Basta campagna elettorale sulle spalle dei lavoratori
PIOMBINO 31 marzo 2015 — Qualcuno non impara mai :
errare humanum est, perseverare autem diabolicum.
A Piombino la storia sembra ripetersi in un ciclo infinito e la cosa più disarmante è che politica ed istituzioni sembrano non imparare mai dagli errori passati. La strada più semplice è sempre proporre la soluzione più gradita, a volte scontrandosi irrimediabilmente con l’evidenza dei fatti.
Il padre di tutti gli errori è stato non capire 20 anni fa che le garanzie sociali ed occupazionali che dava la siderurgia sarebbero scomparse con il defilarsi dello stato dalla proprietà dello stabilimento.
Quello era il momento di concepire un’alternativa e di programmare uno sviluppo urbanistico dove i potenziali sviluppi occupazionali non fossero stati in contrasto fra di loro. Si è scelto erroneamente di vivere sulla rendita che ancora dava la siderurgia ed ecco che a distanza di anni la città si trova davanti al bivio AFO. Premesso che comunque si parla di una scelta a carico di un privato imprenditore e che lo stato (che dovrebbe essere il primo garante della salute dei cittadini) ha deciso a suo tempo di lasciare la città al corso degli eventi, ecco che si prospetta ai piombinesi l’ennesima soluzione fallimentare che ha il solo scopo di fare leva sulla pancia dei cittadini esasperati.
Qualcuno ci dovrà spiegare come si pensava fosse sostenibile riaccendere l’AFO.
Troppi i costi non considerati, non solo si sarebbe dovuto far ripartire l’AFO, ma Cevital avrebbe dovuto fare i conti con un acciaieria che cade a pezzi e con uno stabilimento che da un anno ha tagliato pesantemente su manutenzioni e ricambi; tutto per rimettersi in una situazione di ingessatura che non consente di scendere sotto precisi livelli produttivi. Anche che in questa fase il costo del minerale di ferro è favorevole, il mercato delle materie prime è per sua natura estremamente mutevole , ancora manca un agglomerato e le opere portuali per accogliere le grandi navi in darsena Lucchini sono ancora lontane dall’essere realizzate. Un altro fattore fondamentale non considerato da nessuno era che, in caso di riaccensione dell’AFO, l’area dello stabilimento sarebbe ritornata soggetta a rischi rilevanti, facendo tornare i costi di prolungamento della 398 fino al porto ai livelli precedenti e di fatto limitando pesantemente gli sviluppi del porto.
Semplicemente rimettersi nelle condizioni iniziali non era sostenibile.
Una scelta sbagliata, in questa fase, avrebbe significato la FINE DEFINITIVA della siderurgia a Piombino. Il Movimento 5 Stelle aveva da subito manifestato la propria preferenza per il piano originale proposto da Cevital perché conteneva alcuni punti a nostro avviso fondamentali: l’allontanamento degli impianti dalla città, il recupero di aree degradate vicine al centro urbano, minore impatto sulla salute della cittadinanza ed un inizio di diversificazione economica che allontani la nostra città dalla monocultura e che permetta di programmare lo sviluppo a lungo termine pensando alle future generazioni. Tutto risolto? Ovviamente no. Non vogliamo neanche sentire parlare di luce in fondo al tunnel, i livelli di guardia devono essere mantenuti alti perché ancora garanzie non ce ne sono. Basta passare da facili entusiasmi ad estremi pessimismi, ora dobbiamo analizzare i fatti con estrema lucidità. Ancora manca il benedetto piano industriale, necessario per comprendere se i tempi di realizzazione annunciati da Cevital siano attuabili o come sospettiamo eccessivamente compressi. Mancano i banchinamenti necessari alla funzionalità del porto e non ultima c’è da considerare la pesante perdita di capacità tecniche e capitale umano che questa situazione di incertezza ha comportato in seno alla Lucchini.
Ora su questo si deve lavorare, senza vendere illusioni che fanno facile presa su tanti cittadini che vedono la propria capacità di sostentamento fortemente a rischio .
Basta Costa Concordia, basta polo di smaltimento navale, basta soluzioni figlie di facili fantasie, ma non realizzabili se non deleterie. Basta a questa politica che gioca a nascondino e ad un sindacato che spesso si fa carico di competenze proprie della politica. Basta fare campagna elettorale sulle spalle dei lavoratori.
La prossima partita importante sarà la trattativa per il mantenimento dei diritti che ci auguriamo si svolga nella massima trasparenza e che sia tenuta ben lontana da qualsiasi valutazione di carattere economico ed industriale, onde evitare gli strani “fenomeni emozionali” che a suo tempo videro trasformare Jindal SW da salvatori dalle patria ad emanazione di Gozzi.
D’ora in avanti ognuno svolga il suo ruolo tenendo ben presente il proprio campo di azione, ma con la visione generale di un futuro che sia sostenibile per la città.
MoVimento 5 Stelle Piombino