Cave e residenze turistiche argomenti proibiti
CAMPIGLIA 4 agosto 2016 — Comunico di aver presentato al Sindaco di Campiglia le mie dimissioni dal Comitato per la Partecipazione previsto dal progetto partecipativo “Facciamo centro insieme” del quale ero stato nominato membro in rappresentanza “del volontariato e dei comitati cittadini “.
La ragione principale delle dimissioni è da trovare in un caso lampante di CENSURA POLITICA avvenuta nella formulazione del questionario messo a punto, dopo il fallimento della prima palestra della partecipazione, e che in questi giorni viene inviato ai residenti del centro storico perché scelgano quali sono le proposte più valide da attuare per rivitalizzarlo e riqualificarlo.
Nel questionario vengono riportate tutte le proposte con l’esclusione di due :
- Accelerare lo stato di rinaturalizzazione delle cave,
- Eliminare la previsione contenuta nel Regolamento Urbanistico di realizzazione di una struttura di tipo ricettivo ( RTA) alla Fonte di Sotto.
Due temi sui quali il comitato si è battuto da sempre e che sono causa e rischio di distruzione di quel paesaggio pregiato nel quale è inserita Campiglia e nella quale sarebbe auspicabile potenziare il turismo di qualità che si merita.
Le giustificazioni del Comune sulla eliminazione dei due punti sono risultate assolutamente risibili :
- per le Cave, prima si è detto che non riguardavano il centro storico (come se lo scempio paesaggistico da loro causato non fosse una causa fondamentale di scarsa attrattività), poi che il tema era troppo delicato per essere trattato in maniera approssimata;
- per l’edificabilità alla Fonte di Sotto è stato risposto che il R.U. è in scadenza e che non essendoci richieste in atto era inutile parlarne. Come se in futuro non potesse essere riproposta l’edificabilità della zona!
In pratica i cittadini che lo volessero non potranno far conoscere la loro opinione in merito.
Durante il percorso partecipativo sono stato presente a tutte le riunioni portando il contributo del Comitato per Campiglia sia nella fase di individuazione dei problemi, a cui le proposte dei soci e amici del Comitato hanno dato un forte contributo, che nella scelta dei nomi “degli informatori chiave”.
Poiché la funzione del Comitato della Partecipazione è anche quella di avallare la regolarità del processo partecipativo, non mi sento più di svolgere questo ruolo di fronte a un caso di censura politica che mette in discussione il senso stesso di processo partecipativo che non è più tale quando si mettono paletti e limiti ingiustificabili.