Bonifica di Città futura ferma all’ennesima stazione
PIOMBINO 18 giugno 2017 — Nel lungo viaggio per la bonifica di Città futura il Comune di Piombino è arrivato ad un’altra stazione di passaggio e si è fermato. Che cosa è successo di nuovo? Il Comune sta redigendo l’ennesima variante al progetto approvato ma, lo dice una recente deliberazione con la quale la giunta comunale ha deliberato una variazione d’urgenza al bilancio 2017/2019 , “in un incontro svoltosi nei giorni scorsi i tecnici del Ministero dell’ambiente hanno però verbalmente richiesto che prima di procedere all’approvazione di varianti al progetto già approvato si proceda comunque alla prova sopra esposta in tempi ravvicinati e comunque entro e non oltre il mese di giugno 2017”. In cosa consiste la “prova sopra esposta” lo spiega così lo stesso Comune: “Con decreto del Ministro del 2011 si approvava il progetto di bonifica di Città futura ove si prevedeva di “lavare” le scorie mediante un processo definito soil washing per riposizionarle poi in pristino. Il progetto era stato approvato con prescrizioni. Una di queste è che prima di procedere con i lavori si realizzasse una prova di lavaggio delle scorie di altoforno su scala reale in quanto la prova di lavaggio era stata condotta in laboratorio. A seguito degli studi condotti da ASIU sulle scorie per la realizzazione del conglomix, una miscela di inerti, scorie e cemento, si era ritenuto che la prova sul lavaggio delle scorie fosse da considerarsi superflua in quanto avrebbe necessariamente portato ad un esito negativo stante la tipologia del materiale che in bagno acido formava una pellicola inertizzata ma assai fragile per cui il rimaneggiamento (la rimessa in pristino) avrebbe portato alla sua rottura e quindi a rendere vano il trattamento… L’effettuazione della prova imprevista si connota quindi come urgente tanto da rendere indispensabile procedere con una variazione di bilancio per stanziare le risorse necessarie”.
110.000 euro è il costo che viene finanziato con una pari cifra derivante dalla restituzione da parte di Asiu delle somme a suo tempo versate dal Comune di Piombino proprio per la bonifica di Città futura che successivamente lo stesso Comune ha deciso che Asiu non avrebbe fatto.
Ricapitoliamno brevemente la storia.
Nel 1996 venne finanziato al Comune di Piombino dal Ministero dell’ ambiente l’acquisto e la bonifica delle aree di Città futura.
Nel 2005 lo stesso Ministero approvò il progetto preliminare di bonifica presentato dal Comune e dettò delle condizioni.
Bisogna arrivare al 2008 perché venisse approvato il progetto definito che però dovette essere rivisto sulla base delle prescrizioni e così si arrivò al 2009 per l’approvazione ultima del Ministero.
Nel frattempo, nel 2007, era stato stipulato l’accordo di programma quadro “per gli interventi di bonifica negli ambiti marino-costieri presenti all’interno dei siti di bonifica di interesse nazionale di Piombino e Napoli Bagnoli-Coroglio”, quello dei fanghi di Bagnoli. Tra i finanziamenti previsti c’erano anche 13.500.000 euro per la bonifica dell’ area Città futura e della discarica di Poggio ai Venti. Si diceva nello stesso accordo che erano state caratterizzate le aree pubbliche denominate Città futura, per la quale era stato approvato con prescrizioni il progetto definitivo di bonifica dei suoli e della falda.
Nel 2009 i soldi entrarono nel bilancio del Comune di Piombino.
Sembrava tutto a posto ed invece nel 2010 la Giunta comunale prendeva atto di una variante del progetto di bonifica perché doveva essere adeguato alle nuove previsioni urbanistiche: nella zona doveva essere realizzato il Piano Integrato Urbano di Sviluppo Sostenibile (quello che prevedeva museo del ferro, centro per la danza e così via).
Lo ricordiamo per inciso: il PIUSS non è mai stato realizzato ed il Comune ha restituito il finanziamento ottenuto alla Regione.
Anche questa variante andò naturalmente all’approvazione ministeriale avvenuta nel 2011 con prescrizioni.
