Ben scarsi i risultati dell’incontro al Ministero
PIOMBINO 26 febbraio 2019 — Si è tenuto al Ministero dello sviluppo economico un incontro per un aggiornamento sul piano Jindal e sugli impegni previsti nell’accordo di programma, sui tempi del piano di investimenti e la produzione dell’acciaio, sugli ammortizzatori sociali. Hanno partecipato i vertici dell’azienda con l’amministratore delegato Fausto Azzi, il commissario straordinario della ex Lucchini Piero Nardi, il presidente della Regione Enrico Rossi e il consigliere Gianfranco Simoncini, il capogabinetto del ministro Giorgio Sorial, tutte le rappresentanze sindacali, il sindaco di Piombino Massimo Giuliani e il vicesindaco Ilvio Camberini, un rappresentante dell’Autorità Portuale.
Secondo un comunicato emesso ieri dalla Regione Toscana l’incontro doveva servire per fare “il punto sullo sviluppo del piano Jindal dopo il suo arrivo ai vertici dello stabilimento siderurgico piombinese e in particolare sugli impegni previsti nell’accordo di programma, sui tempi del piano di investimenti e la produzione dell’acciaio, oltre che sulle opere di smantellamento di fondamentale importanza in questa fase transitoria”. Al Governo, sempre secondo la Regione, sarebbe stata chiesta una risposta sugli ammortizzatori sociali.
Pare di capire dai primi comunicati stampa, nei quali prevale la descrizione di ciò che ognuno ha detto piuttosto che delle risposte ricevute, che i risultati siano stati ben scarsi.
Comune di Piombino
Sul tappeto gli impegni principali previsti dalle prime due fasi dell’accordo di programma. In particolare, il riavvio delle attività di laminazione con la ripartenza dei treni rotaie e demolizioni/bonifiche e, per la seconda fase del piano, lo studio per la costruzione dei forni elettrici.
Sul piano delle demolizioni e delle rimozioni dei cumuli l’azienda ha presentato un piano, il 21 gennaio scorso, che sarà oggetto di verifica in una prossima riunione fissata per il 21 febbraio.
“Una partita molto importante – ha detto il sindaco Giuliani nel suo intervento – rispetto alla quale abbiamo chiesto la massimo attenzione e una cura particolare da parte dell’azienda nell’informare la cittadinanza. Ogni demolizione viene infatti effettuata attraverso un progetto di bonifica e l’informazione sulle operazioni che vengono svolte è pertanto necessaria e fondamentale. Il rispetto dei parametri ambientali è prioritario e deve essere rispettato in tutti i suoi aspetti.“
L’azienda ha poi relazionato sulla ripresa produttiva avviata ad agosto, con la rimessa in moto dei treni rotaie, del vergella a novembre e il treno a barre. Entro il 31 marzo è prevista la ripartenza di tutti treni.
Altri dati positivi sono quelli relativi all’occupazione, con risultati superiori rispetto a quelli previsti. A febbraio sono 740 gli occupati “full time equivalent” e l’obiettivo è di raggiungere il migliaio a marzo. C’è un impegno a mantenere sotto l’aspetto dell’occupazione gli impegni dell’accordo di programma.
Non ci sono novità di rilievo invece sui temi strategici degli investimenti e sul costo dell’energia, soprattutto per quanto riguarda la riduzione del costo dell’energia fondamentale per consentire gli investimenti della seconda fase.
“Prendiamo atto della fiducia espressa dal governo su questi temi strategici; – ha detto il sindaco – sul costo dell’energia il governo ha spiegato che sono state esaminate delle misure per consentire il mantenimento di prezzi adeguati. In ogni caso – prosegue il sindaco – andiamo avanti con cautela e prudenza, mantenendo aperto il dialogo con le istituzioni e con l’azienda e monitorando allo stesso tempo con la massima attenzione le azioni che saranno intraprese. A questo proposito, auspichiamo anche che il governo proceda alla riconferma del presidente Rossi come commissario per l’attuazione dell’accordo di programma, per consentire lo svolgimento di un percorso coerente sulla base di una metodologia già collaudata e produttiva che consentirebbe un monitoraggio efficace”.
