Aspettando il piano industriale di Jindal

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pervenuta in redazione

FIRENZE 4 aprile 2018 — Nel Con­siglio regionale del 14 mar­zo scor­so l’aula ha approva­to all’unanimità due atti legati alla situ­azione dell’ex Luc­chi­ni. Tra questi il nos­tro, gra­zie al quale la Giun­ta sa dal 14 mar­zo di dover atti­var­si cel­er­mente nelle sedi oppor­tune affinché sia data comu­ni­cazione al Con­siglio regionale in mer­i­to ai con­tenu­ti conosci­bili dell’accordo pre­lim­inare di ven­di­ta di Afer­pi a Jin­dal e in mer­i­to al nuo­vo piano indus­tri­ale, sia atti­va­to un con­fron­to isti­tuzionale den­tro la “Com­mis­sione Cos­ta” sul­la diver­si­fi­cazione pro­dut­ti­va a Piom­bi­no e sia assi­cu­ra­ta l’estensione degli ammor­tiz­za­tori sociali ai lavo­ra­tori ex Luc­chi­ni e anche ai lavo­ra­tori dell’indotto.
In atte­sa che la Giun­ta gui­da­ta da Enri­co Rossi ci fac­cia sapere quan­to pri­ma come ha attua­to questi impeg­ni abbi­amo let­to con inter­esse del­la pos­si­bil­ità di un incon­tro il 6 aprile tra Jin­dal, le isti­tuzioni (Regione inclusa quin­di) e i sin­da­cati in cui ver­rebbe prospet­ta­ta “un’ipotesi di piano indus­tri­ale su Afer­pi”.
Ad oggi sap­pi­amo – sem­pre per via stam­pa – che la due dili­gence si è con­clusa a fine mar­zo e dato che al momen­to non ci risul­ta Jin­dal si sia tira­to indi­etro dedu­ci­amo sia anda­ta a buon fine, quin­di potrà chi­ud­ere l’acquisto di Afer­pi e avviare un’attività indus­tri­ale nell’area, attiv­ità che deve essere rias­sun­ta in quel piano indus­tri­ale ad oggi anco­ra non arriva­to alla Regione (vis­to che nes­suno ci ha infor­ma­to a riguar­do).
Come alcune sigle sin­da­cali, siamo pre­oc­cu­pati dal­lo sce­nario “eter­no ritorno” cui chi gov­er­na la Toscana e gov­er­na­va il Paese ci ha abit­u­a­to. Spe­ri­amo di non ritrovar­ci con ennes­ime con­feren­ze stam­pa con foto di strette di mano, fiducie date a scat­o­la chiusa su bozze di piani indus­tri­ali mirabolan­ti che poi la sto­ria dimostr­erebbe poco con­sis­ten­ti. Piom­bi­no e la Toscana mer­i­tano altro.
Cer­to sarem­mo feli­ci di leg­gere un piano Indus­tri­ale dove l’ipotesi alto­forno è tra­mon­ta­ta e l’occupazione è per­lop­iù sal­va, con deg­ni ammor­tiz­za­tori sociali per chi resterebbe esclu­so e una tutela analo­ga – come chiesto dal Con­siglio regionale su nos­tra pro­pos­ta – per i lavo­ra­tori delle aziende dell’indotto even­tual­mente dan­neg­giate dagli svilup­pi dell’ex Luc­chi­ni. Ma lì la par­ti­ta è ormai soprat­tut­to nelle mani del futuro nuo­vo pro­pri­etario Jin­dal. Men­tre vor­rem­mo capire quan­to pri­ma quali garanzie vogliono dare lo Sta­to e la Regione sui gran­di temi dimen­ti­cati negli ulti­mi tre anni: boni­fiche (quelle vere dell’area a cal­do ad un pas­so dal cen­tro cit­tà), ener­gia, SS398, con­clu­sione dei lavori del PRP in otti­ca strate­gi­ca nazionale e diver­si­fi­cazione pro­dut­ti­va.
Noi siamo come sem­pre disponi­bili a fornire il nos­tro con­trib­u­to a riguar­do, a tut­ti i liv­el­li isti­tuzion­ali.

Area Comu­ni­cazione M5S — Regione Toscana

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