Aspettando l’impianto per la tempra delle rotaie
PIOMBINO 13 luglio 2019 — Trenta milioni per realizzare il nuovo impianto per la tempra delle rotaie non sono di questi tempi un investimento da poco. Sono un segnale della volontà della Jsw Steel Italia di rafforzare un settore produttivo, da sempre fiore all’occhiello delle acciaierie di Piombino, che va nella direzione di riconquistare spazi su un mercato sempre più aggressivo marciando perlomeno allo stesso passo di altri competitor internazionali.
Sia nell’accordo di programma firmato da Jindal nel luglio del 2018 che nel piano industriale presentato al ministero non è mai emersa la volontà di realizzare un laminatoio per rotaie nuovo, come aveva fatto intravedere, pur senza fare un passo concreto, la precedente proprietà. Al contrario la strategia annunciata a più riprese dalla multinazionale indiana è sempre stata, come prima fase, quella di rilanciare gli impianti esistenti, vista l’impossibilità di recuperare l’ex area a caldo, tentando di scalare un mercato compromesso nei tre anni di gestione Cevital e rendere produttivo quel che è rimasto dello stabilimento.
L’obiettivo finale dichiarato da Sajjan Jindal, una volta riportata a Piombino la capacità di produrre autonomamente acciaio, è semmai quella di spostare la maggior parte della capacità produttiva (oltre 3 milioni con la realizzazione di tre forni elettrici) dai laminati lunghi ai piani. Una scelta che trova le sue ragioni nel ridimensionamento produttivo dell’Ilva di Taranto e nell’entità delle importazioni delle industrie di trasformazione italiane.
La paralisi produttiva che ha caratterizzato la gestione Cevital è stata palesemente sfruttata dai competitor domestici, che pur in questi anni di crisi dell’acciaio, hanno investito in nuovi impianti per la produzione di vergella e barre, rendendo sempre più marginale la produzione di Piombino, che invece resta l’unico produttore italiano di rotaie, una posizione davvero strategica di cui le stesse Ferrovie dello Stato non potrebbero fare a meno. Ripartire dunque dalle rotaie, migliorando ed estendendo la qualità dell’offerta appare la scelta giusta per un’azienda che deve tornare a reggersi in piedi da sola e a ottenere margini di profitto sufficienti a giustificare la sua esistenza.
Se questo è vero, a meno che non si torni a pensare a una siderurgia pubblica, il compito delle istituzioni nazionali e locali dovrebbe essere quello di accompagnare questo progetto di ristrutturazione produttiva e finanziaria delle acciaierie di Piombino. Sulla vicenda specifica del nuovo impianto per la produzione di rotaie invece ancora non c’è chiarezza.
Recentemente il presidente di Jsw Steel Italia, Virendar Bubbar, ha infatti sostenuto che “il 5 marzo scorso, cui è seguito un sollecito il 18 marzo, Jsw ha consegnato al Comune di Piombino l’istanza per ottenere la variante al regolamento urbanistico vigente, contenente gli aspetti programmatici, gli interventi di progetto, il layout generale dell’impianto e le indicazioni di trend del mercato generale che supportano la scelta strategica di procedere con questa implementazione del progetto, Il 18 aprile, seguendo la procedura avvita da Comune e Regione Toscana, Jsw ha implementato la documentazione con la Relazione integrata urbanistica dell’impianto tempra delle rotaie e con il rapporto preliminare alla Vas (Valutazione ambientale strategica)”.
Al contrario il sindaco di Piombino Francesco Ferrari, reduce dall’ultimo incontro al MiSe ha dichiarato: “Siamo disponibilissimi anche ad adottare una variante urbanistica in tempi rapidi per consentirne l’attuazione, ma a condizione che l’azienda presenti un progetto che vada oltre le sei paginette finora presentate”.
A questo punto c’è davvero da domandarsi come stanno le cose. Questa documentazione esiste in qualche ufficio del Comune o si tratta solo di poche generiche paginette in base alle quali non ancora possibile avviare le pratiche per la variante? E se ancora non c’è chiarezza, perché non la si fa rapidamente, almeno su questo punto, dando o negando garanzie a un’azienda che dice di voler investire?