Cave, un disastro permesso e accettato per anni

· Inserito in Teoria e pratica
Niccolò Pini

Nel pro­gram­ma elet­torale di Campiglia demo­c­ra­t­i­ca del 2009 si affer­ma­va chiara­mente: “Il tur­is­mo deve essere un ele­men­to costante del­la nos­tra econo­mia” . Ma come si con­cil­ia questo assun­to con le attiv­ità di cave e miniere che sfre­giano il pae­sag­gio di questo comune?
Il recente Rego­la­men­to urban­is­ti­co 2010, approva­to dal­l’am­min­is­trazione di Campiglia  in mate­ria di attiv­ità estrat­ti­va rende bene l’idea di ciò che è sta­to il rap­por­to tra ammin­is­trazione e  attiv­ità estrat­tive in questi decen­ni: paci­fi­ca indul­gen­za.
Nel doc­u­men­to pri­ma di tut­to si nota che le attiv­ità estrat­tive sono state inserite tra “le zone agri­cole” (anche se in una speci­fi­ca sot­to­zona), quan­do è noto che invece sono attiv­ità indus­tri­ali, e solo dopo la ces­sazione del­l’at­tiv­ità di estrazione e com­ple­tati i ripris­ti­ni potreb­bero essere con­sid­er­ate nel­l’aerea dei parchi.
Dal pun­to di vista nor­ma­ti­vo, inoltre, non si trovano sig­ni­fica­tive azioni volte alla elim­i­nazione degli effet­ti neg­a­tivi delle attiv­ità estrat­tive sulle aree pro­tette cir­costan­ti e sul par­co di San Sil­ve­stro, come richiesto dal Piano Strut­turale del 2007. Infine il prob­le­ma dei ripris­ti­ni, il Rego­la­men­to urban­is­ti­co prevede che questi deb­bano essere fat­ti al ter­mine del­l’at­tiv­ità estrat­ti­va e non, come approva­to nei piani di colti­vazione, con­tes­tual­mente al pro­gredire del­l’at­tiv­ità.
Questo doc­u­men­to però è solo la con­fer­ma dell’ atteggia­men­to indul­gente che l’am­min­is­trazione del Comune di Campiglia ha por­ta­to avan­ti in questi anni non facen­do rispettare l’ob­bli­go, da parte delle imp­rese estrat­tri­ci, di com­pletare i ripris­ti­ni dei fron­ti di cava con­clusi (più di 10 anni di ritar­do), accondis­cen­den­do ad aumentare l’al­tez­za dei gradoni all’in­ter­no dei siti, men­tre pre­sup­pos­to essen­ziale per avere dei ripris­ti­ni effi­ci­en­ti ed evitare il ris­chio di future frane è un’ altez­za meno ele­va­ta, così da diminuire la pen­den­za del crinale, ed infine accon­tentan­dosi di oneri di con­ces­sione mis­eri.
Gli oneri di con­ces­sione per un comune come Campiglia, nel quale sono pre­sen­ti ben 4 siti tra miniere e cave, dovreb­bero rap­p­re­sentare l’e­quo ris­arci­men­to per i dan­ni subiti dai cit­ta­di­ni alle infra­strut­ture e al pae­sag­gio, derivan­ti da questo tipo di attiv­ità indus­tri­ali.

La legge regionale 78/98 prevede la cor­re­spon­sione di con­tribu­ti (oneri) da parte di chi ha con­ces­sioni di colti­vazione; per gli iner­ti il con­trib­u­to può arrivare al mas­si­mo al 10% del val­ore medio di mer­ca­to dei mate­ri­ali estrat­ti in un anno.Stando ai dati attuali il comune di Campiglia riceve cir­ca 1,2% (€ 0,46/mc) cosi che, per esem­pio nel 2009 ha rica­va­to € 140.000 dai con­tribu­ti , se invece fos­se sta­ta appli­ca­ta il mas­si­mo del­la tar­if­fa pre­vista dal­la legge regionale avrebbe potu­to ricavare una cifra che oscil­la tra € 1.300.000 e 2.300.000. cave campigliaQueste tar­iffe ven­gono sta­bilite da una speci­fi­ca com­mis­sione del­la giun­ta regionale ma non sono ben chiari né i cri­teri con cui ven­gono sta­bil­i­ti né per quale moti­vo nes­sun rap­p­re­sen­tante del comune di Campiglia non abbia mai chiesto che venisse riv­is­to il cri­te­rio di cal­co­lo del con­trib­u­to.
La bef­fa per gli abi­tan­ti di Campiglia non finisce qui, infat­ti la Regione Toscana ha approva­to recen­te­mente un nuo­vo piano di colti­vazione (fino al 2027) delle miniere di Botro ai Mar­mi e Mon­tor­si ‑in fase di chiusura- per un’ esten­sione di 40 ettari e un vol­ume di mate­ri­ali da scav­are di 3.370.00 mc. aven­do un con­trib­u­to ann­uo di € 9.000 cir­ca a fronte di un val­ore di mer­ca­to che oscil­la tra i € 50/30.000.000
Il ter­ri­to­rio inter­es­sato dal nuo­vo prog­et­to di colti­vazione mineraria ricade all’interno dell’UTOE n. 7 – aree nat­u­rali pro­tette — del Piano strut­turale approva­to dal Comune nel 2007 e dal­la stes­sa Giun­ta regionale, nel quale si dice esplici­ta­mente che:
Obi­et­ti­vo gen­erale del piano strut­turale è diminuire le ester­nal­ità neg­a­tive delle attiv­ità di cava e di miniera sul­la prin­ci­pale fun­zione del­la pre­sente Utoe, ovvero la tutela e il godi­men­to dei val­ori nat­u­rali, delle bellezze pae­sag­gis­tiche e delle tes­ti­mo­ni­anze stori­co-arche­o­logiche
Per quan­to attiene alle con­ces­sioni minerarie, riconosci­u­ta l’esclusiva com­pe­ten­za del­la Regione Toscana in argo­men­to, si rin­no­va l’obiettivo speci­fi­co di non ammet­tere nuove con­ces­sioni minerarie, siano esse di ricer­ca o di sfrut­ta­men­to dei giaci­men­ti”.
Per adesso quin­di l’u­ni­co “ele­men­to costante” nel Comune di Campiglia rimar­ran­no le cave.

 

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