Aspettiamoci un piano industriale lacrime e sangue
PIOMBINO 12 aprile 2018 — La paura di prendere o lasciare non potrà farci accettare un progetto industriale di lacrime e sangue. La questione è sempre la stessa: i numeri impiegati e il tipo di stabilimento che si vuole progettare.
Sappiamo tutti che Jindal è venuto a Piombino solo ed esclusivamente a causa dei dazi imposti dall’Europa ai paesi asiatici.
Nessuno si sbilancia, tutti dicono che il progetto Jindal é un progetto che dà una speranza ai lavoratori e a tutta la Val di Cornia. Sotto banco si dice che Jindal sarebbe intenzionata a far ripartire tutti i treni di laminazione (tmp, tve e treno rotaie). In un futuro si parla di una acciaieria che per essere pronta ci vorrebbero almeno quattro anni. L’altra verità è che dovremmo parlare anche di acciaio vecchio cioè dello smantellamento degli impianti e delle aree. In questo caso dovrà intervenire il governo come ha fatto a Taranto per poter effettuare le bonifiche del territorio.
Ma è anche vero che se ripartissero i treni di laminazione si creerebbe subito lavoro per un numero di lavoratori in modo da dare la possibilità di far ripartire i contratti di solidarietà.
Bella parola solidarietà, ha un grande significato. La solidarietà è un sentimento di fraternità che nasce dalla consapevolezza di un’appartenenza comune e dalla condivisione di interessi e di fini. Trova espressione in comportamenti di reciproco aiuto e di altruismo. La solidarietà può instaurarsi tra i membri di un particolare gruppo sociale, ne è un esempio la solidarietà operaia.
Questa volta dobbiamo far valere la parola solidarietà e chiediamo fortemente che nei posti di lavoro non professionali ci sia veramente una solidarietà con una rotazione e che possano girare più lavoratori possibili. Questo vorrebbe dire che i lavoratori che sono da anni fuori ed esclusi siano rimessi in gioco nel mondo della fabbrica e del lavoro.
Aspettiamoci un piano industriale di lacrime e sangue, Taranto dà l’esempio
Usb Piombino
(Foto di Pino Bertelli)