Biogas e copertura non a norma, diffidata RiMateria

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PIOMBINO 30 novem­bre 2017 – La Regione Toscana ha dif­fida­to RiMa­te­ria, in quan­to gestore del­la dis­car­i­ca di Ischia di Cro­ciano, a rispettare, nel­la ges­tione del­la dis­car­i­ca stes­sa, le pre­scrizioni dell’Autorizzazione Inte­gra­ta Ambi­en­tale rilas­ci­a­ta dal­la Provin­cia di Livorno nel 2011 e mod­i­fi­ca­ta dal­la Giun­ta regionale nel 2016. Ha ordi­na­to inoltre l’attivazione imme­di­a­ta, sen­za ulte­ri­ori e immo­ti­vati ritar­di e non oltre il ter­mine mas­si­mo di 30 giorni, tutte le azioni nec­es­sarie a elim­inare le inosser­vanze real­iz­zan­do le seguen­ti azioni min­ime:

  • garan­tire l’aspi­razione in con­tin­uo e il trat­ta­men­to del bio­gas, ripristi­nan­do imme­di­ata­mente il col­lega­men­to di tut­ti i pozzi di estrazione esisten­ti alle stazioni di aspi­razione e invian­do il bio­gas estrat­to a ido­neo trat­ta­men­to;
  • effet­tuare la cop­er­tu­ra provvi­so­ria di tutte le super­fi­ci del­la dis­car­i­ca non inter­es­sate dal prog­et­to di ampli­a­men­to del­la quar­ta vari­ante, la cop­er­tu­ra tem­po­ranea delle aree di dis­car­i­ca non inter­es­sate dal­lo scari­co gior­naliero dei rifiu­ti da almeno 15 giorni e la cop­er­tu­ra gior­naliera dei rifiu­ti scar­i­cati, sec­on­do le modal­ità ripor­tate nell’autorizzazione, min­i­miz­zan­do l’infiltrazione delle acque mete­oriche e la con­seguente pro­duzione di per­co­la­to; con­tem­po­ranea­mente dovran­no essere real­iz­zate le nec­es­sarie opere di regi­mazione e allon­tana­men­to delle acque mete­oriche super­fi­ciali non con­t­a­m­i­nate;
  • ver­i­fi­care gior­nal­mente il liv­el­lo del per­co­la­to pre­sente nei pozzi di estrazione, garan­ten­done l’allontanamento con con­ti­nu­ità;
  • eseguire le ver­i­fiche in loco sui rifiu­ti ammes­si allo smal­ti­men­to, sec­on­do le modal­ità pre­viste dall’autorizzazione.

Asiu ave­va ottenu­to l’Au­tor­iz­zazione Inte­gra­ta Ambi­en­tale nel 2007 e nel 2011 e RiMa­te­ria nel 2016 per la real­iz­zazione e l’e­ser­cizio di una dis­car­i­ca per i rifiu­ti non peri­colosi a Ischia di Cro­ciano.
La Regione Toscana ave­va effet­tua­to dei sopral­lu­oghi il 26 aprile 2017 e l’11 maggio2017 nel cor­so dei quali era sta­to accer­ta­to:

  1. la man­ca­ta aspi­razione del bio­gas prodot­to e suc­ces­si­vo invio ai sis­te­mi di recupero/trattamento, con con­seguente totale emis­sione dif­fusa e incon­trol­la­ta in atmos­fera;
  2. l’assenza di cop­er­tu­ra defin­i­ti­va (anche in con­fig­u­razione sem­pli­fi­ca­ta), tem­po­ranea e gior­naliera delle super­fi­ci del­la dis­car­i­ca, con ges­tione di un fronte di scari­co di super­fi­ci mag­giori a quelle con­sen­tite;
  3. la man­ca­ta regi­mazione di tutte le acque mete­oriche rica­den­ti sul­la super­fi­cie del­la dis­car­i­ca, con con­seguente infil­trazione di tali acque nei rifiu­ti e con­seguente man­ca­ta min­i­miz­zazione del­la pro­duzione di per­co­la­to;
  4. la man­ca­ta real­iz­zazione di aree attrez­zate per ospitare la quar­an­te­na dei rifiu­ti sot­to­posti a ver­i­fi­ca ana­lit­i­ca in loco e quin­di la man­ca­ta effet­tuazione di con­trol­li analiti­ci sui rifiu­ti ammes­si a dis­car­i­ca;
  5. la man­ca­ta pre­sen­tazione del piano di ges­tione oper­a­ti­va speci­fi­co per la colti­vazione del pri­mo lot­to del­la dis­car­i­ca.

