Bonifiche e reindustrializzazione secondo Invitalia
PIOMBINO 16 maggio 2017 — Mercoledì 26 aprile 2017 si è riunita, sotto la presidenza dell’ on. Stefano Vignaroli, la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad essi correlati per l’audizione dei rappresentanti di Invitalia Domenico Arcuri, amministratore delegato, Giovanni Portaluri, direttore dell’area competitività e territori, e Stefano Andreani, direttore delle relazioni istituzionali, nell’ambito dell’approfondimento che la commissione sta svolgendo sul tema delle bonifiche, con particolare riferimento allo stato di avanzamento dei lavori all’interno dei siti di interesse nazionale presenti in Toscana. In realtà l’audizione riguardava l’attività di Invitalia a Piombino dato che questo è l’unico luogo toscano dove Inviatalia svolge la sua attività.
Di seguito si possono leggere parti del resoconto stenografico (bozza non corretta) pubblicato dalla Camera dei deputati (http://www.camera.it/leg17/1058?idLegislatura=17&tipologia=audiz2&sottotipologia=audizione&anno=2017&mese=04&giorno=26&idCommissione=39&numero=0157&file=indice_stenografico).
La lettura conferma, con la voce dei protagonisti, la lunghezza dei tempi e le difficoltà di spesa sia dei 50 milioni per la bonifica della falda sia dei 20 milioni per gli incentivi alle nuove iniziative imprenditoriali. Ne sono dimostrazione palese, anche se non uniche, alcune note che riguardano le bonifiche e la reindustrializzazione.
Una è la conferma che le gare bandite da Invitalia
- per l’ affidamento dei servizi di esecuzione della “campagna di indagini integrative finalizzata alla progettazione delle opere di messa in sicurezza operativa della falda da realizzare nelle aree di proprietà e in concessione demaniale della società Aferpi spa nel sito di Piombino”,
- per l’affidamento della “progettazione definitiva, rilievo plano-altimetrico e progettazione esecutiva delle opere“,
- per il servizio di verifica della progettazione definitiva e della progettazione esecutiva
non sono ancora concluse, gli affidamenti sono ancora da stabilire e dunque i lavori di progettazione devono ancora da partire.
L’altra, parzialmente conosciuta, è che
- la società Piombino Logistics, che è stata valutata prima in graduatoria nel bando per l’assegnazione di finanziamenti per progetti industriali ai sensi della legge 181/89, aveva presentato un progetto che prevedeva l’occupazione di molto spazio e lavoro per 53 nuovi occupati ma ha poi rinunciato all’intervento;
- la seconda società in graduatoria, CREO società a responsabilità limitata, ha fatto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale, non conferendogli carattere di urgenza; Invitalia ha controricorso chiedendo il carattere di urgenza per non bloccare l’affidamento dei lavori ma, in attesa che il TAR si pronunci, le procedure per scorrere la graduatoria ed assegnare i finanziamenti sono bloccate (peraltro il progetto della società CREO ha già avuto un esisto istruttorio negativo da parte di Invitalia).
Ricordiamo che quello di CREO è l’impianto di recupero rifiuti organici con tecnologia di carbonizzazione idrotermale di cui si parla fin dal marzo 2015 quando, così come riportò il quotidiano Il tirreno, fu presentato , in un convegno a Lucca al Polo tecnologico lucchese organizzato da Ingelia Italia, da Anna Maria Marrocco e Riccardo Ciuti, della società “La Contadina toscana”, con un intervento dal titolo “Piombino si apre al biocarbone: l’impianto di carbonizzazione idrotermale nell’area Apea”. Attualmente, dopo che una richiesta di finanziamento presentata alla Regione Toscana fu respinta ed ebbe esito istruttorio negativo anche quella presentata ad Invitalia e che la verifica di assoggettabilita a Valutazione di Impatto Ambientale fu archiviata su istanza del proponente depositata il 19 maggio 2016, è in corso in Regione il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale proposto dalla stessa società.
Resoconto stenografico, Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, Seduta n. 157 di Mercoledì 26 aprile 2017
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’audizione di rappresentanti di Invitalia, che ringrazio della presenza.
