Asl toscane: 800 milioni di debiti verso i fornitori

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La san­ità toscana ha deb­iti per 790 mil­ioni 807 mila 884,96 euro nei riguar­di di for­n­i­tori di beni e servizi.
Nei giorni scor­si il “Tir­reno” ha rifer­i­to di 86 mil­ioni di euro dell’Asl di Livorno dei quali  qua­si ottan­ta si riferiscono a prestazioni ero­gate ben oltre il lim­ite di ses­san­ta giorni fis­sato dal­la legge per liq­uidare le fat­ture.
La stam­pa locale all’inizio di giug­no ha denun­ci­a­to gli oltre 30 mil­ioni dell’Azienda di Luc­ca. Scarta­bel­lan­do in Inter­net si riesce a trovare il dato dell’Asl di Firen­ze: 220 mil­ioni con un popo­lazione che però è cir­ca tre volte quel­la del­la provin­cia di Livorno.
Altre Asl viag­giano, chi più chi meno, in queste con­dizioni. Le con­seguen­ze si pos­sono immag­inare: ditte spes­so pic­cole, arti­giani, eser­centi rischi­ano la soprav­viven­za e si vedono costret­ti a ridurre organi­ci e prestazioni.  In qualche caso le loro proteste sono già arrivate all’esasperazione e sono diven­tate pub­bliche, in qualche altro i for­n­i­tori sop­por­tano più o meno silen­ziosa­mente cer­can­do di resistere. Un atteggia­men­to com­pren­si­bile  in un momen­to di scarse commesse, quan­do nes­suno si può per­me­t­tere il lus­so di perdere un cliente che paga quan­do gli como­da ma  almeno il lavoro lo garan­tisce.
Il com­bi­na­to dis­pos­to di una crisi sem­pre più feroce e di una san­ità pub­bli­ca che diluisce a dis­misura nel tem­po il sal­do delle fat­ture sta comunque por­tan­do ad una situ­azione sem­pre meno gestibile.
In questo con­testo l’assessore alla san­ità Lui­gi Mar­roni  ha licen­zi­a­to  domeni­ca un comu­ni­ca­to in rispos­ta alla denun­cia con­tenu­ta nell’articolo del Tir­reno sull’Asl di Livorno:  “La ques­tione del­la cas­sa – ha scrit­to l’assessore — è un prob­le­ma gen­er­al­iz­za­to a liv­el­lo nazionale, che ha molte ragioni, alcune interne, altre esterne. Ma non ci sono ‘buchi’. E comunque la media di paga­men­to del­la Toscana è di 126 giorni di ritar­do: due mesi in più rispet­to ai 60 giorni dovu­ti, ma si trat­ta di una media non cer­to dis­prez­z­abile”.
Sin­ce­ra­mente poco con­so­la se la san­ità di alcune altre regioni è allo sfas­cio con la con­seguen­za che le prestazioni sono liq­ui­date in tem­pi bib­li­ci e cer­tamene lon­tani da quel­li del­la Toscana. E poi, come Trilus­sa inseg­na, la “media” a volte sazia qual­cuno oltre misura e a volte las­cia altri a digiuno: così i 126 giorni di media nascon­dono la realtà di qualche Asl toscana più vir­tu­osa e di qualche altra meno. Vero è che alcu­ni recen­ti arti­coli han­no rifer­i­to, per Livorno e  per alcune altre Asl, un’attesa di 150 giorni. Ma anche pren­den­do per buoni, in modo uni­forme, i 126 giorni res­ta il con­sid­erev­ole impor­to com­p­lessi­vo che si dovrebbe liq­uidare nei tem­pi pre­scrit­ti per dare respiro a chi pro­duce. La frase “una media non cer­to dis­prez­z­abile”, quan­do si è fuori legge di due mesi, la las­ci­amo giu­di­care dai molti che atten­dono di riscuotere per pot­er andare avan­ti.
“La Regione Toscana – ha annun­ci­a­to poi Mar­roni — ha già atti­va­to un piano stra­or­di­nario da 256 mil­ioni per­ché le Asl pos­sano pagare i for­n­i­tori che atten­dono di essere sal­dati e tutte chi­ud­er­an­no in pareg­gio. Siamo par­ti­ti a mar­zo e sti­amo con­clu­den­do i lavori in cor­so. In ogni caso sti­amo affrontan­do da tem­po la ques­tione: abbi­amo con­corda­to co l’assessorato al bilan­cio un piano di paga­men­ti stra­or­di­nario per il peri­o­do che va da mar­zo a set­tem­bre 2013: 256,7 mil­ioni che si aggiun­gono alle usu­ali rimesse men­sili. La Regione, a fine di mag­gio scor­so, ha chiesto al Min­is­tero delle finanze di accedere all’anticipazione di cas­sa per 231 mil­ioni, sul base appun­to del decre­to 35. Le risorse saran­no incas­sate in autun­no. Inoltre, per risol­vere il prob­le­ma di liq­uid­ità che è anco­ra mag­giore negli Estav, si è mes­so mano ai mec­ca­n­is­mi di rimes­sa: tant’è che a mag­gio, per l’Estav Cen­tro, la rimes­sa com­p­lessi­va ha uguaglia­to il fat­tura­to”.
Per la cronaca gli Estav, ovvero gli Enti per i servizi tec­ni­co- ammin­is­tra­ti­vo delle Aree vaste, nati del 2005 dal­la trasfor­mazione dei Con­sorzi di Area vas­ta, sono enti del servizio san­i­tario regionale, dotati di autono­mia ammin­is­tra­ti­va, orga­niz­za­ti­va e ges­tionale e di per­son­ale pro­prio. Col tem­po sono diven­tati soprat­tut­to cen­trali per gli acquisti delle Asl. Gli Estav, come le Aree vaste era­no nati per –parole del­la Regione – “Ren­dere il sis­tema san­i­tario eco­nomi­ca­mente sosteni­bile”. In Toscana esistono tre Estav e ad essi le aziende san­i­tarie si riv­ol­go­no per gli approvvi­gion­a­men­ti con la con­seguen­za che le Asl scon­tano gran parte del deb­ito pro­prio con gli Estav (Livorno cir­ca 47 mil­ioni). L’affermazione finale dell’assessore Mar­roni per quan­to riguar­da l’Estav Cen­tro (Aziende USL Firen­ze, Pra­to, Pis­toia, Empoli; Aziende Ospedaliero-Uni­ver­si­tarie Careg­gi e Mey­er di Firen­ze) chiarisce come il sis­tema pen­sato nel­la sostan­za per con­tenere la spe­sa, si sia riv­e­la­to in Toscana un rime­dio assai peg­giore del male. Per­al­tro sen­za che una  qual­si­asi “Spend­ing review” o un più banale provved­i­men­to pen­sato in lin­gua ital­iana abbia cer­ca­to di super­are una situ­azione che pro­duce i risul­tati appe­na descrit­ti.

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