Autorità portuale: presidente o commissario?
Ciò che sta succedendo relativamente alla nomina del nuovo Presidente della Autorità portuale di Piombino è sconcertante sopratutto sul piano politico ed istituzionale.
Il 9 giugno è scaduto il mandato del vecchio Presidente, Luciano Guerrieri. Tre mesi prima della scadenza il Comune di Piombino, la Provincia di Livorno e la Camera di Commercio di Livorno avrebbero dovuto inviare al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti una terna di esperti, all’interno dei quali il Ministro, d’intesa con la Regione e sentito il Parlamento, avrebbe potuto nominare il nuovo Presidente che deve essere una personalità di massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale. Guerrieri non è rieleggibile in quanto già confermato una volta. Ma le tre istituzioni non l’hanno fatto (l’avrebbero potuto fare anche dopo i trenta giorni ma comunque prima del 9 giugno) così è scattata automaticamente la proroga per Guerrieri, proroga che peraltro non può durare più di quarantacinque giorni cioè oltre il 25 luglio. Se in questo periodo niente accadrà e le tre istituzioni continueranno nella politica del silenzio cosa succederà? Sarà nominato un Commissario? Sarà comunque nominato un nuovo Presidente? Se lo sono chiesto pubblicamente giornali cartacei e on line ma nessuna risposta è venuta. Eppure non si tratta di un piccolo problema data l’attenzione che forze politiche e sociali pongono sul porto e sul suo sviluppo. Naturalmente, sempre non smentite, si sono fatte anche diverse ipotesi che vanno dalla nomina come commissario del sindaco di Piombino, Gianni Anselmi, a quella dello stesso Guerrieri. Certo che se succedesse, anche a prescindere dalla persona, sarebbe davvero curioso perché Piombino diventerebbe, forse ancor più di Napoli, la città dei Commissari (il Presidente Rossi commissario per l’ampliamento del porto avvalendosi del Comune di Piombino e della Autorità portuale, il dott. Nardi commissario della Lucchini, un commissario all’ Autorità portuale). Ma anche su queste ipotesi silenzio assoluto. Perché questo silenzio? Se chiarezza non venisse subito fatta si porrebbe un bel problema relativo al rapporto tra istituzioni e cittadini. Una questione che, già grave oggi, assumerebbe le dimensioni di un problema irrisolvibile e la credibilità delle istituzioni, già ridotta a poco, cadrebbe pericolosamente allo zero assoluto.