Bilancio 2018 di RIMateria: oltre 2 milioni di deficit
PIOMBINO 28 agosto 2019 — Il 24 luglio di quest’anno l’assemblea di RIMateria, presenti tutti i soci, ha approvato il bilancio 2018. Il risultato finale è una perdita di 2.225.407 (nel 2017 il bilancio si era chiuso con un attivo di 166.263 euro). Differenziato il voto: Asiu e Unirecuperi hanno votato a favore, Lucchini ha espresso un voto contrario, Navarra si è astenuto. Il bilancio in perdita è stato approvato dal 57,75 % del capitale rappresentato. Ricordiamo che Asiu detiene il 27,75% del capitale, Unirecuperi il 30%, Navarra il 30% e Lucchini il 12,25%.
Significative sono le motivazioni espresse che denotano una situazione che eufemisticamente può essere definita di “grande difficoltà”.
Le traiamo letteralmente dal verbale dell’assemblea del 24 luglio chiamata ad approvare il bilancio di esercito 2018:
“Il socio Lucchini richiama l’intervento del socio Navarra nell’assemblea del 16/04 “l’attuale situazione finanziaria ed economica della società non può che dipendere dalla dissennata gestione dell’attuale consiglio di amministrazione anche per quanto riguarda la gestione commerciale della discarica. Fa notare al riguardo che, ad esempio, i pagamenti dei conferimenti sul mercato avvengono a vista e non a 60 gg e né a 30 gg e a prezzi mediamente superiori a quelli previsti dal contratto in essere con UR (è la sigla di Unirecuperi, ndr). E’ evidente quindi che l’attuale situazione di illiquidità in cui versa la società è diretta conseguenza della gestione del consiglio di amministrazione e del direttore generale tendente a favorire in via esclusiva il socio Unirecuperi, il quale, stando a quanto appena dichiarato si appresta a supportare la società soltanto quando RIMateria potrà consentire i conferimenti sugli ultimi due moduli della discarica.” In tal senso il dott. Nardi (Piero Nardi è il commissario di Lucchini in amministrazione straordinaria, ndr) ricorda di aver inviato una richiesta al Collegio sindacale ex art. 2408 cod. civ. (L’art. 2408 del codice civile stabilisce che “Ogni socio può denunziare i fatti che ritiene censurabili al collegio sindacale, il quale deve tener conto della denunzia nella relazione all’assemblea”, ndr).
Per le ragioni riguardanti i rapporti con i soci operativi Navarra e UR unitamente ai rapporti fra ASIU e RIMateria e alle note criticità circa la continuità aziendale che ritiene non superate, dichiara il proprio voto contrario all’approvazione del bilancio di esercizio.
ASIU spa (Asiu è in liquidazione, il liquidatore è Barbara Del Seppia, ndr): preso atto della relazione del collegio sindacale e della società di certificazione e della volontà dei soci Navarra ed Unirecuperi unitamente ad ASIU a coobbligarsi nella garanzia da presentare alla Regione Toscana in ottemperanza alla diffida dichiara il voto favorevole all’approvazione del bilancio di esercizio.
Unirecuperi: esprime dissenso in merito agli argomenti addotti dal socio Lucchini poiché sussistono a monte atti formali di assenso fra le parti approvati peraltro all’unanimità dei soci (Lucchini incluso) e comunque anche in considerazione della storicità degli aumenti tariffari in favore di RIMateria anche con riferimento al servizio prestato. In relazione alla continuità aziendale ne rileva la sussistenza e per tale ragione esprime voto favorevole al bilancio.
Navarra: ribadisce le perplessità già espresse in relazione all’operato del cda e del management in relazione al quale è attualmente in corso una due diligence commissionata da Navarra le cui risultanze sono ancora in corso di elaborazione. Non ritiene quindi di poter approvare il bilancio e si astiene dal voto.
Interviene nuovamente il socio Unirecuperi per contestare la legittimazione di Navarra e la sua qualità di socio.”.