È presente Domenico Arcuri, amministratore delegato, accompagnato da Giovanni Portaluri, direttore dell’area competitività e territori, e Stefano Andreani, direttore delle relazioni istituzionali.
L’audizione odierna si inserisce nell’ambito dell’approfondimento che la Commissione sta svolgendo sul tema delle bonifiche, con particolare riferimento allo stato di avanzamento dei lavori all’interno dei siti di interesse nazionale presenti in Toscana, dove la Commissione si è recata in missione dal 13 al 17 febbraio 2017.
Ricordo che la Commissione si occupa degli illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti, alle bonifiche e al ciclo della depurazione delle acque.
Avverto i nostri ospiti che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali siano in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
Cedo, dunque, la parola al dottor Arcuri per lo svolgimento di una relazione introduttiva, al termine della quale seguiranno eventuali domande da parte dei membri della Commissione.
DOMENICO ARCURI, Amministratore delegato di Invitalia. Invitalia è impegnata nella regione Toscana nelle operazioni di bonifica e reindustrializzazione del sito di interesse nazionale di Piombino. Questo coinvolgimento ha origine nel 2014 e trova sostanza in alcune previsioni normative che affidano a Invitalia l’attuazione delle operazioni di bonifica e di valorizzazione o di reindustrializzazione di siti di interesse nazionale, che, come sicuramente sapete, Invitalia svolge con intensità differenti anche in altri luoghi del nostro Paese.
A partire dall’accordo di programma del 24 aprile 2014 e dalla successiva delibera del CIPE n. 47 del 2014 si è chiarito e, per stratificazioni normative e amministrative successive, si è poi proceduto ad avviare i lavori di cui immagino la Commissione si è interessata e di cui l’avvocato Portaluri dettaglierà nel seguito…
..Noi svolgiamo, con una sufficiente sequenzialità ma con un’uguale rilevanza, sia le attività di cui ci si chiede l’attuazione sul fronte della bonifica che le attività su cui ci si chiede la messa in campo delle nostre esperienze e competenze e anche degli strumenti di incentivazione disponibili per la ricerca e l’individuazione di investitori che in aree come quella vanno a insediarsi.
Questo è avvenuto con una qualche coerenza, se non altro temporale, anche a Piombino. A Piombino, come immagino sappiate, sono state bandite da Invitalia, soggetto attuatore, tre gare pubbliche europee che ineriscono rispettivamente: la progettazione definitiva e la progettazione esecutiva delle opere di messa in sicurezza operativa della falda e la campagna di indagini integrative finalizzata di nuovo alla progettazione delle opere di messa in sicurezza operativa della falda. Queste attività di gare pubbliche europee verranno di nuovo dettagliate dopo.
Sul fronte della ricerca di investitori, nell’ottobre dello scorso anno Invitalia ha fatto un previsto bando, ai sensi della legge n. 181, per utilizzare la dotazione finanziaria. Questo bando è stato esperito e ha avuto una conclusione. Sono stati individuati dei soggetti che possono fare degli investimenti nell’area. Anch’esso è in via di evoluzione.
C’è poi la vicenda di Cevital, che, attraverso una sua controllata italiana, che si chiama Aferpi, ha invece acquisito gran parte delle aree dell’ex Lucchini e con la quale il Governo e per una parte Invitalia stanno dialogando in modo non sempre lineare.
LAURA PUPPATO. Io ho una richiesta molto concreta. Rispetto alla ricerca degli investitori di cui ci ha parlato per il sito di Piombino, vorrei capire la data di emanazione del bando e le figure che sono state individuate. Le chiedo se ci può spiegare anche magari quali sono le ipotesi di lavoro e le prospettive.
DOMENICO ARCURI, Amministratore delegato di Invitalia. Rispondo prima alla seconda domanda. Il bando è stato pubblicato il 12 ottobre 2015 a fronte di una dotazione finanziaria conseguente all’accordo di programma di 20 milioni. È un bando pubblico europeo. Sono pervenute nove proposte di investimento per 100 milioni di investimenti complessivi e agevolazioni richieste, ai sensi della legge n. 181 che informa il bando, per 67 milioni.
