica si possono mettere in cassa integrazione.