Regione Toscana
La riunione di oggi a Roma al Ministero dello sviluppo economico sull’Aferpi di Piombino si chiude con una “moderata soddisfazione”, “la necessità di lavorare di più per mandare avanti l’accordo di programma” siglato nove mesi fa e la richiesta all’azienda di esprimere con decisione (e certezze) la volontà ” di tornare a produrre acciaio nello stabilimento toscano investendo sui forni elettrici” e l’adeguamento dell’impianto per realizzare rotaie. Questa per lo meno è la valutazione del presidente della Toscana Enrico Rossi, che ha partecipato all’incontro che si è aperto nel primo pomeriggio negli uffici del dicastero di via Vittorio Veneto, proseguito poi per quasi due ore.
“Siamo moderatamente soddisfati – commenta all’uscita, ad attenderlo anche alcuni operai dello stabilimento ex-Lucchini — L’azienda si sta adoperando, nella riattivazione dei laminatoi ed anche nella parte che riguarda le demolizioni. Quello su cui vogliamo però più certezze sono gli investimenti per tornare a produrre acciaio a Piombino, quelli che riguardano ad esempio i forni elettrici e quant’altro necessario”.
La riunione di oggi aveva proprio lo scopo di fare il punto sullo sviluppo del piano Jindal, dopo l’acquisto di Aferpi da parte dell’imprenditore indiano, ma anche sugli impegni assunti da tutti nell’accordo di programma siglato lo scorso maggio, sui tempi del piano di investimenti, la futura produzione di acciaio e le opere di smantellamento. Oltre ai sindacati, all’azienda e al Ministero — rappresentato dal vicecapo di gabinetto Giorgio Sorial — c’erano la Regione, il Comune e l’Autorità portuale.
“C’è bisogno di lavorare di più” sollecita Rossi, che ha chiesto la riattivazione dei tavoli interministeriali. “Su un accordo di programma così complesso – spiega — c’è la necessità di poter chiamare in causa tutti i ministeri a vario titolo coinvolti, da quello del lavoro a quello delle infrastrutture, da quello dell’ambiente fino allo sviluppo economico appunto”. Quando nove mesi fa fu firmato l’accordo di programma furono messi sul piatto 45 milioni da Regione e Governo per interventi sull’innovazione e la riconversione ecologica della siderurgia, altri 50 milioni dal vecchio accordo di programma per le bonifiche, un centinaio di milioni sull’energia per i cosiddetti “certificati bianchi”, ma anche impegni per un costo competitivo dell’energia.
Entro maggio il Ministero ha annunciato una nuova verifica. Sul punto specifico degli investimenti Rossi ha chiesto un incontro al Mise con i vertici dell’azienda, alla presenza del ministro.
Quanto al tema degli ammortizzatori sociali, la Regione ha preso atto che è stata nominata in questi giorni la commissione che dovrà esprimersi sulla cassa integrazione in deroga. Il decreto di nomina è in fase di registrazione alla Corte dei Conti.
Ministero dello sviluppo economico
Sì è svolto ieri al Ministero dello sviluppo economico il tavolo di monitoraggio sul sito siderurgico Aferpi di Piombino, presieduto dal Vice Capo Gabinetto Giorgio Sorial, a cui hanno partecipato il Ministero del Lavoro, la Regione Toscana, il Comune e l’Autorità portuale di Piombino, il Commissario straordinario, l’azienda e le organizzazioni sindacali.
Nel corso dell’incontro è stato fatto il punto sullo stato di avanzamento del piano industriale e degli impegni assunti da JSW Steel Italy srl con il Ministero e la Regione, formalizzati nell’accordo di programma sottoscritto in occasione del passaggio di proprietà dell’azienda.