La situazione è molto ingarbugliata ma allo stesso tempo fondamentalmente chiara nel senso che in RIMateria sono presenti realtà che, dalla differenza di valutazione dei soci sulla gestione, alla gestione commerciale della discarica, all’instabilità finanziaria, legittimano a parlare di un’azienda con un presente ed un futuro molto molto incerto.
Perché nel 2018 RIMateria ha perso oltre 2 milioni di euro
Le motivazioni addotte dagli amministratori sono sostanzialmente due, così espresse ufficialmente:
“La gestione ha riguardato esclusivamente l’attività di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi, essendosi interrotta, al 31/12/2017, qualsiasi attività relativa ai rifiuti urbani. Tale attività è stata fortemente influenzata dai seguenti eventi che hanno determinato una rilevante contrazione dei ricavi dell’esercizio rispetto al precedente (-56%):
- La vicenda giudiziaria iniziata a marzo 2018 con il sequestro preventivo, operato dalla Procura di Livorno, dell’impianto di smaltimento di Ischia di Crociano. Tale sequestro secondo il GIP si è reso necessario a causa dei ritardi accumulatisi nella messa a norma dell’impianto a causa della mancata attivazione dei lavori di captazione del biogas, di adeguamento della rete di raccolta del percolato e delle coperture temporanee dei moduli ormai esauriti. Tale sequestro si è risolto in maniera provvisoria, alla fine del mese di Aprile 2018, con un intervento del GIP che ha consentito alla società di riprendere le attività di conferimento e dei lavori di messa a norma sotto il controllo della Polizia Giudiziaria che a suo tempo aveva proceduto al sequestro e cioè i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (NOE) . Il dissequestro definito dell’impianto è stato disposto dal GIP nel successivo mese di settembre dopo che i carabinieri del NOE avevano presentato relazione sul regolare svolgimento delle attività anche in considerazione del rispetto cronoprogramma della realizzazione dei lavori di adeguamento concordato anche con l’Ente autorizzatore Regione Toscana,
- Il protrarsi dei tempi di approvazione da parte della regione Toscana della Variante Sostanziale presentata per poter sfruttare gli ultimi i di moduli B e C dell’attuale discarica (ex ASIU) per lo smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi e non per rifiuti contenenti amianto o rifiuti pericolosi stabili non reattivi come previsto dal DGRT 761 dell’agosto 2016. Tale ritardo ha determinato l’unitilizzabilità di detti moduli per tutto l’anno 2018 provocando una notevole contrazione dei conferimenti dell’esercizio rispetto all’anno precedente.”.
Senza fideiussioni la discarica non può operare
Dal momento che la Regione Toscana il 12 aprile ha rilasciato l’Autorizzazione Integrala Ambientale per la realizzazione di quei due nuovi moduli destinati al conferimento di rifiuti si potrebbe supporre che il problema era da considerarsi superato almeno per il tempo della loro utilizzazione, ma invece no, perché la stessa Regione il 23 luglio 2019, ha diffidato RIMateria ad adempiere, entro quindici giorni naturali e consecutivi, all’obbligo di presentazione di valide ed adeguate garanzie finanziarie a copertura della gestione post operativa della discarica e ha disposto contestualmente la sospensione delle attività di conferimento di rifiuti presso la stessa.
La storia è raccontata dallo stesso presidente di RIMateria, Claudia Carnesecchi, nel corso dell’assemblea del 22 luglio:
“…la società è in fase di sostanziale inattività ormai da una decina di giorni circa a seguito del mancato rilascio del nulla osta da parte della Regione toscana, nulla osta che condiziona come è noto l’esecutività della determina dirigenziale di variante sostanziale rilasciato ad aprile scorso. Il rilascio risultava, in una prima fase, condizionato al perfezionamento della voltura della titolarità dell’aia intestata a Lucchini spa, voltura perfezionata in data 01 luglio scorso con la determina dirigenziale n. 10791. Successivamente, in data 04 luglio la Regione Toscana ha notificato l’avvio di un procedimento finalizzato alla adozione di un atto di diffida con sospensione del titolo autorizzativo a causa della mancata ottemperanza della prescrizione di AIA che prevede che alla data del 30 giugno debba intervenire il rinnovo della polizza della post gestione in essere che va in scadenza ad agosto 2019.