La società che è stata valutata prima in graduatoria dalla commissione preposta ai sensi della norma ad attuare il bando, che si chiama Piombino logistics, ha poi rinunciato all’intervento. La seconda società in graduatoria ha fatto un ricorso al TAR, peraltro non conferendogli carattere di urgenza. Invitalia, invece, ha controricorso chiedendo il carattere di urgenza per non bloccare l’affidamento dei lavori. Siamo in attesa che gli esiti del ricorso al TAR si definiscano.
Le altre società, dalla terza in graduatoria alla quinta, all’esito dell’eventuale, come noi auspichiamo, favorevole ricorso al TAR potrebbero iniziare gli investimenti. Si chiamano Ecoline.tyre, La chiusa di Pontedoro ed Etrusca profilati. Farebbero investimenti complessivi per circa 30 milioni, chiedendo una corrispondente quota di agevolazioni di poco inferiore ai 20 milioni (sono 19 milioni e qualche centinaio di migliaia di euro), quindi riempiendo tutta la dotazione finanziaria che ci è stata messa a disposizione.
Ci sono altre quattro società considerate sottostanti in graduatoria, alle quali non sarà possibile fare l’investimento, almeno allo stato della dotazione finanziaria disponibile.
LAURA PUPPATO. Due ulteriori domande relativamente a questa spiegazione. Sostanzialmente i primi vincitori erano Piombino Logistics…
DOMENICO ARCURI, Amministratore delegato di Invitalia. Che ha rinunciato.
LAURA PUPPATO. Il che mi fa presumere per logistica, come indica il termine, no?
DOMENICO ARCURI, Amministratore delegato di Invitalia. Sì, una società di logistica.
LAURA PUPPATO. Quindi normalmente le società di logistica hanno necessità di poco personale, ma di molto spazio, però ha rinunciato.
DOMENICO ARCURI, Amministratore delegato di Invitalia. Piombino Logistics aveva promesso 53 nuovi occupati, però ha rinunciato, non ci possiamo fare niente.
LAURA PUPPATO. No, ma era per precisare, però era arrivata comunque prima, evidentemente la proposta era più interessante?
DOMENICO ARCURI, Amministratore delegato di Invitalia. La migliore proposta che c’era pervenuta secondo la Commissione era Piombino Logistics, ma Piombino Logistics ha inteso rinunciare all’investimento, quindi siamo andati alla seconda.
La seconda, che si chiama Creo S.r.l., nel frattempo aveva fatto ricorso al TAR senza carattere di urgenza perché non riconosceva la primazia di Piombino Logistics, noi abbiamo fatto controricorso con carattere di urgenza per arrivare da qualche parte e siamo in attesa.
LAURA PUPPATO. Non si scorre la graduatoria quando c’è…?
DOMENICO ARCURI, Amministratore delegato di Invitalia. Se c’è un ricorso, si blocca.
LAURA PUPPATO. E non hanno ritirato il ricorso sapendo che la graduatoria avrebbe premiato loro?
DOMENICO ARCURI, Amministratore delegato di Invitalia. No.
LAURA PUPPATO. E come giudica questa cosa illogica?
DOMENICO ARCURI, Amministratore delegato di Invitalia. Come tante delle cose illogiche che lei meglio di me sa accadere in questo Paese!
LAURA PUPPATO. Anche perché è una S.r.l. e spero che i fondi glieli diamo quando ha realizzato, perché dal punto di vista del capitale…
DOMENICO ARCURI, Amministratore delegato di Invitalia. Siamo un’importante istituzione di questo Paese pubblica, quindi io non posso esprimere opinioni. Se poi vuole che io le esprima una mia opinione, gliela esprimo un’altra volta…
PRESIDENTE. La ringrazio della disponibilità. Rimangono con noi il dottor Giovanni Portaluri, direttore dell’area competitività e territori, e credo anche il direttore delle relazioni istituzionali. Non so se vogliamo proseguire, senatrice Puppato, perché mi pare che dovessero integrare qualcosa alla sua domanda…
GIOVANNI PORTALURI, Direttore dell’area competitività e territori di Invitalia. Se posso rubare solo un minuto per illustrare le modalità con le quali noi stiamo intervenendo nell’area di crisi industriale complessa di Piombino, che ha anche un sito di interesse nazionale, noi abbiamo supportato il Ministero dell’ambiente e il Ministero dello sviluppo economico nella definizione del programma degli interventi per il risanamento delle aree contaminate pubbliche del sito di interesse nazionale di Piombino.