L’azienda ha illustrato i passi che finora hanno consentito il riavvio di tre linee di laminatoi nel sito di Piombino, con il reimpiego in media di 630 lavoratori a tempo pieno. Per il primo trimestre del 2019 è previsto inoltre un ulteriore aumento della produzione di rotaie, barre e vergella a seguito delle commesse ricevute da Rfi e da altri soggetti, che permetterà entro il mese di marzo di aumentare anche il numero dei lavoratori reimpiegati. È stato infine assicurato il rispetto degli impegni per nuovi investimenti sul sito e sulla sicurezza dei lavoratori, anche nell’ambito delle bonifiche e della demolizione dei vecchi impianti presenti nell’area.
Il Vice Capo di Gabinetto Sorial ha sottolineato come sia stato “un incontro positivo, in cui si è riscontrato un avanzamento dell’implementazione del piano industriale, in particolare sul riavvio del sito di Piombino e sui livelli occupazionali. Riguardo agli investimenti — ha aggiunto — sono a disposizione risorse già previste nell’Accordo di Programma e destinate alla riqualificazione ambientale dell’area, direttamente correlate agli investimenti che l’azienda si è impegnata a realizzare”.
Un nuovo tavolo di monitoraggio sul sito siderurgico di Piombino è previsto entro la fine del prossimo mese di maggio.
Nei giorni avvenire i coordinatori saranno disponibili presso il consiglio di fabbrica per fornire tutte le informazioni, per quanti siano interessati.
Dichiarazione del segretario nazionale Fim Cisl Valerio D’Alò e del Segretario Fim Cisl Livorno-Piombino Fausto Fagioli
Si è appena concluso l’incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico tra Aferpi e le organizzazioni sindacali, gli enti locali (Regione e Comune) e il Ministero del Lavoro, alla presenza del capo di gabinetto del MiSE Sorial. Durante l’incontro l’azienda ha illustrato il piano di avanzamento dei lavori come previsto dall’accordo di programma siglato al MiSE lo scorso 24 luglio e dalle linee guida del business plan presentato da Jindal.
Tra le note positive abbiamo registrato la ripartenza lo scorso 28 agosto del treno rotaie, il 19 novembre il treno vergella, mentre di quest’anno il 31 gennaio la ripartenza del treno barre.
Contemporaneamente continua il processo di integrazione nella controllante indiana, Jws Jindal, attraverso la revisione dell’organizzazione interna, delle forniture, delle richieste e rinnovo delle certificazioni, il dialogo con i clienti e la riapertura delle linee di credito.
È stato inoltre avviato lo studio di fattibilità per la realizzazione della nuova acciaieria che renderebbe il sito indipendente dall’approvvigionamento del semiprodotto.
Come Fim abbiamo ribadito la necessità che l’avvio dei treni possa registrare una continuità produttiva derivante dall’aumento del portafoglio clienti. Abbiamo inoltre chiesto di poter conoscere nel dettaglio l’utilizzo di parte dei 18 milioni di euro previsti per gli investimenti sugli impianti e in che modalità, coinvolgendo anche Regione e Comune, si possa intervenire sulle infrastrutture portuali.
Abbiamo inoltre segnalato al Ministero come il Governo possa agire sul costo dell’energia, visto lo studio di fattibilità avviato sulla acciaieria, mentre al Ministero del Lavoro abbiamo chiesto il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali.
Il Governo si è impegnato a convocare le parti, entro la metà di maggio per verificare l’avanzamento dei lavori e ha annunciato la volontà di aprire un confronto per valutare la possibilità di prezzi agevolati sul costo dell’energia per le aziende energivore.
In chiusura il Governo ha sottolineato l’attenzione verso gli investimenti previsti: 18 milioni per il risanamento ( 181/89) e 15 milioni destinati alla tutela ambientale, mentre sugli ammortizzatori si attende l’esito della commissione a seguito dell’avvicendamento alla presidenza.
Su questa vertenza è stato perso fin troppo tempo c’è la necessità di accelerare dando finalmente sostanza agli impegni presi. Piombino deve tornare a colare acciaio e dare occupazione.