La nostra società si è adoperata in tal senso e ha inviato in data 26 maggio scorso il testo dalla polizza definita con Argo Global unitamente alla contabile di avvenuto pagamento del premio. Inspiegabilmente e senza alcun preavviso la compagnia ha provveduto a metà giugno a restituire il premio percepito facendo così intendere l’indisponibilità a perfezionare la polizza.
Si è nuovamente attivata, tra le molteplici difficoltà, la ricerca di mercato per addivenire alla soluzione del problema, e ad oggi la nostra società ha a disposizione una proposta di NGL Broker che propone una copertura con coobbligazione dei due soci privati e una proposta di Generali che richiede la coobbligazione di UR, Navarra e ASIU spa.
Il mancato invio della garanzia, entro i termini che saranno dettati nella diffida (attesa entro breve posto che il termine della pec del 04 luglio si sono compiuti in data 19 luglio), comporterà l’adozione di un atto di diffida con sospensione del titolo e successivamente a completamento degli ulteriori termini interverrà la revoca del titolo.
Posto tutto quanto esposto è evidente che è in serio dubbio la continuità della società, posto che per la risoluzione dell’intera problematica è in primo luogo essenziale che i soci valutino le rispettive disponibilità a coobbligarsi.”.
Perché la richiesta di coobbligazione da parte dei soci di RIMateria
Occorre dunque che le fideiussioni non siano garantite solo da RIMateria ma anche dai soci (Unirecuperi, Navarra e Asiu). Perché?Presumibilmente perché la società assicuratorice che rilascia le fidejussioni, che evidentemente conosce RIMateria, si sente più tutelata dato che “i soggetti coobbligati, sono tenuti a partecipare al risarcimento dell’ente fideiussore qualora si verifichi l’escussione della fideiussione, ovvero nel caso in cui il beneficiario della polizza, solitamente a causa di inadempimento dell’accordo preso, si trovasse in diritto di incassare il risarcimento predisposto al momento della stipula del contratto”.
Ma Navarra non ne vuol sapere di coobbligarsi “dal momento che da quando è divenuto socio non ha mai esercitato le proprie prerogative in termini commerciali e soprattutto in considerazione del fatto che il socio Navarra non ha di fatto partecipato in modo significativo alla gestione di Rimateria rimanendone di fatto costantemente ai margini. E’ in corso una due diligence su tutta la gestione della società, che non è ancora conclusa, per cui allo stato dei fatti Navarra non ha ancora la contezza delle reali condizioni oggettive e generali in cui si trova la società, potendo presumere dagli elementi a disposizione che la società non sarebbe in condizioni di fare gli accantonamenti post mortem con i volumi ancora disponibili. Gli intendimenti ampiamente manifestati e dichiarati dalla nuova amministrazione del comune di Piombino, peraltro, non consentono al socio Navarra di assumere un onere così rilevante in assenza di uno scenario di sviluppo certo”.
Coobbligazione sì ma a patto che RIMateria si ristrutturi
È la conclusione cui i soci arrivano dopo due giorni quando, sempre in sede di assemblea, Navarra interviene per dichiarare la disponibilità a sottoscrivere la coobbligazione richiesta da Generali unitamente a Unirecuperi e ad ASIU a condizione che siano realizzate da parte del Consiglio di amministrazione modifiche organizzative che consentano un significativo risparmio della spesa. Che cosa voglia dire lo specifica Unirecuperi che invita il consiglio di amministrazione “ad adoperarsi affinché vengano poste in atto tutte le decisioni necessarie per dare continuità alla società, con particolare riferimento alle azioni necessarie al presidio della spesa e quindi della cassa nonché intervenire in materia di revisione organizzativa (riferibile al capitale umano e ai rapporti di consulenza) e si dichiara fin da subito disponibile a fornire tutte le informazioni, i chiarimenti nonché il supporto necessari perché l’organo amministrativo possa assumere i propri orientamenti. Il consiglio in questo contesto ha l’obbligo formale di pronunciarsi su quanto proposto dal socio e di prendere una posizione formale che vede da un lato un intervento di tipo riorganizzativo molto significativo ed impattante, dando riposta alla proposta di Navarra, o diversamente se detta strada non fosse perseguibile, assumere un orientamento di altro segno.”.
