Buono per chi il voto in Emilia e Calabria?

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PIOMBINO 24 novem­bre 2014 — A leg­gere i dati delle elezioni region­ali in Emil­ia e Cal­abria si rimane molto scon­cer­tati. Di fat­to il Pres­i­dente del­la Regione Emil­ia gov­ern­erà aven­do ottenu­to cir­ca il 49 per cen­to dei suf­fra­gi e quel­lo del­la Cal­abria ha ottenu­to cir­ca il 61 per cen­to dei voti espres­si. Let­ti così niente da dire. Andan­do più nel det­taglio si sco­prono realtà scon­vol­gen­ti. Di fat­to l’Emilia sarà gov­er­na­ta da chi ha ottenu­to il 18,6 per cen­to degli aven­ti dirit­to e in Cal­abria con il 26,8 sem­pre degli aven­ti dirit­to.
Ones­ta­mente dovrem­mo riconoscere che questi non potreb­bero rap­p­re­sentare la popo­lazione, ma è anche vero che è la stes­sa popo­lazione che ha deciso di non parte­ci­pare, di non dare il pro­prio ind­i­riz­zo alla polit­i­ca. Poi mag­a­ri si farà un gran par­lare del par­ti­to dell’astensione che rimane il più forte di tut­ti e nes­suna polit­i­ca riesce a scal­fire la sua deci­sione di non parte­ci­pare per­ché stan­co del nul­la. Di fat­to tut­ti questi cit­ta­di­ni han­no deciso che altri deb­bono fare scelte anche per con­to loro e ques­ta non è più demo­c­ra­t­i­ca parte­ci­pazione ma diven­ta arbi­trio (se pur legit­ti­mo) di chi si sente comunque al potere.
Tan­to è vero che qual­cuno comunque can­ta vit­to­ria “il cen­tro sin­is­tra ha vin­to due regioni”. Quan­ta leg­gerez­za in ques­ta affer­mazione, quan­ta super­fi­cial­ità ogget­ti­va che annul­la il val­ore reale del­la polit­i­ca, come se non con­tassero i tan­tis­si­mi che con moti­vazioni, mag­a­ri non con­di­vis­i­bili, han­no deciso di non votare, ma il com­pi­to del­la polit­i­ca dovrebbe essere quel­lo di allargare sem­pre i pro­pri con­sen­si e questi dovreb­bero essere mis­urati in ter­mi­ni di voti e non lim­i­tar­si alla bugia­r­da per­centuale che dipinge una prospet­ti­va rosea, trascu­ran­do peri­colosa­mente che siamo in un mare di incertez­za.
Dal mio modesto pun­to di vista, da elet­tore del PD non riesco a gioire, mi sen­to per­va­so da una pre­oc­cu­pazione forte che vede allon­ta­nar­si il cit­tadi­no dalle ragioni che ho sem­pre cre­du­to essen­ziali. Non pos­si­amo cedere agli even­ti se questi non riconoscono alla Polit­i­ca (notate la “P” maius­co­la) la forza cen­trale per il domani, sen­za di essa la stra­da che dob­bi­amo per­cor­rere ogni giorno diven­terà sem­pre più rip­i­da e piena di insi­die, che alla fine saran­no la Democrazia e la Lib­ertà indi­vid­uale e col­let­ti­va che pagher­an­no il con­to.
Non voglio un paese gov­er­na­to da un uomo forte, non voglio un paese dove la stra­grande mag­gio­ran­za dei cit­ta­di­ni tira a cam­pare e las­cia che altri fac­ciano. Voglio un paese parte­ci­pa­to dai pro­pri cit­ta­di­ni, con con­fron­to costante sulle cose, dove esiste rispet­to per gli altri, dove i mas­cal­zoni sono emar­ginati, dove i politi­ci che fan­no gli inter­es­si per­son­ali non han­no vita e van­no in galera, dove con­ta il rispet­to per l’ambiente, dove lo svilup­po si misura sul­la felic­ità di ognuno.
Per tut­to questo non pos­si­amo del­e­gare niente a nes­suno, siamo tut­ti noi che dob­bi­amo essere pre­sen­ti ogni giorno a dare il nos­tro con­trib­u­to alla costruzione del domani, sen­za arro­gan­za, con rispet­to ver­so tut­to e tut­ti, rifi­u­tan­do i meto­di che oggi sem­bra­no prevalere dell’offesa e del­la den­i­grazione dell’altro. La parte­ci­pazione è atto dovu­to che sta nei dirit­ti e doveri dei cit­ta­di­ni, di ogni cit­tadi­no, così come alla Polit­i­ca spet­ta il com­pi­to di saper ascoltare e non sen­tir­si mai por­ta­trice asso­lu­ta del­la ver­ità. Solo il con­fron­to por­ta alla ver­ità e mai potrà essere asso­lu­ta, sarà solo la ver­ità medi­a­ta di quel momen­to.

Wal­ter Gasperi­ni

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