Associazione Coordinamento Art.1‑Camping CIG
In occasione dell’ odierno incontro tra azienda, sindacati e istituzioni alcuni lavoratori hanno organizzato un presidio davanti al Ministero. Erano presenti, in solidarietà con i lavoratori, Stefano Fassina (nella foto in alto a sinistra, ndr), LEU, e Eliana Como,Opposizione CGIL. I lavoratori, con cartelli e megafono, hanno ricordato ai presenti che a tutt’oggi non si sono visti segni tangibili di impegno dell’ azienda per investimenti che rilancino lo stabilimento di Piombino.
Opposizione Cgil
L’incontro di ieri al Mise si è rivelato inconcludente e deludente sotto tutti i punti di vista: sindacale, politico e democratico. Partendo dal primo aspetto tutti (sindacati, azienda, governo, Regione e Comune) incredibilmente soddisfatti in quanto paradossalmente si conviene che Jindal ‑seppur con qualche difficoltà- sta rispettando il cronoprogramma previsto dal fantomatico piano industriale. Anzi, si prevede a breve (quando?) un investimento di 30 milioni di euro sul treno rotaie (e il Tve e il Tmp?), l’aumento della forza lavoro in fabbrica, l’idea di far costruire l’eventuale forno elettrico prima degli investimenti di 17 milioni di euro per il ristrutturazione dei tre treni attuali.
Come si concilia tutto questo con la conferma del taglio del 30% del monte ore e la possibile esternalizzazione del servizio di vigilanza (magari preludio ad ulteriori spezzatini di reparto)? L’azienda, con il governo consenziente, ha ribadito che si prenderà tutto il tempo necessario cioè fino al 31 dicembre 2019 per decidere se costruire i/il forni/o elettrico con gli eventuali ulteriori due treni di laminazione. Il governo (assieme alla Regione) ha messo come unico paletto la mancata erogazione di contributi pubblici di 40 milioni di euro in caso di mancati investimenti. Ma se Jindal non farà gli investimenti previsti sarà totalmente disinteressata ai finanziamenti pubblici dato che comunque 30 anni di concessioni portuali se li è già portati a casa. A fine maggio (casualmente dopo le elezioni europee), nuovo punto della situazione e quindi per tre mesi calerà di nuovo il silenzio su Piombino e su Aferpi.
In merito agli ammortizzatori sociali due notizie entrambe poco confortanti. La prima sul lungo periodo, in quanto, in assenza di volumi di lavoro consistenti, probabilmente non basteranno a coprire il periodo (previsto dal cronoprogramma dei lavori 2018–2023) i soldi messi a disposizioni dal governo e dalla Regione per le aree di crisi complessa: ci sono 117 milioni, di cui 48 richiesti dalla Regione Toscana per Massa, Livorno e Piombino. L’altra molto più a breve: il pagamento della cig del mese di febbraio, da erogare tramite l’azienda il 15 marzo, potrebbe slittare oltre tale data, per tutta una serie di problemi burocratici e di avvicendamento dei dirigenti ministeriali andati in pensione in questi giorni.
Il fallimento della giornata si è completato con il comportamento delle organizzazioni sindacali Fiom, Fim e Uilm. Lodevole eccezione quella dei dirigenti dell’Ugl Metal, i quali, scendendo per primi, si sono fermati a parlare con i 15 lavoratori arrivati da Piombino a protestare perché non si era consentito di partecipare alle RSU aziendali e non si era promossa alcuna mobilitazione. I rappresentanti Fiom usciti dal portone principale si sono rifiutati di parlare con i lavoratori (quasi tutti iscritti alla Fiom!) dicendo che avrebbero dato le informazioni solo in assemblea e che la stessa sarebbe stata indetta per le 20:00. Si è reso così di fatto impossibile alla quasi totalità dei lavoratori di venirne a conoscenza, mentre l’assemblea si poteva e doveva convocare in anticipo, fin dai giorni precedenti; si è in pratica reso impossibile a molti di partecipare per la convocazione improvvisata; si sono scientemente tagliati fuori quanti partecipavano al presidio convocato dal Camping CIG e dall’Opposizione Cgil, i quali si erano recati al Mise in treno a proprie spese e chiaramente in treno non potevano fare in tempo a rientrare. Ulteriore beffa le due assemblee previste nella giornata del 20 sono state riservate solo a chi è a lavoro escludendo così nuovamente i cassaintegrati: ancora una volta, un comportamento antidemocratico.