Nel 2012 il Comune affidò la realizzazione della bonifica all’ Asiu. Si fece una gran confusione tra Asiu e Tap, si dettero per utilizzabili impianti che non lo erano ma tant’è. Asiu dichiarò nel febbraio 2012 che i ricavi da bonifiche di Città futura sarebbero ammontati a 1 milione 650mila euro e che la durata dei lavori, prevista per un importo di 13 milioni 500mila euro, sarebbe stata di tre anni, cioè che i lavori sarebbero finiti entro il febbraio 2015. In realtà nel dicembre 2014 sempre Asiu in un documento ufficiale firmato dall’amministratore unico Fulvio Murzi, affermava: “…Ad oggi risulta completata l’attività di demolizione degli edifici e delle linee ferroviarie presenti nonché l’attività di allontanamento di tutti i materiali derivati dalle demolizioni effettuate. Il Comune di Piombino ha trasferito ad Asiu 1 milione di euro che risulta impegnato per oltre 600mila euro. Nella fase attuale sono in corso di esecuzione attività integrative in situ…”.
La tappa successiva fu dell’ agosto 2016 quando la giunta comunale per 47.000 euro affidò allo Studio Sanitas l’incarico di predisporre la “progettazione ambientale” di Città futura motivandola col fatto che “la procedura seguita da Aferpi per la messa in sicurezza operativa dell’area dello stabilimento, sta andando avanti in modo spedito (facciamo presente che l’analisi di rischio della zona industriale Aferpi non è mai stata approvata dal Ministero e così di conseguenza il progetto dibonifica, ndr) mentre la progettazione ambientale di Città futura ha subito un drastico rallentamento a causa dell’elevato costo dell’intervento che esorbita molto dalla dotazione economica disponibile, tra l’altro messa a disposizione dal Ministero dell’Ambiente e che sta premendo molto per definire la progettazione in parola”.
Peccato che non ci si era ricordati che occorreva attuare una delle prescrizioni date a suo tempo e così occorre colmare la lucuna.
Sono passati 21 anni.
Il sindaco di Piombino è convinto che la colpa sia delle difficoltà burocratiche.
È evidente invece che che i problemi sono prevalentemente politici.
Un ultimo tra tutti.
Il Comune in realtà non sa ancora cosa fare esattamente in quella zona.
La storia è più complessa, ma una cosa è certa: la mancata bonifica di Città futura non è colpa della burocrazia. La colpa ricade interamente sull’amministrazione comunale che, in possesso di un progetto di bonifica approvato dal ministero e dei soldi necessari per eseguirlo, ha bloccato tutto e continua sulla stessa strada. L’amministrazione nel tempo ha cambiato idea sia sull’utilizzo dell’area sia sul modo di procedere imboccando percorsi e procedure diverse. All’inizio, era chiaro, si trattava di riconvertire una zona industriale ad uso urbano. Questo avrebbe permesso di riunificare il Cotone alla città. Erano previsti giardini, piste ciclabili, nuovo centro civico Cotone, parco della danza e della musica, si trattava di costruire un nuovo rapporto tra città e fabbrica, creare una zona filtro, ecc. Per questo nel 2000 tale area è acquistata spendendo circa 7 milioni di euro. Su tale ipotesi viene fatto elaborare nel marzo 2005 (è redatto dalla società Ambiente s.c.) il progetto preliminare di bonifica, in conformità all’art. 10 del D.M. n. 471/1999. Attraverso uno screening delle alternative progettuali potenzialmente applicabili sul sito in oggetto, il progetto preliminare ha individuato nella rimozione totale del materiale contaminato la tecnologia di bonifica più efficiente per il sito in oggetto. Il progetto modificato ottiene l’approvazione definitiva dal ministero con altre prescrizioni nel 2009. Nello stesso anno il Comune ha a disposizione in cassa 13,5 milioni di euro per effettuare la bonifica. Parte la procedura per il bando di gara europeo per l’affidamento dei lavori. Nel bando-preinformativo si può notare che i lavori erano ampiamente descritti, che il progetto era definitivo, era stato approvato dal ministero ed i costi erano da 11 a 12 milioni di euro, già a disposizione dell’amministrazione comunale! Si poteva cominciare, i lavori da effettuare erano chiari, i soldi avanzavano!! Ma si cambia strada in modo difficilmente spiegabile. Si decide di non procedere con il bando di gara europeo e di affidare ad Asiu la bonifica perché società interamente controllata dal Comune e perché dotata delle capacità di compiere tale lavoro. Di tale capacità era palesemente non dotata! Mancava anche degli impianti adatti allo scopo! Asiu comincerà i lavori e non li porterà mai a temine così come avviene con le discariche di Poggio ai Venti, altra bonifica che gli era stata incautamente affidata. Stessa indeterminatezza sull’utilizzo: si cambia piano regolatore ed una parte di Città futura di proprietà comunale veniva ceduta alla Lucchini-Severstall per permettere la costruzione di un impianto per laminati piatti (mini-mill). Ma l’idea del mini-mill era più dell’amministrazione che della Lucchini ed infatti non verrà mai costruito. Si potrebbe approfondire e continuare la storia! Ma saltiamo all’oggi. Per quale motivo si ricomincia con un nuovo studio per cambiare il tipo di intervento di bonifica? Mancano i soldi? Nel 2012 Asiu dichiarava che avrebbe finito i lavori affidatigli entro il 2015 e ne avrebbe ricavato un profitto di oltre un milione! Si vuole approfittare della nuova legge 152/2006 che diversamente a quanto stabilito dal precedente D.M. n.471/1999 permette di essere più elastici sui valori degli inquinanti ammessi mediante l’introduzione delle Concentrazioni Soglia di Rischio (CSR)? Cosa vuole fare l’amministrazione in tale area?
