Campiglia aumenta le tasse e non riforma niente
CAMPIGLIA 3 agosto 2015 — Se queste sono le riforme promesse dal governo Renzi per abbattere la tassazione in Italia, è meglio non farne di niente. Da un lato il governo centrale taglia i trasferimenti ai Comuni e i Comuni aumentano ulteriormente le tasse. Lo hanno fatto imperterriti da quando è iniziata la crisi, incuranti delle crescenti difficoltà delle famiglie e delle imprese, dei giovani senza lavoro, delle aziende che chiudono, di chi il lavoro ce l’aveva e l’ha perso.
Fanno il gioco delle parti: il governo nazionale annuncia riduzioni delle tasse, i Comuni amministrati dallo stesso partito che governa a Roma si lamentano, ma alla fine decidono di aumentare le imposte locali. Il risultato è che i cittadini pagano di più, sempre di più al punto che la tassazione ha superato 650€ procapite, più della media nazionale (618€). Con questa logica il Comune di Campiglia ha deciso ora di aumentare l’IMU sui capannoni (già pesantemente tassati) di ben due punti, equivalenti ad un gettito aggiuntivo di 48 mila euro. Il Sindaco ha dichiarato che si sente « costretta a chiedere un sacrificio ». Aggiungiamo noi che i sacrifici li chiede da anni, senza mai farli lei e la sua Giunta con l’unica vera politica che oggi sta dalla parte dei cittadini e delle imprese: quella di riforme vere capaci di ridurre le spese improduttive, gli sprechi, i privilegi.
A Campiglia la spesa corrente comunale è sempre cresciuta e mai si sono impegnati per aggredire le sacche di inefficienza che ci sono anche nel nostro bilancio. Lo denunciamo da anni, senza mai avere una risposta che denoti la volontà di affrontare i problemi. Ne ricordiamo solo alcuni. Gli immobili della Fiera costano al Comune circa 300.000 euro l’anno senza produrre utilità significative per la nostra economia. Perchè non si vuole neppure riflettere su come rendere maggiormente produttivi quei beni, oggi pochissimo utilizzati ? L’Unione dei Comuni, se ben concepita e amministrata, consentirebbe di accorpare uffici, ridurre il numero dei dirigenti comunali e contenere le spese. Perchè, nonostante gli impegni a costituirla subito, i Comuni della Val di Cornia continuano a fare in proprio, aumentando i costi ?
Il Governo dice di voler ridurre le partecipate pubbliche, mantenendole solo laddove sono strettamente necessarie per i servizi pubblici. L’obiettivo è quella di averne al massimo una per Comune. Il Comune di Campiglia ha oggi partecipazione in 10 società pubbliche o miste. Tra queste c’è anche la TAP che opera nel campo dei rifiuti industriali e perde 100.000 euro al mese. Andrebbe dismessa a favore degli imprenditori privati e invece si mantiene in capo ai Comuni, accollandosi peraltro i debiti. Dalle nostre colline se ne vanno milioni di tonnellate di materiali inerti di cava. Il Comune non si è posto minimamente l’obiettivo di contenere attività che hanno un altissimo costo ambientale, anche perchè i ripristini continuano a non essere attuati. Favorisce queste attività, ma non ha fatto nessuna seria battaglia per aumentare i contributi di concessione che le imprese estrattive pagano al Comune. Nei bilanci comunali le entrate da cave sono ridicole appena 100 mila euro. Se venissero applicate la tariffe in vigore in molti paesi europei quelle entrate salirebbero a 2 milioni di euro. Questa amministrazione nonostante si sia impegnata in Consiglio a chiedere la revisione dei contributi di concessione continua a non mantenere l’impegno. E’ molto più facile far finta di piangere per i tagli del governo amico e aumentare le tasse ai cittadini che governare con responsabilità e competenza. Questo è quello che accade a Campiglia.
Comune dei Cittadini