Come Opposizione Cgil siamo estremamente delusi degli esiti dell’incontro ministeriale e siamo indignati dal tipo di rapporto che le organizzazioni sindacali Aferpi stanno tenendo nei confronti dei lavoratori, quasi che la loro presenza fosse nociva all’andamento della situazione, in particolare di quei lavoratori più scomodi che contrastano la narrazione tossica che azienda, sindacati, governo, Regione e Comune propinano. Nei prossimi giorni faremo sentire la nostra voce con un volantinaggio alle portinerie chiedendo che anche i lavoratori si facciano sentire in una vertenza che li coinvolge direttamente assieme alle loro famiglie e a un territorio ostaggio di una multinazionale inadempiente e un governo che ha deciso di ignorare Piombino almeno fino alle prossime elezioni europee.
Vogliamo invece ringraziare di cuore alcuni compagni del PCL che hanno portato la loro solidarietà, assieme a Eliana Como, portavoce nazionale dell’area Opposizione Cgil, e a Stefano Fassina, parlamentare di Leu, il quale nei prossimi giorni presenterà una interrogazione parlamentare sulla situazione Aferpi.
Fim, Fiom, Uilm
Nella giornata di martedì 19 febbraio 2019 si è svolto presso la sede del Ministero dello sviluppo Economico, l’incontro richiesto dalle organizzazioni sindacali con la società Aferpi, con la presenza del Comune di Piombino, Regione Toscana e l’Autorità portuale.
L’incontro aveva come obbiettivo quello di fare una prima valutazione relativa all’accordo di programma sottoscritto dall’azienda con le istituzioni, nonché del verbale di riunione del 12 giugno 2018 sottoscritto da Fim, Fiom e Uilm.
Per quanto riguarda le iniziative in atto Aferpi ha iniziato le opere di demolizione e a breve verranno valutate le offerte di aziende specializzate per quanto riguarda il primo lotto.
Così come sono state attivate delle linee di credito con importanti istituti di credito al fine di poter avere a disposizione un adeguato “circolante”.
Per quanto riguarda la produzione c’è da segnalare che per il mese di marzo è prevista la contestuale attività dei tre laminatoi con un impiego di circa 1.000 tempi pieni equivalenti.
Mentre sul piano degli investimenti, l’azienda ha dichiarato che potrebbe dar corso alla realizzazione in brevi tempi di un sistema di tempra per rotaie del valore pari a circa 30 milioni di euro.
Come organizzazioni sindacali pur apprezzando il lavoro fin qui realizzato dall’azienda, abbiamo chiesto una accelerazione del piano degli investimenti così come poter meglio comprendere le prime valutazioni del piano di fattibilità necessario per la realizzazione dei forni elettrici.
Investimento previsto per la realizzazione del piano iniziale è condizione necessaria per poter tornare a produrre acciaio.
Produzione che potrebbe essere favorita da un progetto riguardante tutte le attività logistiche attraverso un ridisegno delle aree che potrebbero tra l’altro favorire l’inserimento di altre imprese del settore, anche come risposta positiva sul piano occupazionale.
Rispetto a questa nostra richiesta, si è registrata la disponibilità sia del Governo che della Regione Toscana a valutare tutte quelle condizioni che potrebbero favorire la realizzazione di forni elettrici in un contesto di migliore viabilità e di utilizzo di tutto l’ambito portuale.
Considerando i tempi di realizzazione di questo piano, come organizzazioni sindacali abbiamo fatto presente la necessità della messa a disposizione di adeguati ammortizzatori sociali per accompagnare e sostenere il reddito dei lavoratori durante questa lunga fase.
A fronte di ciò, si è deciso di aggiornare il confronto per la metà del mese di maggio chiedendo ad Aferpi una maggiore concretezza sul tema degli investimenti.
