Assemblea Asiu respinge nuovo piano RIMateria
PIOMBINO 5 dicembre 2019 — L’assemblea dell’Asiu, composta dai Comuni di Campiglia, San Vincenzo, Sassetta, Castagneto Carducci, Suvereto e Piombino, ha respinto una proposta, formulata da RIMateria, di revisione del vecchio piano industriale di RIMateria stessa approvato nell’agosto 2018 con la quale, oltre al completamento della discarica ex Asiu (“cono rovescio” compreso, capace di ospitare 140.000 metri cubi di rifiuti speciali senza distinzione di sorta), venivano previsti altri 450.000 metri cubi di rifiuti, anch’essi senza distinzione di sorta, e dunque anche i rifiuti misti non pericolosi con elevato contenuto sia di rifiuti organici o biodegradabili che di rifiuti inorganici, nella discarica ex Lucchini. Una proposta che contraddiceva anche la decisione sulla Valutazione di Impatto Ambientale espressa sul vecchio “progetto RIMateria” che vincolava la discarica ex Lucchini all’accoglimento di 350.000 metri cubi di rifiuti prodotti dalle attività siderurgiche e di bonifica di Piombino. Proposta, quella di RIMateria, che pertanto avrebbe dovuto essere di nuovo sottoposta alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Toscana.
La proposta è stata respinta con il voto negativo del Comune di Piombino e del Comune di Suvereto. I Comuni di Campiglia, San Vincenzo, Sassetta e Castagneto hanno votato a favore.
Di seguito alcuni comunicati.
Comune di Piombino
“Il progetto proposto oggi da Rimateria – continua il sindaco Francesco Ferrari – prevede il rialzo della ex Lucchini per 450mila metri cubi, invece dei 350mila autorizzati dalla Regione, e il conferimento di rifiuti organici provenienti da fuori, nonostante le prescrizioni contenute nel parere del Nurv: non potevo approvare un progetto con queste caratteristiche. Ciò apre nuovi scenari e altre questioni da affrontare, a partire dal futuro per i dipendenti dell’azienda e dalla messa in sicurezza dell’impianto. Come ho già detto ai lavoratori a conclusione della riunione, non ho preso questa decisione a cuor leggero e sono consapevole delle conseguenze che potrà avere sul loro futuro e su quello delle loro famiglie. Per questo, il Comune si sta già impegnando per trovare delle soluzioni che garantiscano loro un futuro lavorativo: nessuno sarà lasciato solo. Detto questo, permettere un ampliamento della discarica con rifiuti organici provenienti da chissà dove non può essere un’opzione. Il mio compito, quello per cui i cittadini di Piombino mi hanno concesso la loro fiducia, è quello di proteggere la città, di garantire un futuro diverso, più sostenibile, e certamente non è acconsentendo all’ampliamento dell’impianto che posso portare avanti questo proposito. Abbiamo ereditato un disastro ambientale e finanziario, le cui responsabilità non hanno ancora un nome ma certamente un colore politico. Noi abbiamo una nuova visione per il territorio che parla di turismo e diversificazione dell’economia: cambiare è necessario e la decisione di oggi va in questa direzione. La partita, comunque, non è chiusa: nel pomeriggio si riunirà l’Assemblea di RIMateria che, alla luce dei risultati dell’assemblea di Asiu, vedrà i soci privati davanti a una decisione da prendere. Qualunque sia il risultato dell’Assemblea dovremo affrontare un nuovo scenario altrettanto complesso: lo faccio, però, con la consapevolezza di chi sa di camminare sulla strada giusta”.
Partito Democratico della Val di Cornia e dell’Elba
Una scelta irresponsabile che rischia di condannare questo territorio. RIMateria deve chiudere.
A scegliere è stato proprio lui, il nuovo Sindaco di Piombino, che aveva giurato di difendere la città, di salvaguardarne l’ambiente e i suoi cittadini.
E’ questo, infatti, quanto emerso dall’Assemblea di Asiu di questa mattina che avrebbe dovuto impostare un nuovo piano industriale e decidere le sorti della discarica RIMateria.
Una pagina nerissima della storia della Val di Cornia che, per la prima volta nella sua storia, ne va dato atto alla nuova Amministrazione Ferrari, compie un arresto imperdonabile nel processo di risanamento post industriale che la società RIMatera, di concerto con gli enti pubblici coinvolti, aveva avviato.
Il rischio concreto di un disastro. Ambientale prima ancora che umano e collettivo.
Un disastro che si sperava di evitare e arrivato nonostante la posizione di questa mattina di RIMatera, espressa dallo stesso presidente Francesco Pellati (nominato da Ferrari), che aveva confermato la disponibilità e la volontà dell’azienda di ottemperare a tutte le prescrizioni imposte dal NURV e dalla Giunta Regionale, impegnandosi quindi a rispettare la priorità degli smaltimenti per le scorie industriali e dei materiali risultanti da bonifiche. Ferrari ha solo detto no. Nessuna contro proposta, solo no alla continuità aziendale, sostenendo testualmente che RIMateria è destinata a fallire.
Spieghi ora Ferrari ai suoi cittadini che oggi chiuderà l’ennesima azienda piombinese e andranno a casa i suoi cinquanta dipendenti. A dispetto degli articoli dei giorni scorsi a firma Sabrina Nigro e Giuliano Parodi che garantivano un futuro per quei lavoratori.
Dica che pur di condurre una campagna elettorale permanente è disponibile a sacrificare un intero territorio. Spieghi alla sua città che così facendo rischia di scomparire qualsiasi possibilità di messa in sicurezza ambientale delle discariche ex Asiu e ex Lucchini, con gravi rischi per il sottosuolo, per l’aria, per l’acqua, per la salute dei cittadini.
Racconti che una delle condizioni base per il riavvio del polo siderurgico (prevista nell’accordo di programma) è la presenza di una discarica di prossimità dove smaltire le scorie e con la chiusura di RIMateria questa possibilità non ci sarà più.
Il Sindaco dica anche ai cittadini che rischieranno di pagare di tasca propria il fallimento di Asiu e il danno che questo comporterà alle casse del Comune che pro tempore amministra e di tutti i Comuni soci di quell’azienda.
Dica queste cose e spieghi perchè lo fa.
Noi pensiamo che sia perchè maggio si avvicina e alle elezioni regionali bisognava arrivare con lo scalpo di RIMateria. Costi quel che costi.
La marcia è davvero cambiata a Piombino ma la città sta finendo contro un muro.
(Foto di Pino Bertelli)