A fronte della crisi della Lucchini che si protrae da diversi anni, c’è stata la manifestazione di interesse e l’iniziativa di questo nuovo soggetto, che è una società controllata da un gruppo algerino, la Cevital, e della Aferpi; l’Aferpi ha formulato la sua offerta, è un piano di riqualificazione e rilancio, di revamping dello stabilimento, quindi con salvaguardia dei livelli occupazionali e un programma di investimenti anche per le bonifiche, perché su alcune aree che sono di competenza dello stabilimento ex Lucchini dovrebbe intervenire esclusivamente Aferpi.
Le aree pubbliche e alcune delle aree date a suo tempo in concessione a Lucchini invece sono interessate dal programma di bonifica. Per questo abbiamo fatto prima uno studio di fattibilità, supportando il Ministero dell’ambiente e il Ministero dello sviluppo economico, poi, a seguito di una serie di accordi di programma, è stato individuato come soggetto attuatore la Regione Toscana, che ha ritenuto di proseguire la collaborazione nell’intesa istituzionale con i due ministeri e ha incardinato in questa attività Invitalia. Lo ha potuto fare perché Invitalia, tra le altre cose, è centrale di committenza ai sensi del Codice degli appalti.
Quello che stiamo facendo in questo momento quindi è per il lato bonifiche le attività di gara (vi devo segnalare che le attività di gara a cui faceva riferimento il dottor Arcuri sono attività che riguardano la progettazione definitiva ed esecutiva degli interventi sulla falda, la cosiddetta Mise, Messa in sicurezza di emergenza, sulla falda, una gara è per la progettazione definitiva esecutiva, l’altra per la necessaria verifica della progettazione, perché è un progetto di gran lunga superiore ai 20 milioni di euro, e poi un’attività di indagine, che dovrebbe svolgersi in parallelo.
Mi auguro che in questo la nostra attività di programme management saprà dare i suoi frutti per tenere in parallelo le attività di progettazione con le ulteriori attività di caratterizzazione e di indagine, che sono necessarie per l’avanzamento di questo intervento.
Questa attività che riguarda la bonifica delle aree pubbliche non ha alcun (passatemi il termine) momento di contatto con gli investimenti del soggetto privato Aferpi, se non le interconnessioni sui lavori che inevitabilmente potrebbero determinarsi a seguito dell’avvio dei lavori anche da parte di Aferpi, però nulla di correlato con gli interventi di Aferpi.
Invitalia poi è il soggetto attuatore della legge 181, che è una legge sulla reindustrializzazione delle aree di crisi. In questo ambito è stata individuata come area industriale di crisi complessa l’area di Piombino ed è stata assegnata una dotazione finanziaria di 20 milioni di euro per la selezione dei nuovi, potenziali investitori, che dovrebbero collocarsi in aree contigue a quelle dello stabilimento Aferpi, quindi nell’area ex acciaieria Lucchini, o in altre aree nel contesto produttivo del comune di Piombino.
Mi permetto di fare una brevissima considerazione: è molto difficile trovare imprenditori sani, interessati ad investimenti in area di crisi complessa, lo dico sempre perché il termine che è stato utilizzato dal legislatore forse non è il più felice per attrarre investimenti, l’individuazione della complessità e della crisi, in quanto coincidendo i due termini scoraggiano anche le persone di maggior buona volontà.
A fronte di questo, però, abbiamo fatto una procedura di raccolta delle manifestazioni di interesse da parte delle imprese, ne abbiamo ricevute ben nove, si procede con una valutazione di massima iniziale e poi con una valutazione di dettaglio, qualora vi fossero le condizioni per il concreto finanziamento dell’iniziativa.