Coordinamento Art. 1 Camping CIG
Apprendiamo dalla stampa che l’ incontro al MISE del 19 febbraio, tra azienda Aferpi, sindacati e parte pubblica (amministrazioni locali e governo) è piaciuto a Giorgio Sorial (vice capo di gabinetto del governo attuale) soddisfatto in particolare per il riavvio del sito di Piombino e per i livelli occupazionali raggiunti. Qualcuno ha verificato il dato di 630 lavoratori impiegati a tempo pieno? La nostra percezione quotidiana, (non abbiamo certo i dati di un ufficio personale), ci suggerisce un numero decisamente inferiore di lavoratori attivi e ci domandiamo come si può parlare di incremento quando l’ azienda procede alla riduzione fino al 30% delle maestranze previste in numerose postazioni di lavoro.
A noi, l’ incontro non è piaciuto affatto e ne avevamo previsto l’ esito inconsistente. Era stato firmato un accordo di programma nel quale l’azienda con abilità (contrariamente alla parte pubblica) aveva elargito promesse e/o ipotesi di sviluppo (mai precisi impegni), espresse sempre al condizionale e subordinate ad auspicabili andamenti favorevoli del mercato e dei profitti (la cosiddetta “fattibilità economica”); aveva invece imposto impegni precisi e perentori per le concessioni di agevolazioni finanziarie (parecchie decine di milioni) e di CIG obbliganti la parte pubblica. Con un accordo così strutturato, l’ esito della cosiddetta “verifica” del 19 febbraio non poteva che essere quel che è stato: tutto apparentemente bene per gli impegni di parte aziendale, indefiniti e inverificabili per contenuto e tempi; qualche imbarazzo di parte pubblica per quanto questa si era impegnata a fare, con un importante punto interrogativo sugli sviluppi futuri della CIG.. Quindi: nessun vero fatto nuovo. Esito analogo verosimilmente avrà anche la prossima verifica di maggio, perché, se ci si limita a verifiche formali sulla base delle dichiarazioni aziendali, non c’è nulla di verificabile a carico dell’ azienda. E non è detto che qualcosa ci sarà a fine 2019: la scadenza del cosiddetto “Piano di Fattibilità” non è formalmente perentoria e l’azienda potrebbe rinviarla a piacimento.
Questo è il capolavoro con cui Governo (precedente ed attuale) e amministrazioni locali hanno messo il cappio al collo dei lavoratori e della città, favorendo un gioco al rinvio (a cominciare dai 18 mesi concessi per la presentazione del “piano di fattibilità”) che logora impianti, mercati, lavoratori e tutta la città, che dovrebbe esercitare il suo diritto di progettare il rilancio dell’economia, la bonifica e l’utilizzo di nuove aree da liberare per la diversificazione economica.
Occorre una svolta concettuale. Un Governo non può lasciare uno dei più importati insediamenti industriali del Paese esposto all’ usura derivante da tattiche dilatorie; non può lasciare un’area di crisi complessa impantanata per i giochi planetari di una multinazionale. Al di là degli aspetti formali degli accordi, (su cui un Governo può, se necessario, comunque tornare) occorre guardare al comportamento dell’ azienda sul fronte della conduzione concreta dello stabilimento. Non sono di buon auspicio i risparmi all’ osso sulle manutenzioni di impianti ormai fatiscenti, la recente riduzione del personale previsto per molte postazioni, la mancanza di investimenti importanti sui treni; il bisogno di attaccarsi alla pericolosa laminazione di acciai al piombo pur di far vedere che per qualche settimana i treni “girano”; l’ assenza di segnali tangibili (in termini di consulenze, progetti, iter autorizzativi etc) di impegno che riguardi il colaggio dell’ acciaio. Su questo il Governo deve esercitare una sorveglianza sostanziale, anche con verifiche dirette in loco, pronto a intervenire se “si mena il can per l’ aia”.