Il consiglio di amministrazione subito riunito assume l’impegno richiesto e così si sblocca la situazione dato che Asiu già precedentemente aveva dichiarato la propria disponibilità essendo peraltro allo stato dei fatti già coobbligata nella polizza principale.
Che cosa significhi esattamente non è dato sapere ma certo fa riferimento anche al fatto che l’organico di RIMateria nel 2018 era costituito da 45 dipendenti di cui 24 operai, 17 impiegati, 3 quadri ed un dirigente con un evidente squilibrio a favore degli impiegati, ma probabilmente non c’è solo questo quando si parla di costi e di introiti se Navarra ha commissionato una due diligence su tutta la gestione della società che non è ancora conclusa, per cui allo stato dei fatti la stessa Navarra “non ha ancora la contezza delle reali condizioni oggettive e generali in cui si trova la società, potendo presumere dagli elementi a disposizione che la società non sarebbe in condizioni di fare gli accantonamenti post mortem con i volumi ancora disponibili”.
Lo stato dell’arte delle autorizzazioni ed il futuro da conquistare
Posto che le fideiussioni permettano la ripresa dell’attività di RIMateria essa non può che concentrarsi sui due moduli che costituiscono il “cono rovescio” e rendono disponibile una capienza di 140mila metri cubi. Quantità che da sola non autorizza a parlare di un’azienda con prospettive solide e certe.
È per raggiungere questo obbiettivo che RIMateria presentò a suo tempo alla valutazione di Impatto Ambientale i tre progetti per
- Attività di Trattamento e riciclo in loco delle scorie con impianto mobile su Area Li53,
- Variante 2 alle opere di chiusura della discarica Lucchini-riprofilatura con la discarica RIMateria,
- Nuova discarica su Area Li53.
Sono i progetti capaci di assicurare una volumetria di rifiuti speciali pari a 2.850.000 metri cubi.
La storia delle reazioni popolari è nota e non è necessario ripercorrerla. C’è da sottolineare che la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale non è ancora terminata e che comunque dopo di essa sarebbe necessaria un’altra procedura, quella relativa all’ Autorizzazione Integrata Ambientale sia per la ex discarica Lucchini (anche volturando la vecchia autorizzazione ne occorrerebbe comunque una nuova relativa al progetto sottoposto a VIA) sia per quella da costruire sulla LI53 dopo il collaudo delle necessarie messe in sicurezza approvate dal Ministero dell’ambiente.
Tempi lunghi anche al netto del fatto che, ed è la cosa più importante, il Comune di Piombino e la popolazione di Piombino, in grande maggioranza, si sono dichiarati assolutamente contrari.
Non si sfugge dunque alla necessità di lavorare ad una progetto che da un lato poggi sul fatto che i progetti sottoposti a VIA non possono e non debbono essere approvati e realizzati (oltretutto poggerebbero solo sull’importazione di rifiuti speciali dall’esterno essendo la finalità di puntare sulla lavorazione dei materiali delle bonifiche ambientali della zona industriale una pura petizione di principio basata sul nulla) e dall’altro affini l’ipotesi di una riconversione di RIMateria. Tutto da studiare, naturalmente, sia per la fase transitoria che per quella definitiva, senza immaginare soluzioni assistenziali o rientri nella proprietà pubblica che, basta leggere lo statuto di RIMateria a questo proposito, sembrano, ed in realtà lo sono, proprio non praticabili.