ATO Toscana Sud: le responsabilità politiche
PIOMBINO 11 novembre 2016 — La Regione Toscana con la Legge Regionale n. 69 del 28 dicembre 2011, all’art. 30 istituì tre ambiti (ATO) per la gestione dei rifiuti che attraverso l’Autorità di riferimento avrebbero poi dovuto procedere a gara unica per l’affidamento del servizio: ATO Toscana Centro, ATO Toscana Costa e ATO Toscana Sud.
Quando nel 2011 le amministrazioni comunali PD della Val di Cornia chiesero alla Regione di essere inserite nell’ATO Sud per la gestione dei rifiuti, con motivazioni incomprensibili e mai suffragate da dati e documenti, ci raccontavano che andare con Grosseto, Arezzo e Siena avrebbe comportato minori costi, più efficienza e migliori servizi e che la dimensione gigantesca del gestore avrebbe permesso massicci investimenti e grandi risultati nella corretta gestione dei rifiuti.
È notizia di questi giorni l’arresto del direttore dell’Ato Toscana Sud, Autorità di ambito per la gestione del servizio rifiuti per le province di Grosseto, Arezzo e Siena e dei cinque Comuni della Val di Cornia oltre a Castagneto Carducci, l’interdizione dai pubblici uffici per l’amministratore delegato di Sei Toscana, società vincitrice dell’appalto, e di altri professionisti toscani coinvolti, ai quali sono stati contesti reati di turbativa d’asta e corruzione (il direttore generale dell’ATO Toscana Sud avrebbe ottenuto guadagni illeciti per oltre 380mila euro). Queste le parole del procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo “Il direttore generale dell’ATO Toscana Sud ha fatto mercimonio delle proprie funzioni pubbliche al fine di favorire un intreccio di intese davvero sconcertante a vantaggio dell’aggiudicatario dell’appalto e traendone vantaggi personali. Ha agito nonostante le incompatibilità funzionali. Controllati e controllori agivano insieme per raggiungere il risultato comune di far ottenere l’appalto ad un preciso raggruppamento di imprese”.
Non sono ancora ipotizzabili gli scenari che si apriranno in seguito all’indagine, ma appare evidente che, come le liste denunciano da anni, non solo questi grandi ambiti non hanno portato nessun vantaggio ai cittadini , ma anzi che hanno indebolito se non azzerato il potere di controllo dei Comuni creando terreno fertile per azioni illecite a danno degli utenti e dei Comuni stessi, visto l’importo delle cifre in gioco.
Auspichiamo che ci sia una rapida conclusione delle indagini giudiziarie che accertino le responsabilità del management, mentre al contempo si apre uno scenario di responsabilità quantomeno politica di una classe politica che ha scelto, senza motivazione concreta e razionale, l’ingresso dei nostri comuni in AtoSud.
Viste le ricadute sui cittadini di quanto emerso dalle indagini, proponiamo ai Comuni della Val di Cornia di costituirsi in giudizio come parte lesa e chiediamo al Partito Democratic, che a partire dalla Regione fino ai territori ha sostenuto i macro ambiti e il passaggio in ATO Toscana Sud ( il solito partito che ora vuol modificare la Costituzione) di prendersi le proprie responsabilità e spiegare ai cittadini il perché di una scelta rivelatasi così dannosa.
Assemblea Popolare Suvereto
Assemblea Sanvincenzina
Comune dei Cittadini
Un’altra Piombino