Centrale Enel: se le istituzioni vivono alla giornata
SUVERETO 26 giugno 2015 — È uscita l’ipotesi di destinare la ex-centrale ENEL di Torre del sale ad un centro commerciale outlet e stiamo assistendo alle prime prese di posizioni favorevoli o contrarie. La prima cosa che viene alla mente è la giustezza dello smantellamento di una centrale che da troppo tempo è completamente inutile e improduttiva, per pensare ai lavoratori però non possiamo far creare altro danno al territorio.
Questi territori hanno bisogno di essere vitalizzati, di portare al loro interno quelle proposte che possono aiutare il cammino di uno sviluppo che sia inclusivo di tutte le potenzialità di ogni settore, sia produttivo che di servizio, evitando idee bislacche che di fatto cercano di costruire punti di aggregazione insignificanti per il rilancio economico di un’area, anzi sono peggio, cercano di trasferire la centralità commerciale fuori dai canali naturali di sempre.
Con questa ipotizzata riconversione della centrale si verrebbe a creare un centro commerciale che di fatto potrebbe rappresentare una centralità completamente estranea al tessuto produttivo e di servizio sia di tipo commerciale che produttivo, in netta contrapposizione al tessuto esistente nei vari centri.
Ancora una volta viene portato in evidenza il grande limite di una assenza totale di riflessioni a più voci sul futuro che vogliamo, le nostre istituzioni invece di vivere alla giornata avrebbero il dovere di presentare la loro capacità di programmazione e di vera conduzione dell’economia, solo da una riflessione a tutto campo diretta e guidata dalle istituzioni, può nascere una linea di nuovo sviluppo concreto e soprattutto necessario al futuro che vogliamo dare ai territori.
Sul piano commerciale nei nostri centri, tutti, abbiamo aree da valorizzare e rilanciare, sia i centri storici che le periferie, con la giusta ed essenziale accortezza di svolgere un ruolo di raccordo tra la produttività e la valorizzazione, dentro quelle linee debbono trovare spazi anche gli imprenditori, che non possono camminare come se fossero i padroni del vapore, è dunque il territorio che deve indicare le linee programmatiche del futuro e agli enti locali spetta non rimanere inermi in attesa di dare pareri su progetti di altri, ma sono proprio loro che debbono tracciare le strade nuove su cui far camminare l’economia.
Discutere senza obiettivi generali coinvolgenti delle potenzialità del territorio è perdita di tempo, ma soprattutto è debolezza della politica, che deve smetterla di rimanere in attesa di idee altrui ma gli spetta mettere in campo le proprie, dopo un giusto e largo confronto con tutta la popolazione. Se non riesce far questo la politica rinuncia al proprio ruolo e lascia ampi spazi al degrado del proprio territorio, senza essere capace di dirigere il nuovo che serve e che deve essere coinvolgente.
Walter Gasperini