Calma e gesso sui soldi dell’accordo di programma!
PIOMBINO 26 aprile 2014 — Reiterando un costume che ormai va avanti da dieci anni e cioè quello di annunciare soldi e finanziamenti pubblici che si sommano sempre gli uni agli altri, salvo poi appurare che o non erano stanziamenti veri o che non si è stati capaci di spenderli, anche nell’occasione della firma dell’accordo di programma per la riqualificazione e la riconversione del polo industriale di Piombino si ripete la stessa scena: oggi la cifra più gettonata varia da 250 a 270 milioni attribuita talvolta a questo accordo talaltra anche al precedente sulle infrastrutture portuali dell’agosto passato.
Vediamo come stanno le cose.
Nell’accordo di questi giorni sono previsti
50 milioni che proverranno dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014–2020 gestito dalla Presidenza del Consiglio dei ministri per il progetto integrato di messa in sicurezza e di reindustrializzazione delle aree situate nel Comune di Piombino di proprietà e in attuale concessione demaniale alla Lucchini;
20 milioni come dotazione programmatica prevista dal Ministero della sviluppo economico per agevolazioni a progetti privati di investimento;
30 milioni come dotazione programmatica prevista dalla Regione Toscana nel Piano Operativo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale per il periodo 2014–2020 per agevolazioni ad investimenti produttivi di miglioramento ambientale ed abbattimento di emissioni di CO2 nell’ambito di progetti di riconversione e riconversione produttiva nel Polo siderurgico di Piombino;
10 milioni come dotazione programmatica prevista dalla Regione Toscana nel Fondo per lo Sviluppo e la Coesione per il periodo 2014–2020 da trasferire all’Autorità Portuale di Piombino per la messa in sicurezza e bonifica delle aree demaniali marittime su cui insistono immediate potenzialità di attuazione di progetti finalizzati al rilancio produttivo ed economico dell’area;
32,2 milioni previsti dalla Regione Toscana nella revisione del programma di attuazione del Fondo per le Aree Sottosviluppate 2007–2013 per finanziamenti agevolati a uno o più investitori privati, con comprovate capacità tecnologiche ed industriali, nonché adeguate disponibilità finanziarie scelti con procedura di evidenza pubblica per la realizzazione di un adeguato bacino di galleggiamento e/o carenaggio.
La somma fa 142,2 milioni per progetti che ad oggi non esistono e ovviamente con l’avvertenza che perlopiù si tratta di possibili agevolazioni per l’erogazione delle quali dovranno essere rispettate le regole europee sugli aiuti di Stato.
Poiché in alcune dichiarazioni, e nella stessa conferenza stampa di presentazione dell’accordo che, dopo la firma, si è tenuta nella sede di Palazzo Chigi (http://www.youtube.com/watch?v=8VGTs42KN5I&feature=youtu.be), si parla di 250 milioni e oltre (e si intende sempre aggiuntivi) come somma degli stanziamenti dell’ accordo di programma di questi giorni e dell’ accordo di programma quadro per la realizzazione di interventi di infrastrutturazione, riqualificazione ambientale e reindustrializzazione dell’area portuale di Piombino dell’agosto 2013 ricordiamo quello che Stile libero ha pubblicato il 17 agosto 2013 (https://www.stileliberonews.org/un-accordo-di-programma-abbastanza-gracile/):
«..Da quel che si riesce a capire leggendo il documento, su 133 milioni di euro di spesa previsti per gli interventi sono appena 10 quelli, nuovi e freschi, che arriveranno da Roma. Cinque li metterà il ministero dell’ambiente e cinque li ha raccolti all’ultimo tuffo, attraverso una delibera del Cipe, il ministero delle infrastrutture. Dieci milioni che si aggiungono a quelli, anch’essi nuovi, che, giunti alla Regione da un trasferimento statale sul piano delle bonifiche, verranno ora dirottati a Piombino (10,8 milioni di euro). Il resto, il grosso dell’operazione, nasce da un mutuo di 50 milioni che l’Autorità portuale contrarrà, garante la Regione, con la Cassa depositi e prestiti e da una sessantina di milioni racimolati spigolando attraverso contributi già concessi e da diversi anni rimasti inutilizzati nelle casse del Comune e dell’Autorità Portuale…».
La conclusione appare ovvia: prima di parlare di cifre e sopratutto di nuove cifre è sempre bene utilizzare il vecchio incitamento: calma e gesso!
(Foto di Pino Bertelli)