Aspettando il nuovo piano industriale di Aferpi
PIOMBINO 3 marzo 2017 — Aspettando un nuovo piano industriale. E, aggiungiamo noi, che Dio ce la mandi buona. È questo il senso dell’ultima relazione sull’andamento della vendita della Lucchini firmata il 16 febbraio 2017 dal Commissario Straordinario Piero Nardi. Il Comitato di sorveglianza nell’esprimere il proprio parere aggiunge che ci si augura che le iniziative assunte dal Ministero dello sviluppo economico “possano portare al superamento di una situazione che, al momento, rimane comunque molto critica” e segnala che ”l’incombenza di termini impone l’assunzione di decisioni in tempi ravvicinati”.
In realtà il termine è già stato fissato dal ministro Carlo Calenda concludendo il 7 febbraio una riunione alla quale hanno partecipato lo stesso Calenda, Teresa Bellanova, Vice-Ministro dello Sviluppo Economico, Simonetta Moleti e Giampietro Castano dello stesso Ministero, Piero Nardi, Commissario Straordinario di Lucchini e Lucchini Servizi in Amministrazione Straordinaria, Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana, Issad Rebrab, Presidente di Cevital, Aferpi e Piombino Logistics, Said Benikene, CEO di Cevital, e Fausto Azzi, CEO di Aferpi e Piombino Logistics:
“nella seconda metà del mese di marzo sarà presentato da Cevital/Aferpi il nuovo piano industriale e su quella base potranno essere negoziati: a)la garanzia di Fidi Toscana di 20 milioni di lire (sic) su ulteriori finanziamenti bancari; b) lo slittamento dei termini temporali delle obbligazioni contrattuali assunte con la compravendita”.
Per la verità Cevital aveva proposto un incontro nel termine di 3 o 4 mesi per presentare il piano esecutivo di medio termine relativo ai settori logistico, agroindustriale e siderurgico, ma quella è stata la conclusione del Ministro.
Staremo a vedere, ma non c’è che da essere preoccupati anche perché la preoccupazione deriva proprio dalla lettura della relazione Nardi. Una relazione che documenta la lunga sequenza di riunioni, lettere e report via via prodotti da Cevital/Aferpi in ognuno dei quali sempre si riconfermano
- gli impegni presi,
- la validità del piano industriale allegato al contratto di cessione/acquisizione degli impianti di Piombino e contestualmente all’accordo di programma del 30 giugno 2015,
- la necessità che intervenga il sistema bancario,
- la necessità che il sistema istituzionale aiuti l’attuazione del progetto,
- l’indicazione della possibilità di avviare tutte le progettazioni esecutive con conseguenti scelte per la selezione dei fornitori e dell’avvio e della conclusione dei lavori in tempi certi,
- la permanenza della problematica assai critica del finanziamento del circolante e del conseguente ridimensionamento della produzione.
Salvo che a tutto ciòha fatto seguito ben poco.
Una situazione che del resto lo stesso Commissario Strairdinario aveva ben evidenziato quando
- aveva avvertito che “la mancanza di finanziamento del circolante avrebbe portato al fermo delle produzioni con riflessi pesanti sul piano della:
· gestione del contratto di solidarietà dei 2000 dipendenti di Piombino;
· credibilità del piano industriale compromessa per la lunga dilazione sull’avvio della sua realizzazione;
· finanziabilità della società nel periodo di costruzione degli impianti,
e quando
- aveva sollecitato la redazione di uno studio dettagliato e circostanziato per quanto riguarda la siderurgia, la logistica e l’agroindustria indicando come contenuti minimi
— l’ elenco degli investimenti che saranno realizzati;
— le modalità e tempi di realizzazione;
— il valore degli impieghi finanziari per investimenti e capitale circolante;
— le fonti di finanziamento per capitale e debito a lungo e breve termine;
— l’ occupazione prevista ed l’utilizzo di ammortizzatori sociali;
— le differenze rispetto al Piano Industriale allegato all’Accordo di Programma del 30 giugno.2015 con le motivazioni degli scostamenti ed azioni correttive.
Ma aveva anche espresso l’opinione che “solo con l’accordo di Aferpi sarebbe possibile ricercare soluzioni gestionali e industriali alternative o integrative dell’attuale assetto societario. Una situazione di forte contrasto con l’acquirente comporterebbe comunque ulteriori turbative alla critica situazione prima accennata ma potrebbe essere inevitabile conseguenza dell’inadempimento degli impegni assunti da Cevital/Aferpi con le Istituzioni nell’accordo di programma e con l’Amministrazione Straordinaria nel contratto di compravendita”.
La linea scelta appare dunque quella di trovare, non si capisce bene se entro la fine di marzo o entro la fine di giugno (ma questa sembra essere l’ipotesi più probabile) un accordo con Cevital/Aferpi sulla base di quello che viene chiamato “un nuovo piano industriale”.
La cosa non può non preoccupare dato che se l’atteggiamento è quello che si manifestò nel giugno 2015, quando fu accettato ed anzi elogiato un piano industriale che proprio non reggeva, non c’è da aspettarsi niente di buono.
Le difficoltà successive erano tutte scritte allora e non è possibile imputare le colpe ad un destino cinico e baro e nemmeno a cause esterne ed internazionali che magari ci sono state ma che non avrebbero influito così pesantemente come vuole far credere il management di Cevital/Aferpi e non solo, se quel piano avesse avuto basi solide (comprese le previsioni del mercato internazionale) e non avesse raccontato ad esempio che, firmato il contratto di acquisizione/vendita della Lucchini il 30 giugno 2015, il giorno successivo sarebbero partiti gli investimenti.
Cosa poco probabile anche agli occhi di un inesperto.
E così oggi
- sono in crisi i contratti di solidarietà,
- non si sa cosa succederà per i lavoratori e per la produzione il 1° luglio 2017,
- gli investimenti produttivi e ambientali sono in alto mare.
L’unica cosa certa che ci dice la relazione è che il periodo di attuazione del programma di cessione dei beni aziendali della Lucchini in Amministrazione Straordinaria è concluso, che il Commissario ha richiesto al tribunale il decreto di cessazione dell’attività d’impresa, che a far data dall’emissione del decreto relativo da parte del tribunale “l’amministrazione straordinaria è considerata, ad ogni effetto, come procedura concorsuale liquidatoria”.
Il che significa che la parte Lucchini sarà chiusa con il normale iter di un fallimento, quella Cevital/Afrepi non si sa.
(Foto di Pino Bertelli)