Cave: decisioni che danneggiano la comunità intera

· Inserito in È accaduto, Spazio aperto

CAMPIGLIA MARITTIMA 8 novem­bre 2018 — Siamo con­vin­ti che la Val di Cor­nia abbia gran­di poten­zial­ità per ricostru­ire un tes­su­to eco­nom­i­co oggi in ginoc­chio a causa del­la crisi. Può far­lo solo par­tendo dalle ric­chezze uniche e non ripro­ducibili e costru­en­do una strate­gia sovra­co­mu­nale per pro­muover­le e val­oriz­zarle.
La deci­sione del Comune di San Vin­cen­zo di avviare il pro­ced­i­men­to per ampli­are le cave di San Car­lo e Monte Calvi fino a fonder­le in un’u­ni­ca cava è dis­tante anni luce da ques­ta prospet­ti­va.
Se un sim­i­le piano si con­cretiz­zasse l’in­tero mas­s­ic­cio del Monte Calvi sarebbe irri­me­di­a­bil­mente per­du­to. Qual­si­asi ipote­si di svilup­po tur­is­ti­co del­l’area, lega­to al pat­ri­mo­nio nat­u­rale, arche­o­logi­co e pae­sag­gis­ti­co (Monte Calvi è un Sito d’in­ter­esse comu­ni­tario di fama euro­pea per la tutela del­la bio­di­ver­sità con al suo inter­no il par­co archeominerario di San Sil­ve­stro), sarebbe com­pro­mes­sa in modo irrepara­bile men­tre il set­tore estrat­ti­vo, che garan­tisce ricadute occu­pazion­ali sem­pre più scarse ed è in pro­fon­da crisi, diven­terebbe l’u­ni­ca attiv­ità con­tem­pla­ta finché ci sarà qual­cosa da scav­are.  Questo anche gra­zie alla deci­sione del Comune di Campiglia che ha can­cel­la­to dalle colline le pro­tezioni ambi­en­tali e ha già deciso nel 2017 di rin­no­vare le con­ces­sioni estrat­tive sen­za un lim­ite tem­po­rale, amplian­do di altre tre ettari la cava di Monte Calvi.
Ques­ta scelta impov­erisce San Vin­cen­zo, Campiglia, Sas­set­ta, Suvere­to e Piom­bi­no. Colpisce la leg­gerez­za con cui le isti­tuzioni assistono ad un così ril­e­vante dan­no per la comu­nità intera.
Il futuro del­la Val di Cor­nia non può essere quel­lo di dis­trug­gere le colline, con­seg­nare le coste alla spec­u­lazione e ammas­sare rifiu­ti spe­ciali e spe­ciali peri­colosi a Piom­bi­no.

Grup­po 2019

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