Banche, burocrazia, critici: tutti colpevoli salvo Aferpi
PIOMBINO 7 dicembre 2016 — Nel Consiglio comunale del 6 dicembre l’amministratore delegato di Aferpi, Azzi , si è presentato alla città con il resoconto del grande lavoro che la sua società ha svolto in questi mesi, lavoro non visibile agli occhi della città , ma indspensabile e ineludibile. Senza questo lavoro non si può avviare nessuna attività, ha detto. Ma ha anche detto che i ritardi e le incertezze che tutt’ora permangono sono imputabili per intero ad un sistema creditizio che non è disposto a finanziare gli imprenditori, ad un sistema burocratico che soffoca, all’ostilità manifesta dei grandi gruppi siderurgici italiani e di certa stampa nazionale, nonchè alle forze che localmente osteggiano la realizzazione del progetto Aferpi. Con molta chiarezza ha attribuito la chiusura del sistema creditizio italiano alla volontà di far naufragare il progetto Piombino. Ha parlato di un sistema paese (finaziario-burocratico-amministrativo) chiuso, che ha creato troppi ostacoli ad un imprenditore abituato a contesti più dinamici, collaborativi e accoglienti. Insomma, il Consiglio comunale di ieri, dal quale speravamo (contro ogni evidenza) che emergesse una qualche speranza per il nostro territorio, si è concluso con l’ennesimo nulla di fatto. Auspici, speranze, ma in concreto solo le parole inequivocabili di Azzi: il progetto definitivo ancora non c’è e se le banche non metteranno i soldi a Piombino non si produrrà acciaio.
La situazione del nostro territorio si sta delineando nel peggiore dei modi e la responsabilità è per intero nelle mani del PD che amministra questa città da sempre. Le ultime aministrazioni hanno governato in modo inadeguato questo territorio: passando da un annuncio all’altro, da una svolta epocale al’altra (peraltro tutte fallite); prive di una visione autonoma e lungimirante hanno consegnato il territorio ai vari salvatori del momento. Ad Aferpi stanno dando le concessioni demaniali (con diritto esclusivo di opzione) su un porto che allo stato attuale costituisce la vera grossa ricchezza di Piombino e della Val di Cornia. Con la Variante Aferpi , seguendo la vecchia e superata formula del connubio tra territorio e fabbrica, hanno legato le sorti del paese a quelle di un imprenditore che in cambio ha offerto per ora solo promesse e progetti indefiniti. Con le bonifiche che sono ancora molto di là da venire (nonostante i tanti annunci trionfali), questo territorio non è in grado di ospitare alcuna attività produttiva. È inutile continuare a fare promesse a vuoto nel tentativo di illudere un territorio stremato. È arrivato il momento della vera assunzione di responsabilità: chi governa deve realmente indicare una strada percorribile a questa città. Con i fatti, non con gli annunci.