L’iniziativa della logistica è evaporata (non conosco il dettaglio, però, se vi occorre, posso farvi pervenire una nota puntuale sugli esiti delle valutazioni) ritengo per ragioni di mercato o più probabilmente collegate ai vincoli necessari per la realizzazione degli investimenti logistici, perché, come lei segnalava prima, sono investimenti invasivi come occupazione delle aree, quindi probabilmente interessavano aree che a loro volta dovrebbero essere ancora oggetto di interventi di bonifica e probabilmente la tempistica non era compatibile, quindi ha rinunciato all’investimento.
La società che era seconda in graduatoria, poiché all’esito di un ulteriore approfondimento documentale non è stata ritenuta idonea la documentazione prodotta, ha presentato un suo ricorso avverso questa esclusione, non ha presentato la cosiddetta «richiesta di sospensiva» segnalando l’urgenza. Mi permetto di fare anche qui una brevissima considerazione: a volte avviene quasi come se qualcuno volesse prenotare agevolazioni e incentivi, non avendo ancora tutte le condizioni reali per la realizzazione degli investimenti.
Invitalia a questo punto ha richiesto la fissazione a breve di un’udienza per la decisione nel merito, perché questo è condizionante per poter poi scorrere nella graduatorie e approfondire la valutazione con gli altri soggetti che avevano manifestato interesse.
Le altre aziende che avevano manifestato interesse sono sostanzialmente due, una si chiama Ecoline.Tyre (riterrei dal nome che volesse occuparsi della produzione di pneumatici o qualcosa di similare in condizioni di ecologia) e un’altra azienda, l’occupazione che determinerebbero non è risolutiva della situazione di crisi di Piombino, però in questa circostanza l’attrazione degli investimenti diventa una priorità per il contesto territoriale.…
…ALBERTO ZOLEZZI. Io ho dei termini su questa faccenda, quindi le faccio la domanda ma può essere che i termini che ho siano scorretti, quindi gliela faccio per chiedere chiarimenti.
Questa conferenza dei servizi del 9 novembre scorso ha individuato una sorta di cronoprogramma corposo e anche proporzionato all’indagine da fare, allo studio di fattibilità, però io non ho capito se dopo questa conferenza di servizi siano state avviate in maniera fattuale le gare per la progettazione della messa in sicurezza e soprattutto se gli affidamenti, a cui ha fatto riferimento anche da notizie di stampa l’assessore regionale Fratoni, affidamenti che dovevano avvenire entro fine marzo – inizio aprile siano poi avvenuti.
Mi riferisco al fatto che l’assessore ha scritto: «riunione del tavolo territoriale della cabina di regia per lo stato d’attuazione dell’accordo di programma del 24 aprile 2014» e ha dichiarato che ad oggi sono state avviate queste quattro procedure fondamentali, che riguardano la progettazione, illustrando lo stato di avanzamento degli interventi. Vorrei capire se gli affidamenti siano avvenuti.
Si parla di 50 milioni di euro per le bonifiche del SIN Piombino. Questo passaggio di denaro dal Governo alla Regione e a voi sta avvenendo o ci sono problematiche? Grazie.
GIOVANNI PORTALURI, Direttore dell’area competitività e territori di Invitalia. Le do una rapida ricostruzione della tempistica, perché forse è utile. Quando è stato finanziato, l’intervento sul sito di interesse nazionale di Piombino era un intervento sulla base di uno studio di fattibilità, quindi per tutta la disciplina ambientale, quand’anche quella semplificata del 252-bis, che è l’articolo che regola gli interventi nelle aree dei siti di interesse nazionale, il vero problema si pone nelle prescrizioni e nelle approvazioni, nei pareri che devono essere dati prima dell’affidamento a gara della progettazione.
Voi ben sapete che la consecutio da Codice degli appalti, ma per qualunque intervento, a maggior ragione per quelli di bonifica, prevede studio di fattibilità, progetto preliminare, progetto definitivo ed esecutivo. Oggi non c’è nessuna procedura di gara che possa essere affidata in assenza di un progetto esecutivo, mentre il vecchio Codice, quando si partì con questa iniziativa, addirittura prefigurava la possibilità dell’appalto integrato.
