Ato sud, una vergognosa realtà di malaffare
SUVERETO 15 novembre 2016 — La vicenda Ato sud, scoppiata dopo l’arresto del direttore generale Corti, non cessa di riservare brutte sorprese. La Val di Cornia, dopo essere stata traghettata nel 2012 dagli amministratori di allora in questo grande ambito senza garanzie e concrete motivazioni, ha visto un peggioramento nel rapporto qualità/prezzo del servizio.
“Pur avendo sempre contrastato la logica dei grandi ambiti, anche dai banchi del consiglio comunale, – intervengono il sindaco di Suvereto Giuliano Parodi e il vicesindaco assessore all’ambiente Jessica Pasquini – come amministratori ci siamo trovati sottoposti alla gestione di SEI Toscana , in virtù della legge di riorganizzazione delle Ato voluta dalla Regione Toscana ed abbiamo sempre cercato le soluzioni alle necessità del nostro Comune, scegliendo con coraggio l’estensione pressoché totale della raccolta porta a porta”.
Le indagini e l’arresto del direttore Andrea Corti hanno portato alla luce una realtà vergognosa, fatta di malaffare ed interessi personali a danno dei Comuni e dei cittadini. “Travolti dagli eventi, abbiamo cercato di svolgere con responsabilità il nostro ruolo, — continua il sindaco — e all’ultima assemblea dell’Ato di venerdì 11 novembre abbiamo acconsentito alla nomina di un direttore pro-tempore (l’ing. Enzo Tacconi) che traghettasse l’ente in questo momento delicato.”
Nei giorni successivi si scopre che questo nome, indicato dal presidente dell’assemblea Ato sud nonché sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, d’intesa con la presidente del consiglio direttivo dott.ssa Alessandra Biondi sindaco di Civitella Marittima, è citato nelle indagini in modo allarmante. Le presidenze dell’Ato sud e del consiglio direttivo, oltre ad aver omesso di dire che il Tacconi era stato responsabile del procedimento nella procedura di evidenza pubblica per l’assegnazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti (gara ritenuta dagli inquirenti truccata dalle azioni di turbativa e corrotte degli accusati) , non hanno messo l’assemblea nelle condizioni di valutare il profilo della persona.
Del nuovo direttore il Giudice per l’indagini preliminari scrive nell’ordinanza: “La gratitudine verso il professore con cui si era laureato (Corti Ndr), che l’aveva introdotto nel settore pubblico agevolando la sua assunzione spiega la totale sottomissione del Tacconi alle volontà del Corti». E ancora, sempre secondo il Gip, il direttore generale agli arresti avrebbe «diretto» quello che ora è il suo successore «in modo continuativo, usandolo come schermo per dare veste di correttezza formale alle decisioni adottate nella gara d’appalto ed ai pagamenti che si era auto-attribuito”.
“È evidente come la concentrazione dei servizi e l’ingigantimento delle aree” commenta il vicesindaco Pasquini “abbia annullato il potere di controllo dei Comuni favorendo il malaffare. Chiediamo che la Regione Toscana, invece di proseguire con politiche accentratrici (è notizia di questi giorni la volontà del presidente Enrico Rossi di costituire un unica Ato regionale rifiuti) commissari l’Ato Sud e fornisca ai territori gli strumenti per ri-organizzare in modo giusto e democratico il servizio.”
“Alla luce di questi fatti, pur non risultando ad oggi l’ing. Tacconi indagato, ma avendo lui, i presidenti Ghinelli e Biondi omesso informazioni importanti all’assemblea dei sindaci” — conclude Parodi — abbiamo chiesto attraverso lettera ufficiale la convocazione d’ urgenza dell’ assemblea di Ato Sud che discuta:
- la revoca dell’incarico a Tacconi,
- le dimissioni dal loro ruolo ai due sindaci promotori del nuovo direttore,
- il congelamento, come autotutela verso i Comuni e i cittadini stessi, dei piani finanziari e di qualsiasi tipo di aumento riportando le tariffe ai livelli pre-gara, visto che i costi attuali del servizio potrebbero essere alterati dalla turbativa nella gara”.
UFFICIO STAMPA COMUNE DI SUVERETO