Bonifiche, riunione decisoria senza decisioni
PIOMBINO 28 aprile 2016 - Convocata il 21 aprile al Ministero dell’ambiente per approvare l’analisi di rischio sanitario ed ambientale dello stabilimento siderurgico di Piombino di Aferpi, la conferenza dei servizi decisoria si è conclusa con un nulla di fatto: “…i presenti alla luce della complessità dell’argomento all’ordine del giorno, che necessita di ulteriori approfondimenti istruttori per poter pervenire a determinazioni conclusive, concordano nell’aggiornare la presente conferenza di servizi a data da destinarsi…”. Erano presenti CGIL Nazionale, CISL Toscana, CISL Livorno, INAIL, Autorità portuale di Piombino, Aferpi, Regione Toscana, Comune di Piombino, ARPAT, ISPRA, ISS, INVITALIA, Ministero dello sviluppo economico, Ministero dell’ ambiente.
Quali i motivi? E quali gli approfondimenti necessari?
L’analisi di rischio, come abbiamo spiegato nell’articolo precedente “Le norme per mettere in sicurezza l’area industriale”, è il documento che attesta in un territorio, nel nostro caso l’area industriale piombinese che è sito di interesse nazionale per le bonifiche, la quantità e la qualità di inquinanti che possono creare problemi sanitari ed ambientali. È la premessa per poi progettare e realizzare la bonifica e/o la messa insicurezza necessarie per insediare nuove attività.
In questo caso si tratta dell’analisi di rischio delle aree cedute in proprietà o in concessione demaniale ad Aferpi indispensabile per poter poi presentare ed attuare il progetto integrato di messa insicurezza, riconversione industriale e sviluppo economico, la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza operativa, la realizzazione degli interventi di riconversione industriale e sviluppo economico secondo i tempi e le modalità indicati nel piano industriale presentato da Aferpi.
Quest’ultima ha prodotto un documento che lo stesso giorno 21 aprile la precedente conferenza dei servizi istruttoria ha esaminato dopo che dal 28 ottobre al 29 febbraio si sono tenute ben 4 riunioni tecniche.
Le conclusioni dell’esame sono contenute, sotto forma di verbale, in un lungo documento (22 pagine) nel qual si chiede ad Aferpi di rivedere l’analisi di rischio presentata e di ripresentarla entro il 9 maggio in maniera tale da poterla discutere in una ulteriore riunione tecnica il 12 maggio.
Molte le osservazioni formulate anche da Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) e da Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Esse attengono in generale ad argomenti come
- la rideterminazione delle Concentrazioni soglia di rischio insieme alle sorgenti di contaminazione in funzione dei percorsi attivi e degli scenari che saranno presenti nella effettiva configurazione futura dell’area industriale,
- la verifica e l’aggiornamento dei dati idrogeologici,
- la trattazione degli hotspot (ad es. suolo superficiale via di esposizione inalazione particolato, falda inalazione di vapori per sostanze cancerogene etc.),
- l’assenza di rischio sanitario con misure di soil gas nelle aree che presentano contaminazione da benzene con particolari concentrazioni nelle acque sotterranee,
- la caratteristica dei materiali di riporto.
Ciò che emerge inoltre dal parere è che per quel che riguarda l’utilizzazione dei suoli si fa riferimento in generale alla planimetria “ Masterplan prima edizione — rev. Del 7 gennaio 2016” e per la parte logistica in particolare ad un’altra planimetria di dettaglio predisposta da Piombino Logistics, ma per quanto attiene al “progetto del settore agroalimentare, allo stato attuale il livello di dettaglio della progettazione in corso non consente di effettuare valutazioni specifiche dal punto di vista della interruzione dei percorsi di esposizione attivi (non sono disponibili informazioni certe sul posizionamento di edifici e pavimentazioni)”. Insomma per quest’ultimo aspetto non secondario non c’è nessuna ipotesi progettuale.
Annunci sconfessati dai fatti
Era il 27 ottobre 2015 e al termine di una riunione al Ministero dell’ambiente del tavolo tecnico per dare attuazione all’accordo di programma per bonifica e reindusrializzzione di Piombino (erano presenti rappresentanti del Ministero dell’Ambiente, del Ministero dello sviluppo economico, della Regione, Provincia, di Arpat, Ispra, Autorità portuale) si affrettò a spiegare la sottosegretaria Silvia Velo: “Nel corso della riunione, tra le altre cose sono stati illustrati da Aferpi i punti portanti del progetto integrato per la messa in sicurezza e per la reindustrializzazione dell’area di Piombino e allo stesso tempo sono stati fissati i prossimi appuntamenti per la verifica tecnica. Aferpi si è impegnata a trasmettere entro il 20 novembre una prima proposta di analisi di rischio elaborata per l’individuazione degli interventi necessari per la messa in sicurezza operativa mentre il Ministero dell’ambiente convocherà un tavolo tecnico specifico per l’esame della proposta”.
Da parte sua aggiunse il vicesindaco Stefano Ferrini: “Nella prossima riunione al Ministero dello sviluppo economico prevista per fine novembre dovremmo avere finalmente il progetto di messa in sicurezza operativa le cui linee guida sono state presentate oggi da Aferpi, coordinato col piano delle dismissioni e la scelta della tecnologia per il forno elettrico».
Come si vede tutto sbagliato sia nei contenuti sia nei tempi.
Ancora una volta difficile capire da dove derivò tanta sicurezza.