Baratti: domande che aspettano ancora risposte
PIOMBINO 5 marzo 2020 — Era il 16 febbraio 2020 e l’assessore all’urbanistica del Comune di Piombino, Gianluigi Palombi, a seguito della discussione già sviluppatasi pubblicamente sui lavori in corso a Baratti per la costruzione di magazzini a servizio della nautica giudicati diffusamente “eccessivamente impattanti” soprattutto in un territorio così delicato come quello di Baratti, aveva dichiarato solennemente: “Il Comune sta vigilando sulla conformità delle costruzioni di Baratti con il progetto originario. A prescindere dall’ opinione dell’attuale amministrazione al riguardo, non potremmo comunque intervenire per bloccare il progetto: le precedenti amministrazioni hanno già concesso tutte le autorizzazioni”.
Ed ancora: “Gli organi di controllo comunali sono impegnati nella verifica della corrispondenza dei lavori rispetto alle tavole: è emersa la necessità di eseguire ulteriori approfondimenti che saranno ultimati nei prossimi giorni”.
Dunque tutto regolare dal punto di vista amministrativo e verifiche da fare sull’esecuzione dei lavori.
L’attuale consigliere regionale Gianni Anselmi (nella foto a sinistra, ndr), sindaco di Piombino quando fu approvato il piano particolareggiato di Baratti cioè lo strumento urbanistico che regolamentava il riordino di quella zona caratterizzata anche dalla presenza di baracche fatiscenti, per parte sua aveva replicato il 17 febbraio 2020: “Quel piano non contiene nessuna prescrizione progettuale di carattere edilizio ma si limitava ad enunciare per quel tratto di lungomare l’obiettivo di demolire le fatiscenti baracche esistenti e di sostituirle con strutture in legno a basso impatto e una passeggiata in legno. Non si davano dunque precise norme progettuali, limitandosi a demandare le soluzioni da adottare alla presentazione di un progetto edilizio unitario”.
Evidentemente il consigliere regionale, alla ricerca delle responsabilità dell’autorizzazione delle costruzioni in coloro che avevano amministrato il Comune di Piombino dopo di lui (nella foto a sinistra Massimo Giuliani, sindaco di Piombino dal 2014 al 2019, ndr), non si era reso conto che, proprio il fatto che il piano particolareggiato non fosse prescrittivo aveva generato la possibilità di realizzare quelle costruzioni, tant’è che in sede di accertamento della conformità urbanistica-edilizia del progetto il 14 dicembre 2017 il dirigente del settore programmazione territoriale ed economica del Comune di Piombino, architetto Camilla Cerrina Feroni, aveva dichiarato che quegli interventi erano conformi alla normativa urbanistica ed edilizia vigente ed aveva firmato il nulla-osta ai fini dell’Autorizzazione Unica SUAP che effettivamente fu rilasciata lo stesso giorno, il 14 dicembre 2017 e ritirata dagli interessati il 10 dicembre 2018.
Il 17 febbraio 2020 Stile libero Idee dalla Val di Cornia nell’articolo A Baratti tra responsabilità, errori ed omissioni aveva fatto notare che il piano particolareggiato aveva stabilito che la demolizione e la ricollocazione di nuovi manufatti ad uso dei pescatori e per attività di servizio al campo boe avrebbero dovuto essere oggetto di progetto unitario convenzionato e che essi potevano erano attuabili separatamente dall’intero lungo mare ma con caratteristiche che ne mantenessero l’unitarietà (pavimentazione in legno, arredi). In altre parole si potevano demolire e ricostruire nuovi manufatti ad uso pescatori ma con “progetto unitario convenzionato”, anche solo legato ad essi, e altezza utile interna di 2,40–3,00 metri. E concludeva: “Ci sembra di poter dire che la prima norma non è stata rispettata, dato che l’autorizzazione è stata rilasciata come semplice autorizzazione SUAP senza che tra Comune e privati sia stata firmata nessuna convenzione (e quanto siano importanti le convenzioni da portare all’attenzione del Consiglio Comunale, certamente non legate solo all’aspetto degli oneri di urbanizzazione, lo sa bene qualunque amministrazione pubblica o operatore privato) e che la seconda non ha impedito alle costruzioni di essere molto più alte, almeno alla vista”.
A questo punto, visti gli impegni presi dall’assessore all’urbanistica (nella foto a sinistra, ndr), sarebbe utile, per una semplice ragione di trasparenza, che i cittadini venissero informati sulle conclusioni di tutti gli accertamenti edilizi e formali e sulle loro conseguenze amministrative che significano la possibilità o meno di tutelare, più o meno nei limiti del possibile, un territorio così delicato come il golfo di Baratti, pur nella consapevolezza delle difficoltà di una situazione andata molto avanti. E precisiamo: qualunque decisione essa sia.
Già c’è stato nel passato il silenzio della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (la società Parchi Val di Cornia ha comunicato da parte sua che “l’area in parola non è di sua gestione astenendosi dall’emettere un parere”) e pare né utile né saggio sommare silenzio a silenzio.
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