Asiu e bonifiche: un matrimonio che non s’ha da fare
PIOMBINO 4 aprile 2015 — Nel futuro dell’ Asiu, sempre secondo il piano industriale presentato, è previsto un ruolo importante nel campo delle bonifiche. È immaginata addirittura una divisione specifica nella nuova azienda nella quale di divisioni ne sono previste quattro. Che questa visione sia sorretta da idee chiare è, però, difficile dirlo.
Seguiamo le affermazioni dello stesso piano.
Il ruolo di Asiu nelle bonifiche è una di quelle assunzioni di base, da verificare successivamente, dalle quali è necessario partire per fronteggiare la grave situazione economica e finanziaria. Per le bonifiche questa assunzione si qualifica nelle seguenti proposizioni:
ASIU è il soggetto attuatore nel settore delle bonifiche per il Comune di Piombino;
l’impiantistica Asiu è a servizio delle bonifiche locali;
Asiu impianti evolve la propria struttura per realizzare in economia opere proprie e bonifiche.
Ma come si passa dall’assunzione all’azione? Cioè, cosa concretamente farà Asiu? Risponde sempre il piano affermando che «gli interventi pubblici attualmente finanziati di cui il Comune di Piombino è soggetto attuatore (Città futura – Ex Discarica Poggio ai venti di servizio), ma anche gli altri interventi previsti sul SIN di Piombino rappresentano un potenziale mercato di riferimento per la piattaforma conglomix nella eventuale conformazione evoluta…e anche per la discarica di Ischia di Crociano a seguito della realizzazione degli ampliamenti previsti. Per altro Asiu dispone di competenze specialistiche nel campo del project management e le convenzioni di committenza assegnate ad Asiu rappresentano già adesso una positiva ottimizzazione dei costi generali della struttura; in futuro, le possibili evoluzioni impiantistiche ed una maggiore strutturazione della divisione potrebbe renderlo un settore strategico. Il possibile sviluppo del settore bonifiche è comunque legato alle decisioni che intenderanno prendere i soci ed in particolare il Comune di Piombino sul cui territorio insiste il SIN in relazione al ruolo che Asiu potrà recitare in qualità di azienda pubblica strumentale agli obiettivi del territorio».
Molta la confusione sotto il cielo.
L’esperienza di Asiu nella gestione e realizzazione delle bonifiche che il Comune di Piombino le ha assegnato direttamente è del tutto fallimentare. Non solo le bonifiche non sono state realizzate ma non si sa nemmeno quando arriverà la fine, se non l’inizio.
La realizzazione e la gestione delle opere per la messa in sicurezza e la bonifica delle discariche di Poggio ai venti è stata assegnata dal Comune di Piombino ad Asiu (per leggere clicca qui) nel giugno 2009 con finanziamenti risalenti al 2006 ma oggi siamo sempre agli interventi di raccolta e depurazione del percolato che fuoriesce dal sito.
La bonifica di “Città futura”è stata affidata (per legger clicca qui), con finanziamenti anch’essi risalenti agli stessi anni, sempre dal Comune di Piombino ad Asiu in quanto «società specializzata nel campo…della realizzazione delle bonifiche di suoli ed inoltre dotata di impianti già idonei al trattamento del materiale da bonificare» ma ad oggi non è ancora approvato il progetto, nel frattempo cambiato, e gli impianti di Asiu (impianto conglomix) non sono certo idonei.
Dunque gli incarichi affidati ad Asiu non sono di committenza ma di realizzazione e l’esperienza è del tutto da farsi nonostante che almeno fino al dicembre 2014 siano stati pagati due consulenti (per leggere clicca qui).
Asiu con lo scorporo della raccolta dei rifiuti urbani e la proprietà degli impianti continuerà a vivere nella contraddizione attuale che è alla base della sua crisi. Se gestisce impianti di cui si serve in convenzione SEI Toscana per lo smaltimento dei rifiuti urbani (a parte che non si capisce perché due aziende e non un unico gestore, ma questo discorso ci porterebbe troppo lontano) può essere parte del ciclo dei rifiuti urbani ma non può andare altre. Se lo fa diventa una società che sta sul mercato e non può essere società strumentale del Comune né per le bonifiche del territorio di competenza e finanziamento del Comune, né può ambire ad essere (per definizione ed imperio) il soggetto attuatore di bonifiche industriali private o pubbliche, così come ci insegna l’esperienza delle bonifiche della falda affidate a Invitalia, con funzione di commttente, non a Asiu, dal Ministero dell’ ambiente. Ma c’è di più. Sempre secondo il piano industriale Tap, società di Asiu e di Lucchini, dovrebbe diventare di nuovo il gestore dell’impianto per la produzione del conglomix e dunque il trattamento dei materiali provenienti dal territorio da bonificare, ammesso che lo facesse Asiu, dovrebbe essere affidato ad una società in cui Asiu ha solo la maggioranza. E questo è un primo problema. Ma ve n’ è un altro. Per trattare materiale di bonifica l’impianto conglomix dovrebbe essere trasformato ma da un lato la trasformazione è legata ad un accordo con Cevital del tutto da costruire e dall’ altro da una serie di azioni che dovrebbero cominciare con una indagine di mercato per passare a uno studio di fattibilità, a un progetto, a una nuova Autorizzazione Integrata Ambientale, alla stipula di contratti com Cevital ed altri soggetti commerciali. Tutto da fare, insomma, con ipotesi di partenza molto aleatorie.
Forse sarebbe il caso che i Comuni proprietari si interrogassero su un simile accidentato percorso e prendessero in considerazione l’ipotesi
da un lato di tornare a fare il loro mestiere, che è quello di progettare ed appaltare la realizzazione delle bonifiche che a loro competono trattandosi di opere pubbliche in senso vero, lasciando libero il campo per la partecipazione alle relative gare a soggetti privati qualificati,
dall’altro di lasciare ai soggetti pubblici e privati titolari di altre bonifiche la libertà di scegliere i modi ritenuti più idonei e sgombrare il campo da inutili commistioni.