C’è poco da studiare: le cave pregiudicano il futuro

· Inserito in Spazio aperto

CAMPIGLIA MARITTIMA 30 agos­to 2019 — “C’è poco da stu­di­are. La Regione ha indi­vid­u­a­to la Val di Cor­nia, i Comu­ni di Campiglia Marit­ti­ma e San Vin­cen­zo in par­ti­co­lare, come il sec­on­do sito regionale per le attiv­ità estrat­tive. 30 mil­ioni di metri cubi nei prossi­mi vent’anni con un aumen­to supe­ri­ore al 20% del min­erale prel­e­va­to sulle medie storiche reg­is­trate: ampli­a­men­ti insosteni­bili dei “giaci­men­ti” delle cave e ter­ri­to­rio di fat­to asservi­to a quest’attività.
Per le nos­tre comu­nità sig­nifi­ca che il futuro è fat­to di cave. Un set­tore in crisi, che imp­ie­ga sem­pre meno occu­pati ed ha bisog­no urgente di ammin­is­trazioni pub­bliche che piani­fichi­no la ricon­ver­sione. L’alternativa è assis­tere pas­si­va­mente alla pro­gres­si­va e inesora­bile crisi occu­pazionale (già in atto da decen­ni) e all’irreparabile dev­as­tazione del pat­ri­mo­nio ambi­en­tale e pae­sag­gis­ti­co del­la Val di Cor­nia.
Dire che chi si oppone al dis­tret­to regionale delle attiv­ità estrat­tive sia con­tro il lavoro è esat­ta­mente il con­trario del­la realtà: chi per­me­tte di des­tinare le nos­tre colline ad un’attività esauri­bile e non rin­nov­abile, che imp­ie­ga sem­pre meno occu­pati, si oppone alla creazione delle centi­na­ia di posti di lavoro che in questo ter­ri­to­rio pos­sono svilup­par­si con la val­oriz­zazione delle nos­tre risorse e rischia di arrivare alla fine delle attiv­ità estrat­tive sen­za aver saputo o potu­to piani­fi­care alcunché di alter­na­ti­vo.
Aumentare le escav­azioni, fare del­la Val di Cor­nia il sito da cui viene estrat­to il 60% del cal­care ad uso indus­tri­ale di tut­ta la Regione Toscana, dilatare i con­fi­ni dei siti estrat­tivi non è difend­ere i posti di lavoro esisten­ti nel com­par­to né rispon­dere alle esi­gen­ze delle indus­trie locali. La Solvay non ha bisog­no di sim­ili quan­ti­ta­tivi e se un domani dovesse esser­ci richi­es­ta di cal­care da parte di un futuro forno elet­tri­co a Piom­bi­no ci si dovreb­bero man­gia­re le mani per aver estrat­to mate­ri­ale utile all’industria locale e aver­lo manda­to in ogni dove.
Esat­ta­mente come RIMa­te­ria non c’entra niente con le boni­fiche di Piom­bi­no ma serve a far guadagnare qual­cuno smal­tendo i rifiu­ti di tutt’Italia, 21 mil­ioni di metri cubi di cal­care da indus­tria nei prossi­mi vent’anni non c’entrano niente con le esi­gen­ze dell’industria locale ma  ser­vono far guadagnare qual­cuno venden­do la nos­tra preziosa risor­sa ovunque.
Sono decen­ni che si dibat­te sul des­ti­no di questo ter­ri­to­rio in relazione all’impatto che le cave han­no sug­li altri set­tori eco­nomi­ci. Non c’è niente da stu­di­are. Alber­ta Tic­ciati deve man­tenere fede agli impeg­ni assun­ti in cam­pagna elet­torale e, attra­ver­so gli stru­men­ti che il Comune ha a dis­po­sizione, deve far valere i vin­coli a tutela del pat­ri­mo­nio del­la comu­nità che rap­p­re­sen­ta ed impeg­nar­si nel rilan­cio delle politiche di ricon­ver­sione eco­nom­i­ca ormai abban­do­nate da anni.

Grup­po 2019

Commenta il post