Era chiaro che non era­no state rispet­tate le pre­scrizioni a suo tem­po date ed in par­ti­co­lare

  • il bio­gas prodot­to dal­la dis­car­i­ca non era aspi­ra­to e bru­ci­a­to dal sis­tema di recu­pero ener­geti­co o com­bus­to in tor­cia e quin­di non sono state adot­tate tutte le mis­ure nec­es­sarie ad evitare un aumen­to, anche tem­po­ra­neo, del­l’in­quina­men­to in ogni matrice ambi­en­tale (in questo caso la matrice aria);
  • la super­fi­cie del fronte di scari­co era net­ta­mente supe­ri­ore ai 3000 metri qua­drati pre­scrit­ti in autor­iz­zazione e lo stes­so fronte non risul­ta­va dota­to di cop­er­tu­ra gior­naliera; le par­ti di dis­car­i­ca non in colti­vazione non era­no uni­forme­mente ed adeguata­mente cop­erte e nes­suna area del­la dis­car­i­ca non inter­es­sa­ta dagli inter­ven­ti di ampli­a­men­to era dota­ta di cop­er­tu­ra defin­i­ti­va, anche in con­fig­u­razione sem­pli­fi­ca­ta;
  • non era­no state imme­di­ata­mente real­iz­zate, essendo trascor­si oltre 8 mesi dal rilas­cio dell’ Autor­iz­zazione, le opere di regi­mazione idrauli­ca, anche in con­fig­u­razione provvi­so­ria, al fine di garan­tire fin da subito l’allontanamento delle acque mete­oriche, min­i­miz­zan­done l’infiltrazione nel cor­po dei rifiu­ti.

A questo si aggiunge­va il man­ca­to invio di comu­ni­cazioni e doc­u­men­tazioni nec­es­sarie alla ver­i­fi­ca del fun­zion­a­men­to del­la dis­car­i­ca.
Di qui la dif­fi­da ad effet­tuare tutte le azioni nec­es­sarie per il rispet­to del­la Autor­iz­zazione Inte­gra­ta Ambi­en­tale e l’or­dine ad eseguire imme­di­ata­mente (entro 30 giorni) gli inter­ven­ti più urgen­ti.

2 risposte a “Biogas e copertura non a norma, diffidata RiMateria”

  1. Valerio Caramassi says:

    A segui­to di un sopral­lu­o­go nei nos­tri impianti da parte dei Noe dei Cara­binieri e del­la Regione Toscana avvenu­to pri­ma dell’estate abbi­amo rice­vu­to una dif­fi­da a ripristinare la fun­zion­al­ità di una serie impianti e di pratiche oper­a­tive. Al momen­to del sopral­lu­o­go era­no già in cor­so le pro­ce­dure di gara rel­a­tive agli inter­ven­ti nec­es­sari. Ad oggi quegli inter­ven­ti sono già qua­si ter­mi­nati e in tal sen­so rispon­der­e­mo alla Regione. Fac­ciamo solo una con­sid­er­azione: se non vi fos­se sta­ta RiMa­te­ria, con il suo piano Indus­tri­ale e le con­seguen­ti risorse da esso derivate e inves­tite nel ripristi­no delle situ­azioni dif­for­mi, lo sta­to dei luoghi sarebbe rimas­to in situ­azioni ambi­en­tal­mente impat­tan­ti. Mag­a­ri non lo avrebbe saputo nes­suno e tut­ti sareb­bero sta­ti feli­ci e con­tenti. Meno che l’ambiente.

  2. Renzo Carletti says:

    La dif­fi­da del­la Regione Toscana ver­so RiMa­te­ria è data­ta 29 novem­bre 2017 e dà tem­po fino al 29 dicen­bre (30 giorni) per met­tere a nor­ma gli impianti, a meno di un ricor­so al TAR. Nonos­tante la nuo­va ges­tione, gravi sono anco­ra le con­dizioni impiantis­tiche, ad esem­pio il metano e l’anidride car­bon­i­ca dal­la dis­car­i­ca si lib­er­a­no diret­ta­mente nel­l’aria inquinan­dola. Ma molte altre sono le pre­scrizioni con­tenute nel­la dif­fi­da che delin­eano un quadro pre­oc­cu­pante, si ipo­tiz­za ad esem­pio il pos­si­bile supera­men­to delle argina­ture di fon­do vas­ca da parte del per­co­la­to. Se non vi fos­se sta­to il prog­et­to RiMa­te­ria la dis­car­i­ca Asiu avrebbe dovu­to essere chiusa e mes­sa in sicurez­za. Si è scel­to per la quar­ta vol­ta di riman­darne la chiusura pre­sen­tan­do un ambizioso prog­et­to indus­tri­ale, basato fra l’al­tro su azioni e con­dizioni che non si sono ver­ifi­cate. Ma chi intraprende un’im­pre­sa deve avere la capac­ità per pri­ma cosa di lavo­rare nel rispet­to del­l’am­bi­ente e per fare questo è nec­es­sario inve­stire, avere cap­i­tali a dis­po­sizione e non deb­iti. I prof­itti orig­i­nati sono andati agli stipen­di, a rip­i­anare il vec­chio deb­ito Asiu e solo in parte a risis­temare gli impianti. Ma met­tere a nor­ma gli impianti ed il rispet­to delle pre­scrizioni date dal­la Regione dove­vano essere la pri­ma azione da com­piere, la tutela del­la salute dei cit­ta­di­ni e del­l’am­bi­ente dove­vano essere messe al pri­mo pos­to.

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