Bisogna che il sindacato accetti il contraddittorio

· Inserito in Lettere
pervenuta in redazione

PIOMBINO 11 set­tem­bre 2015 - Il sin­da­ca­to sa che il con­trad­dit­to­rio esiste  nelle democra­zie, non esiste nei regi­mi total­i­tari e sic­come siamo in democrazia rite­ni­amo sia legit­ti­mo esercitare  un’ azione di dife­sa del­la dig­nità , dei bisog­ni e dei dirit­ti dei  lavo­ra­tori.
Cer­care la migliore delle soluzioni  non sig­nifi­ca den­i­grare  gli accor­di sin­da­cali, come il leg­ger­li e il giu­di­care  se pos­i­tivi oppure neg­a­tivi. Cer­to è che quel­li fino ad oggi sot­to­scrit­ti, in regime di Ammin­is­trazione stra­or­di­nar­ia, sono accor­di “ difen­sivi “ con pesan­ti con­seguen­ze per i lavo­ra­tori, con perdi­ta di dirit­ti acquisi­ti e rin­unce  salar­i­ali.
A nos­tro avvi­so sia l’accordo sep­a­ra­to del 3 giug­no 2015 defini­to per il pas­sag­gio dei lavo­ra­tori in Afer­pi (fir­ma­to anche dai seg­re­tari nazion­ali) che pure l’altro sul­la  mora­to­ria sin­da­cale di tre anni per la con­trat­tazione di sec­on­do liv­el­lo (non fir­ma­to dai seg­re­tari nazion­ali), non sono sicu­ra­mente tra i migliori stip­u­lati dal sin­da­ca­to negli ulti­mi anni in Italia, con aziende in ammin­is­trazione stra­or­di­nar­ia e acquiren­ti.
Il grup­po di “Mino­ran­za sin­da­cale”, come ci definisce la stam­pa, è  un grup­po di lavo­ra­tori e lavo­ra­tri­ci iscrit­ti ai sin­da­cati; uni­ti dal­la comune volon­tà di difend­er­si col­let­ti­va­mente dal­l’at­tac­co che l’Azien­da sta por­tan­do alle con­dizioni di lavoro e di vita di tut­ti i lavo­ra­tori e le lavo­ra­tri­ci ex Luc­chi­ni, ex Luc­chi­ni Servizi e indot­to; uni­ti soprat­tut­to dai bisog­ni di chi ha per­so il lavoro o lo sta per perdere. Siamo di diver­si schiera­men­ti politi­ci e estrazioni sin­da­cali, schiera­men­ti  con­cepi­ti però  al 1992 e non a tutt’oggi quan­do tali ori­en­ta­men­ti risul­tano cer­ta­mente molto con­fusi.
Siamo un grup­po di lavo­ra­tori che non ritiene di dover accettare tut­to pas­si­va­mente. Il “mod­el­lo Piom­bi­no”,  riven­di­ca­to dalle isti­tuzioni,  Comune, Regione, Gov­er­no  e Sin­da­cati  come la com­ple­ta soluzione del prob­le­ma, mette in realtà lavo­ra­tori e  lavo­ra­tri­ci  in con­dizioni di vita di gran­dis­si­mo dis­a­gio e sof­feren­ze sen­za sapere per quan­to tem­po e sen­za nes­suna certez­za per il futuro, altro che “momen­to com­pli­ca­to, molto del­i­ca­to e dif­fi­cile”.
A questo propos­i­to da tem­po chiedi­amo insis­ten­te­mente che sia eroga­to urgen­te­mente ai lavo­ra­tori  il Tfr (la liq­uidazione), mat­u­ra­to e accan­to­na­to con anni di duro lavoro e dedi­zione azien­dale.
Le famiglie dopo tre mesi di Cigs, a 800 euro al mese, ver­sano in gran­di dif­fi­coltà, in spe­cial modo quelle monored­di­to e con figli a cari­co, ai lavo­ra­tori assun­ti in Afer­pi  la Regione ha taglia­to l’integrazione del 15% ai con­trat­ti di sol­i­da­ri­età con gravi riper­cus­sione sui bilan­ci famil­iari. Chiedi­amo al gov­er­na­tore Rossi l’immediato ripristi­no dell’ inte­grazione.
In mer­i­to alla sicurez­za sul lavoro, gli ulti­mi  infor­tu­ni occor­si ai lavo­ra­tori, così come ripor­ta­to dal­la stam­pa, di cui uno  serio,  è un seg­nale che deve essere pre­so in con­sid­er­azione  da tut­ti gli attori del­la Sicurez­za, e “ rimette in evi­den­za la ques­tione del­la  sicurez­za”.
Inoltre siamo altresì pre­oc­cu­pati dalle ultime notizie di stam­pa, con­cer­nen­ti le voci di  dimis­sioni del diret­tore gen­erale Zam­bon. In relazione a ques­ta ipote­si esprim­i­amo la nos­tra pre­oc­cu­pazione riguar­do all’acquisto del forno elet­tri­co ed in mer­i­to chiedi­amo che il sin­da­co e i sin­da­cati fac­ciano richi­es­ta di pot­er acquisire la doc­u­men­tazione uffi­ciale che attesti l’avvenuto ordine di acquis­to di tale forno e ren­der­la pub­bli­ca medi­ante il sito web del Comune di Piom­bi­no.
Cogliamo occa­sione di sug­gerire al sin­da­ca­to, così da fugare ogni dub­bio in mate­ria, di vig­i­lare  ver­i­f­i­can­do il rispet­to dell’accordo per i con­trat­ti di sol­i­da­ri­età, che prevede che la forza lavoro effet­ti­va­mente oper­ante in fab­bri­ca non sia infe­ri­ore al 40% del totale dei lavo­ra­tori a libro matri­co­la.
Per quan­to sopra espos­to chiedi­amo, a gran voce, alle isti­tuzioni e ai sin­da­cati che si agis­ca velo­ce­mente: il tem­po delle chi­ac­chiere è ter­mi­na­to.

Grup­po di Mino­ran­za Sin­da­cale

Commenta il post