Caso Punti Blu, ovvero un Comune irresponsabile
PIOMBINO 13 marzo 2019 — L’ennesimo giudizio sulla cattiva gestione di questo Comune a guida Pd arriva dal Tar Toscana che, recentemente, ha accolto il ricorso di un privato che aveva infruttuosamente partecipato alla procedura di assegnazione di uno dei Punti Blu previsti dall’amministrazione comunale, per l’esattezza quello in località Baratti.
Tutti e cinque i Punti Blu, luoghi in cui svolgere attività di noleggio di lettini ed ombrelloni nonché di attrezzature sportive per attività balneari, erano stati assegnati dal Comune. Il Tribunale amministrativo, accogliendo il ricorso, ha dichiarato errata la procedura seguita dall’amministrazione comunale; secondo i giudici amministrativi, infatti, quella procedura – uguale per tutti e cinque i punti Blu – ha violato i principi comunitari di concorrenzialità; peraltro il Tar ha evidenziato che era stato proprio il Comune di Piombino, nel proprio regolamento, a prevedere l’assegnazione dei punti blu attraverso una procedura ad evidenza pubblica che, come noto, deve rispettare i principi di pubblicità, trasparenza e parità di trattamento. Ed invece, nel caso di specie, il Comune ha consentito, dopo la pubblicazione, quindi la visibilità per tutti, di una prima domanda con tanto di progetti allegati, che le altre domande arrivassero in plichi aperti, pertanto visibili, per poi dettare successivamente i criteri di attribuzione del punteggio, potendosi così in via ipotetica facilitare un offerente tra i tanti.
Quel che ci pare ancor più grave, tuttavia, è che l’amministrazione comunale, dopo la sentenza di annullamento dell’assegnazione, lungi dal rispettare la decisione dei magistrati e indire un bando, si è limitata a prevedere l’impugnazione della sentenza di primo grado al Consiglio di Stato. Così facendo, al di là delle ulteriori spese legali da sostenere con soldi pubblici, si nega a tutti coloro che avevano presentato le domande di assegnazione, e speso soldi per questo, di vedersi giudicati con criteri di evidenza pubblica, rinviando a chissà quando la definizione di questa vicenda.
Di procedere con un giudizio leale e legittimo evidentemente a questo Comune non interessa un bel niente, come del resto non interessano le aspettative di lavoro dei giovani che avevano presentato le domande. Un ulteriore esempio di irresponsabilità amministrativa, di amministratori chiusi nel Palazzo e lontani dalla realtà quotidiana.
Anche per questo Piombino ha bisogno del cambiamento.
Ribaltare il “pensiero comune” che ha governato questo fazzoletto di Toscana ininterrottamente dal dopoguerra è e sarà impresa ardua ed improba, anche perchè non basterà “tagliare la testa” alla giunta ma dovrà essere rivisto tutto il sistema amministrativo sin dalle sue fondamenta. Il “laisser faire” maturato in 75 anni ha portato molti amministrativi a considerare la “cosa pubblica” come propria e a piegarla alla bisogna. Gli strafalcioni legali amministrativi privi di ogni logica sono lì e parlano da soli e la domanda se è incompetenza o furbizia è pura retorica.