Nel caso in questione l’ultimo parere utile è stato rilasciato il 7 dicembre 2016 dal Ministero dell’ambiente e da tutti gli altri enti competenti, quindi in quella data il Ministero dell’ambiente e gli enti hanno detto che su queste basi si può procedere con la gara per la progettazione, avendo definito esattamente i termini della progettazione, qual è l’intervento che deve essere progettato.
Nel fare questo hanno dato delle prescrizioni ulteriori, che hanno richiesto l’integrazione della documentazione che era stata a suo tempo predisposta, e il 19 gennaio 2017 noi abbiamo adempiuto a queste ulteriori integrazioni rispetto alla richiesta del 7 dicembre, la Regione Toscana ci ha detto «procedete» e abbiamo pubblicato la gara per la progettazione, la verifica e le attività di indagine. È una scelta che abbiamo ritenuto utile fare per l’economicità della procedura amministrativa.
In che senso? Avremmo potuto fare prima la gara per le indagini e attendere il risultato delle indagini e poi bandire la gara per la progettazione definitiva ed esecutiva dell’intervento, ma capite bene che questa sarebbe stata una tempistica sicuramente incompatibile con le ragioni di urgenza che i cittadini e gli operatori economici di Piombino immaginavano, quindi abbiamo inserito in tutta la procedura e nel bando un parallelismo per cui le attività di progettazione saranno affidate contestualmente alle attività d’indagine, con il vincolo e la prescrizione che il progettista, per quegli aspetti progettuali che necessitano del risultato delle indagini, si attenga al risultato che ci verrà consegnato nell’ambito delle altre procedure di gara.
All’esito di questo processo (mi auguro senza ulteriori perdite di tempo, perché immagino che l’esito della progettazione sia assolutamente coerente con quanto richiesto in gara) il progetto dovrà essere approvato da una conferenza di servizi ultimativa da parte del Ministero dell’ambiente e degli enti competenti e procederemo da lì con la gara per l’affidamento dei lavori. Come dicevo prima, bisogna attendere l’approvazione del progetto esecutivo per poter effettuare la gara dei lavori.
PRESIDENTE. C’è una nota stampa che sostiene che di questo passo hanno calcolato che ci vogliono 57 anni per arrivare a meta.
GIOVANNI PORTALURI, Direttore dell’area competitività e territori di Invitalia. Io le posso dire che non sono d’accordo sui 57 anni perché la reputo un’espressione ottimistica. La sostanza è questa: lei pensi che tutti gli interventi di carattere infrastrutturale in questo Paese oggi richiedono una consecutio che è una probatio diabolica, cioè l’amministrazione deve (nella maggior parte dei casi è un ente locale o una Regione il soggetto attuatore o un Ministero) prevedere nei propri documenti di programmazione quali opere intende realizzare, poi aggiornare il piano annuale per dire che rispetto al piano triennale da oggi ha deciso di fare questo nel 2017.
Dovrebbe avere delle competenze al proprio interno così sofisticate da riuscire a definire i contenuti di una progettazione preliminare, che richiede competenze economiche, tecniche e anche di carattere amministrativo, di conoscenza dei circuiti finanziari della pubblica amministrazione, fare una progettazione preliminare di fattibilità tecnica ed economica, poi avviare la progettazione all’interno e fare una gara per affidare la progettazione.
Le progettazioni devono poi essere approvate e anche verificate, come dice il Codice degli appalti. Tra le tre gare che abbiamo svolto c’è una gara di progettazione e una gara per la verifica, cioè, una volta che il progettista avrà consegnato il suo progetto, questo progetto dovrà essere puntualmente verificato da un soggetto terzo, che per ragioni di incompatibilità non può essere in alcun modo legato al soggetto progettista, che verifica il livello della progettazione e dice che si può approvare…
Articoli correlati
Ministero non finanzia né Creo né Piombino logistics
Una sola impresa chiede il terreno a Colmata
50 milioni per bonifiche incagliati tra falda e cumuli