Case pubbliche al freddo, colpa di Livorno
PIOMBINO 19 novembre 2016 — Siamo venuti a conoscenza in questi giorni del forte disagio in cui si trova un centinaio di famiglie residenti negli alloggi Erp di via di Vittorio e via Togliatti, per la non accensione dei riscaldamenti. Una situazione determinata dalla necessità da parte di Casalp, l’azienda che gestisce il patrimonio degli alloggi popolari di tutti i Comuni della provincia di Livorno, di effettuare degli interventi di adeguamento degli impianti centralizzati alle nuove normative europee di efficientamento energetico, obbligo di adeguamento normativo entro il 31 dicembre 2016. Un intervento che purtroppo ha accumulato dei ritardi da parte di Casalp a causa di lungaggini intervenute nelle gare d’appalto e per la ricerca delle risorse necessarie.
“Ci siamo attivati sin da subito con Casalp per risolvere questa situazione in cui si sono venute a trovare molte famiglie – afferma il sindaco Massimo Giuliani.
Questo spiacevole avvenimento però ha fatto venire alla luce le difficoltà che sta attraversando Casalp, ingessata e indebolita negli ultimi anni a fronte di richieste sempre maggiori legate alla gestione degli alloggi della provincia. Il Comune di Livorno, infatti, che ha una competenza specifica di coordinamento del LODE (Livello ottimale di esercizio in materia di edilizia pubblica) e che detiene la maggioranza delle azioni, (oltre il 60%), ha imposto all’azienda, ed indirettamente agli altri Comuni della provincia, una politica di “risparmio” nei confronti di Casalp ingiustificata a fronte di un aumento consistente delle attività e della necessità di velocizzare e far crescere l’impresa per migliorare la qualità della gestione del patrimonio esistente e delle nuove edificazioni. In totale Casalp, che deve gestire un patrimonio di oltre 8.500 appartamenti, le manutenzioni, le nuove costruzioni, le morosità, i condomini e tutti gli aspetti legati alla trasparenza degli appalti e gli obblighi amministrativi in genere, può contare attualmente su 49 dipendenti, di cui solo 4 tecnici destinati alle manutenzioni a fronte di un obiettivo di gestione che non prevede incremento di risorsa, compreso il personale, a fronte, invece dell’incremento del bisogno sociale e dell’invecchiamento dei fabbricati. Tra l’altro si tratta di un’impresa che costa pochissimo dal punto di vista politico. L’unico soggetto che percepisce un’indennità minima è la presidente mentre il consiglio di amministrazione è a costo zero.
In questa situazione, già di per sé difficile, il Comune di Livorno ha deciso di non concedere a Casalp il canone concessorio, quella parte di canone derivante dagli affitti che deve essere utilizzato per legge per la manutenzione e per le ristrutturazioni del patrimonio Erp. Questa decisione sta penalizzando fortemente Casalp in termini di risorse, che può contare, allo stato attuale, solo su una parte del provento dagli affitti, in quanto, in assenza di decisione unanime del LODE, anche i canoni concessori messi a disposizione da tutti gli altri Comuni della provincia, tra cui anche Piombino con circa 230.000,00 €/anno, non possono essere impiegati.
A questo si aggiunge la lacunosa attività gestionale del LODE stesso da parte dell’ente che dovrebbe coordinare, per disposizione regionale, e che, come già denunciato da altri sindaci, non svolge un’adeguata opera di condivisione politica delle strategie ma agisce spesso in maniera autoreferenziale. È il caso di richiamare inoltre alla mancata partecipazione al vigente piano delle vendite, l’inevasa concertazione territoriale sulle proposte di modifica alla LR 96/96, i ritardi nell’approvazione dei bilanci dell’azienda, l’ingiustificata, e per alcuni versi l’illegittima, pretesa del canone concessorio.
Tutto questo blocca le attività di Casalp, che è la “macchina” per l’esecuzione delle volontà e competenze politiche nel campo delle “case popolari” e impedisce di perseguire un’azione e una politica coerenti con l’attuale stato di emergenza abitativa in corso e con la necessità di programmare interventi efficaci a costrastarne gli effetti.”
In sostanza, il disagio patito dalle famiglie di via di Vittorio e Togliatti, è solo uno dei disagi che conseguono in modo logico ad una direzione politica inefficace e inefficiente”.
UFFICIO STAMPA COMUNE DI PIOMBINO