Autorità porti: Piombino con Livorno e Civitavecchia
PIOMBINO 23 maggio 2015 - Sono ventitre e si chiamano Autorità portuali. Sono enti pubblici di personalità giuridica e hanno, tra gli scopi istituzionali, la gestione e l’organizzazione di beni e servizi nel rispettivo ambito portuale. Tra queste l’ Autorità portuale di Piombino e dell’Elba che comprende i porti di Piombino, Portoferraio e Rio Marina.
Secondo il Piano strategico della portualità e della logistica del governo dovrebbero diventare otto e chiamarsi Autorità di sistema portuale. Il porto di Piombino, insieme a quello di Livorno e Civitavecchia, costituirebbero l’Autorità Tirrenica Centrale.
La lettura delle tabelle seguenti dà il senso delle dimensioni dei traffici (fonte Istat) e del peso dei tre porti:
La riforma si impone, secondo il piano, perché è mancata in Italia una «sufficiente determinazione orientata a portare a termine in tempi e costi ragionevoli il potenziamento di un selezionato numero di sistemi portuali, necessità che i noti fenomeni in atto del gigantismo navale e conseguente concentrazione dei traffici da tempo segnalavano». Un’altra debolezza strutturale dei porti italiani è relativa alle «dimensioni complessive delle aree portuali, vincolo che ne limita fortemente le possibilità di ampliamento. In particolare nel confronto con i principali porti europei, emerge come la superficie complessiva dei dieci porti italiani più grandi sia dell’ordine di grandezza della superficie del solo porto di Anversa, Le Havre o Rotterdam».
Difficile non concordare.
Secondo quanto scritto dal Piano, pubblicato dal sito www.themeditelegraph.com, cambieranno anche gli organi di gestione. «Il presidente sarà nominato direttamente dal ministro, di concerto con il presidente della/delle Regione/i interessate, mentre il relativo Comitato di gestione sarà composto, oltre che dal presidente, da ulteriori membri nominati uno ciascuno dalle Regioni interessate e, ove presenti, dalle Città metropolitane ed in ogni caso non potrà essere composto da più di cinque membri, con l’eccezione dell’Autorità nord adriatica. I direttori delle Direzioni portuali parteciperanno al Comitato, ma senza diritto di voto. Si prevede, poi, la creazione in ciascuna Autorità di un Tavolo di partenariato della risorsa mare, ed in ciascuna Direzione portuale di un Comitato di cluster marittimo con funzioni consultive di partenariato economico-sociale, in cui siano presenti i rappresentanti delle categorie di settore interessate e delle associazioni datoriali».
Secondo indiscrezioni attendibili il piano dovrebbe passare all’esame del parlamento nel prossimo mese di settembre. Nel frattempo le autorità portuali i cui presidenti andranno in scadenza verranno commissariate come è accaduto per quella di Piombino.