Spirito Libero per Piombino
Il 19 febbraio si è svolto a Roma l’incontro tra i sindacati, il Mise senza però il Ministro Di Maio, la Regione Toscana ed il Comune di Piombino, ma, malgrado i temi all’ordine del giorno e l’assenza di risposte sugli stessi, per gran parte delle forze politiche piombinesi, di maggioranza come di opposizione, pare niente di grave stia succedendo e tutto invece sia sotto controllo. Vi sono certo elementi di positività, come la programmata produzione in contemporanea a marzo dei tre treni di laminazione e l’annuncio dell’investimento di 30 milioni sul treno rotaie, ma anche elementi di grande incertezza e forte preoccupazione. L’azienda ha perso clienti su vergella e barre dopo anni di inattività, sulle rotaie si è vista decurtata del 60% le commesse per RFI e non riesce a reperire facilmente semiprodotti dato che i suoi fornitori sono i suoi stessi concorrenti, con ciò determinando conti economici negativi. Si legge di una ipotesi di sperimentazione di acciai al piombo, senza che ancora vi siano certezze sulla sicurezza per i lavoratori. Si ipotizza uno stop da parte del Governo agli incentivi alle imprese energivore, come sarebbe Aferpi se avesse il forno elettrico, con l’abbandono nel 2020 degli strumenti incentivanti utilizzati, cioè l’interconnetor e l’interrompibilità. Sugli ammortizzatori sociali l’azienda già ora è costretta ad anticipare la Cig in deroga per una inadempienza del Governo e rischieremo di non avere risorse per il 2019 perché 114 milioni previsti per tuta Italia non basteranno considerato che solo la Toscana ne richiederà 48 e soprattutto non è certo che riusciremo a coprire tutto il tempo che intercorrerà prima della produzione di acciaio col forno elettrico. Questi ultimi due impegni sono peraltro stati assicurati all’azienda nell’accordo di programma dal Governo precedente che l’ha preparato e da quello attuale che l’ha firmato. Si parla anche di richieste di incontri dello stesso Jindal e di Nardi al Ministro Di Maio alle quali non viene data risposta. Per questo abbiamo presentato, col nostro Capogruppo Daniele Massari, un ordine del giorno per impegnare il Sindaco a richiedere urgentemente la convocazione del comitato esecutivo dell’accordo di programma, cioè lo strumento previsto per affrontare operativamente le tali questioni. Spirito Libero da anni crede fortemente nella diversificazione e nello sviluppo di turismo e piccola e media impresa, ma questo non impedisce di avere una industria che produce in modo pulito e lontano dalla città, perché senza di questa avremmo una città più povera ed aree da bonificare immense ed abbandonate. Anche qui, sfidiamo maggioranza ed opposizioni a battere un colpo.
“Fattibilità economica” la definizione chiave, l’architrave su cui si regge il piano Jindal, su cui incanta ed illude istituzioni e comuni cittadini. In questo i piombinesi hanno colpa, incapaci come sono di non riuscire a vedere oltre la fabbrica. Vissuti per innumerevoli decenni col mito del posto rassicurante e garantito dentro uno stabilimento che pur agonizzante dava da “mangiare” all’intera comunità. Comunità che non è cresciuta, che si è comportata come i “bamboccioni” che non vogliono lasciare la rassicurante vita in famiglia, ci ritroviamo adulti con una mentalità infantile, pronti a credere alle balle spaziali che ci propinano pur di rimanere ancorati al rassicurante passato che, aggiungo, non ci sarà mai e mai più. Poi si decantano tanto i forni elettrici, ma lo sapete che una fabbrica la cui produzione è basata su questa tipologia di forni è per definizione “a singhiozzo”: oggi mi serve tot tonnellate accendo il forno, domani no? tengo fermo il forno e mando tutti a casa. Perciò piombinesi bisogna fare uno sforzo e cercare di diventare “adulti” e vedere oltre la fabbrica, lasciarla come si lascia una madre ed intraprendere la vita indipendente da adulti che sì sarà difficile e faticosa, ma con il giusto coraggio permetterà a questo territorio di riprendersi e ricostruire un tessuto sociale ed economico oggi perduto.