Campiglia: tanti al mare, cala il super egemone Pd
CAMPIGLIA MARITTIMA 2 giugno 2015 — Pur superiore all’incredibile e misero 46,26 per cento del dato provinciale anche a Campiglia (55,18 per cento) il vistoso calo dell’affluenza alle urne rimane il dato predominante della tornata elettorale per l’elezione del presidente e del consiglio regionale. Consola poco che, dopo Suvereto la percentuale dei votanti raggiunta nel Comune sia la seconda nel comprensorio della Val di Cornia. Il modesto 55,18 per cento indica un calo di oltre otto punti rispetto alle regionali del 2010 e addirittura di 16 rispetto alle europee del 2014. In valore assoluto in un anno hanno disertato le urne nel Comune di Campiglia 1678 elettori a fronte di un numero pressoché costante degli aventi diritto (erano stati 10.631 nel 2014 e sono risultati 10.657 il 31 maggio scorso).
Come è, del resto accaduto in tutte le regioni in cui si è votato, la vistosa contrazione nell’affluenza alle urne ha finito per condizionare pesantemente le percentuali conseguite dai diversi candidati e dalle diverse liste in gara. Tanto più che, anche nel Comune, il quadro politico, in cinque anni dall’ultimo voto regionale, è radicalmente mutato. Una costante dalla prima repubblica in poi che ha trovato puntuale conferma anche questa volta. Da dimenticare sono ormai gli esiti pressoché scontati ai tempi dei vecchi partiti tradizionali quando gli spostamenti da un turno all’altro si contavano in pochi decimali e quando le presenze in campo erano sempre più o meno le stesse.
Sotto questo aspetto resta nella tradizione e negli schemi della prima repubblica solo il Partito democratico che, se negli anni ha cambiato più volte nome, di certo non ha perso l’egemonia che conserva con qualche scossone ma in maniera stabile.
Se è vero infatti che il Pd a Campiglia può ancora cantare vittoria, è vero anche che deve accusare una flessione di ben sette punti percentuali rispetto alle ultime europee. E se il 51,67 per cento raggiunto oggi fa comunque il paio con il 51,35 di cinque anni fa alle regionali, la spia circa i voti conseguiti è tale da procurare non poche preoccupazioni. Si pensi solo che, a parità di un numero pressoché costante di aventi diritto al voto, il Pd ottenne 3.055 voti nel 2010, 3.382 alle politiche del 2013 e 4.263 alle europee di un anno fa per scendere oggi a 2.830 consensi. Al di là di tutti i distinguo possibili ed immaginabili, perdere 1.400 voti, in un solo anno e in un Comune di poco più 10.500 elettori, non è proprio il massimo.
L’indiscutibile novità è che questa volta, contrariamente ad una abitudine consolidata, anche l’elettorato tradizionale del Pci e poi via via fino al Pd, ha disertato consistentemente le urne o, certamente in misura minore, ha deciso di accasarsi altrove.
A questo va aggiunta la considerazione circa il dato sulla portata degli avversari del partito egemone a Campiglia. Al riguardo va puntualizzato che le distanze tra il Pd e chi lo insegue restano abissali (26,57 punti percentuali nel 2010 sul Pdl; 40,81 nel 2014 sul Movimento 5 stelle e 34,35 oggi sempre sui grillini). Con questa premessa si può rilevare che il quadro degli inseguitori va da un lato trasformandosi e dall’altro frammentandosi e di fatto indebolendosi. L’avversario nel 2010 era rappresentato, anche a Campiglia, dalle forze politiche riferite a Silvio Berlusconi: Pdl in primis (24,78 per cento). Oggi il dato del centrodestra berlusconiano ed ex berlusconiano è ai minimi storici (6,88 per cento di Forza Italia) mentre si assiste ad una prepotente crescita del Movimento cinque stelle e della stessa Lega nord salviniana, sganciata dal Cavaliere.
Dopo il 17,94 per cento di un anno fa, i grillini si sono confermati con il 17,32 e sono al momento la seconda forza politica del Comune. La Lega li insegue col 15,94 per cento e, oltre Forza Italia, a aumentare la frammentazione si registra il 3,51 di “Sì Toscana”, ovvero la sinistra alla sinistra del Pd.
L’introduzione delle preferenze nella legge elettorale offre, infine, un altro spunto di riflessione nell’esame del voto. Anche in queste caso l’attenzione si deve rivolgere ai due partiti maggiori ed in primo luogo al Pd.
Al riguardo c’è da registrare il risultato del ticket Gianni Anselmi (1.253 consensi) – Michela Cecchi (391) che ha avuto la meglio sulla pressoché solitaria (nel senso di ticket) Carla Maestrini che si è fermata 657 preferenze. Non poche ma tali da rendere evidente come lo scontro tra il sottosegretario Silvia Velo, sostenuta dai suoi sodali locali (sindaco Soffritti in testa), ed un gruppo rilevante di maggiorenti del Partito, abbia visto la vittoria dell’onorevole su una squadra di non poco conto maturata intorno alla candidata renziana. La chiara indicazione di voto di Lorenzo Banti in un incontro elettorale a Venturina, l’impegno di Matteo Tortolini e di altri esponenti di spicco (Maurizio Berrighi per esempio) lasciava supporre che almeno nel Comune di Campiglia Anselmi avesse dovuto faticare un po’ di più per arrivare a doppiare la “compagna” avversaria.
Il riassunto delle preferenze negli altri schieramenti riguarda numericamente le unità e non le decine. L’unica, significativa eccezione l’ha fatta segnare la candidata del Movimento 5 stelle Irene Pecchia (nella foto) che è stata scelta da 312 elettori quasi quanti quelli della diessina Cecchi, trainata da Anselmi.