Infine vi chiederei una vostra gentile spiegazione dell’affermazione riportata dal vostro giornale secondo cui l’Analisi Rischio Sito Specifica (AdR) di Aferpi non è ancora approvata. Questa affermazione mi sembra contraddetta dal comunicato “Stato delle procedure per la bonifica — Maggio 2017” del ministero dell’ambiente dove è presente una cartina che evidenzia come per la maggior parte dei suoli di proprietà Aferpi non vi è necessità di interventi perché non si superano le CSR. Le CSR sono stabilite nell’AdR!!! Infine mesi fa ho scaricato dal sito del ministero il verbale della conferenza dei servizi del 31/05/2016 delle ore 15,00 dove si affermava che i partecipanti alla conferenza ritenevano: “condivisibili le risultanze dell’elaborato Stabilimento Siderurgico di Piombino (LI)-Analisi di rischio sanitario ed ambientale sito specifico trasmesso dalla Società AFERPI..” . Tale verbale però non è più presente sul sito del Ministero(?).
Egr. sig. Carletti,
la ringraziamo molto per l’arricchimento che ha apportato all’articolo.
Per quel che riguarda la sua domanda riguardante l’affermazione secondo cui l’Analisi Rischio Sito Specifica (AdR) di Aferpi non è ancora approvata essa deriva dalla lettura degli atti ufficiali del ministero dell’ambiente. L’ultima conferenza dei servizi in cui è stata esaminata l’analisi di rischio di Aferpi è la conferenza dei servizi AdP 252 bis del Dlgs 152/2006 del 6 settembre 2016. Dalla lettura del verbale emerge che sono stati discussi due argomenti (““AFERPI SpA — Stabilimento di Piombino (LI). Analisi dilischino sanitario ed ambientale sito-specifica . Misure di prevenzione” trasmesso dalla Società AFERPI SpA con nota Protocollo. ECO_A_144_2016 dell’1.07.2016 (MATTM-Prot.12459/STA del 4.07.2016” e “Progetto integrato degli interventi di messa in sicurezza operativa e reindustrializzazione previsto dall’Accordo di Programma ai sensi dell’art 252-bis del D.Lgs. 152/2006 per l’attuazione del Progetto integrato di messa in sicurezza, riconversione industriale e sviluppo economico produttivi nell’area dei complessi aziendali di Piombino ceduti dalla Lucchini in A.S.“ trasmesso da AFERPI — Area Ecologica con nota Protocollo. ECO_A_165_2016 dell’1.08.2016 (MATTM — Protocollo.12459/STA del 4.07.2016”). Nessuno dei due, almeno così risulta dal verbale, è stato formalmente approvato.
Nello stesso verbale si dice che “nel corso dell’ultima Conferenza dei Servizi del 31.05.2016, si sono tra l’altro, ritenute condivisibili le risultanze dell’elaborato “Stabilimento siderurgico di Piombino (LI) — Analisi di rischio sanitario ed ambientale sito-specifica” trasmesso dalla Società AFERPI SpA con nota ECO_A_1042016 del 25.05.2016 (MATTM — Protocollo.9743/STA del 26.05.2016) e, sulla base delle osservazioni effettuate dalla’ ISPRA e all’ ARPAT — Dip.to Piombino Elba, è stato richiesto alla Società AFERPI SpA, di ottemperare alle seguenti prescrizioni.….….”.
Il verbale della Conferenza dei servizi del 31 maggio 2016, ore 15, cui si fa riferimento, si trova nel sito del Ministero http://www.bonifiche.minambiente.it/page_adp_252bis.html.
La nostra impressione, alla fine di questi passaggi non chiari, è che non esiste approvazione formale sia dell’analisi di rischio sia del progetto di messa in sicurezza e comunque che non siano completamente conclusi i passaggi che avrebbero dovuto portare alla emissione del decreto finale del ministero dell’ambiente e del ministero dello sviluppo economico.