Autostrada tirrenica, siamo al “De profundis”
PIOMBINO 15 dicembre 2014 - Dal progetto per un’infrastruttura considerata prioritaria dal governo e dalla regione solo cinque-sei anni fa, al progettino molto ridimensionato che non si sa per ora quale sia. L’autostrada tirrenica vive un coma ormai più neanche vigile l’epilogo del quale è molto più probabile che sia un funerale che non il miracolo di una ripresa imprevedibile e da molti neanche auspicata.
E forse ha davvero ragione il già assessore della provincia di Grosseto e quindi allora socio di Sat, Marco Sabatini (oggi è responsabile di Sel nel capoluogo maremmano) quando senza mezzi termini invita il governo a dire “basta” e a revocare la concessione a Sat, chiudendo un balletto che non giova a nessuno e suona beffa per gli imprenditori che operano lungo l’attuale Variante, per i pendolari che la percorrono quotidianamente, per la gente della bassa Toscana e dell’Alto Lazio.
Lo stato dell’arte al momento parla di valutazioni inequivocabili sul vecchio progetto Sat. Gennarino Tozzi, direttore dei progetti infrastrutturali di Autostrade per l’Italia, principale socio di Sat, ha confermato recentemente, in un convegno a Firenze, che il piano per realizzare la Tirrenica ormai non regge più.
Non una novità se si pensi che già all’inizio dell’anno Sat aveva chiesto un contributo al governo di 270 milioni per realizzare un’opera che originariamente doveva veder la luce attraverso un project financing ciò senza un euro di spesa per lo Stato.
Una richiesta a cui il gabinetto Renzi non ha mai risposto se non con vaghe promesse rimaste disattese tanto da suscitare la protesta e le conseguenti dimissioni da commissario per la Tirrenica di Antonio Bargone.
In una situazione di insostenibile stallo a metà ottobre si levò clamoroso ma non sorprendente l’annuncio dello stop da parte della concessionaria: non più autostrada fino a Grosseto sud e nuovo progetto dal capoluogo maremmano sino all’A12 nel Lazio. Un mese di tempo per presentare un nuovo progetto di massima che non si è visto né alla scadenza a metà novembre né mai almeno fino ad oggi.
Solo un nuovo annuncio, ovvero il progettino che in realtà non si sa cosa bene sia, come verrebbe concepito e chi lo realizzerebbe.
Secondo notizie riportate dalla stampa locale saremmo in presenza di un piano dal costo dimezzato rispetto a quello tradizionale (800‑1000 milioni rispetto ai 2000) per realizzare una qualcosa di più simile ad una superstrada che ad un’autostrada.
Chi potrebbe realizzare l’opera? È ormai certo che la composizione societaria di Sat viene profondamente rivista. Soci come il Monte dei Paschi o le coop emiliani hanno ben altro a cui pensare, la Vianini del gruppo Caltagirone si sta disimpegnando, altri hanno quote irrilevanti e perplessità rilevanti. Resta Autostrada per l’Italia che attraverso Atlantia, che controlla il gruppo, sarebbe intenzionata, secondo notizie di stampa, ad acquisire la maggioranza di Sat e potrebbe realizzare l’opera ad una condizione che suona pressoché irricevibile dal Governo privo di risorse da investire sull’infrastruttura. Per completare la Tirrenica si dovrebbero infatti aumentare di un percentuale intorno all’1,5, oltre al tasso di inflazione, i pedaggi su tutta la rete in concessione ad Autostrade. Roba da suscitare un coro di proteste dal Brennero a Capo Passero.
Il governatore Enrico Rossi, che non demorde dal suo vecchio cavallo di battaglia autostradale, si è limitato a ripetere una vecchia frase che fu di un altro paladino della Tirrenica, l’ex ministro Altero Matteoli: “Tutto purché in qualche modo si faccia”.
Il coma dell’autostrada ovviamente travolge la 398, la vecchia bretella che doveva essere un lotto da realizzare con la nuova infrastruttura. Svincolare il collegamento per il porto dalla moribonda opera autostradale resta un obbligo legato alle esigenze di sviluppo di Piombino. Notizie su come al riguardo ci si intenda muovere per ora ne esistono poche per non dire nessuna.