Batte la grancassa ma si scorda il merito

pervenuta in redazione

PIOMBINO 24 agos­to 2016 — Due inter­viste su La Stam­pa (23 agos­to), una ad Arturo Parisi e una al sen. Cocian­ci­ch ex capo scout di Ren­zi, esp­ri­mono il sosteg­no al Sì acco­mu­nate dal mag­nifi­care le inten­zioni del­la pro­pos­ta di revi­sione cos­ti­tu­zonale trascu­ran­do i suoi aspet­ti di mer­i­to. Ora, sic­come il Comi­ta­to “No al peg­gio” di cui fac­cio parte e che è l’unico politi­ca­mente trasver­sale al ref­er­en­dum, intende carat­ter­iz­zarsi nel mer­i­to del­la pro­pos­ta di revi­sione evi­tan­do dia­tribe d’altro tipo, non mi adden­tro nei rilievi di schiera­men­to. Trat­to solo i due pun­ti che con­cer­nono il mer­i­to e che mostra­no un inten­to ingan­nev­ole.
Il pri­mo è che, quan­do Parisi toc­ca una ques­tione di mer­i­to per mostrare che la pro­pos­ta è nel sol­co dell’Ulivo, dice una cosa non vera. Affer­ma “di riconoscere nel­la Rifor­ma qua­si alla let­tera (pen­so per tutte alla tesi n.4 sul bicam­er­al­is­mo)”, le prin­ci­pali tesi dell’Ulivo. Ma io, che insieme a Parisi, Pro­di, Vel­troni ed altri otto cos­ti­tu­i­vo il tavo­lo dell’Ulivo, con­tro­bat­to sen­za tema di smen­ti­ta, aven­do in mano il libret­to delle Tesi di allo­ra, che la pre­vi­sione di una Cam­era delle Regioni era sim­i­le alla pro­pos­ta attuale solo nel nome.
Tre era­no le enor­mi dif­feren­ze del­la Tesi n.4 dell’Ulivo. La pri­ma è che gli espo­nen­ti delle isti­tuzioni region­ali in Sen­a­to esprimevano il pun­to di vista del­la Regione di prove­nien­za men­tre nel­la pro­pos­ta il divi­eto di vin­co­lo di manda­to lo rende impos­si­bile. La sec­on­da è che le delibere del­la Cam­era delle Regioni era­no prese con la mag­gio­ran­za dei votan­ti e con quel­la delle Regioni rap­p­re­sen­tate, men­tre nel­la pro­pos­ta attuale man­ca sia il manda­to del­la Regione sia la loro mag­gio­ran­za com­p­lessi­va. La terza è che il potere leg­isla­ti­vo dove­va riferir­si, oltre alle leg­gi Cos­ti­tuzion­ali, alle sole leg­gi di inter­esse regionale, men­tre la pro­pos­ta attuale prevede qua­si una dieci­na di diverse pro­ce­dure leg­isla­tive , com­pe­ten­ze su svari­ate norme extra region­ali e set­tori basi­lari in cui non è defini­ta la com­pe­ten­za o del­lo Sta­to e delle Regioni.
Questo di Parisi è solo l’assaggio dei pro­fon­di pas­troc­chi giuridi­co politi­ci che sareb­bero causati dall’entrata in vig­ore del­la pro­pos­ta di revi­sione cos­ti­tuzionale. Basti pen­sare che lo stes­so Parisi richia­ma l’obiettivo di allo­ra di fare dell’Italia una “democrazia che coin­volge diret­ta­mente i cit­ta­di­ni nelle scelte di gov­er­no” men­tre è com­pro­va­to, testi alla mano, che la pro­pos­ta di rifor­ma attuale sof­fo­ca la capac­ità di scelta dei cit­ta­di­ni, cui attribuisce un sor­ta di plebisc­i­to quin­quen­nale sul capo.
Il sec­on­do pun­to è che, men­tre Parisi sostiene la pro­pos­ta di rifor­ma per­ché imboc­ca la stra­da del­la Cam­era delle Regioni, il sen. Cocian­ci­ch attribuisce alla pro­pos­ta il mer­i­to di porre la ques­tione del rap­por­to tra region­al­is­mo e deb­ito pub­bli­co, gon­fi­a­to dal­lo stes­so region­al­is­mo. Tesi che è l’esatto con­trario di quel­la di Parisi e intro­duce una mate­ria, il deb­ito pub­bli­co, che nonos­tante i procla­mi pub­blic­i­tari non è affronta­ta dal­la pro­pos­ta di revi­sione cos­ti­tuzionale.
Insom­ma, si bat­te la grancas­sa ma si scor­dano ques­tioni di mer­i­to e coeren­za.

Raf­fael­lo Morel­li — Lib­er­ali Ital­ianI

Commenta il post