Centri trasfusionali tra disagi e rischi
PIOMBINO 28 novembre 2013 — Da due anni ormai la validazione del sangue da trasfondere in casi di emergenza, soprattutto di notte, è affidata ad un sistema di televalidazione: per risparmiare, i medici non sono presenti negli ospedali, ma uno solo per tutta l’Azienda valida a distanza via internet il lavoro fatto da un solo tecnico reperibile. Una procedura voluta dalla Regione grazie alla tecnologia a disposizione, ma declinata in salsa livornese, cioè per una azienda con gli ospedali disseminati su più di 100 km con anche un pezzo di mare da attraversare. Si è voluto applicare una tecnologia sofisticata senza avere però gli strumenti per applicarla e cioè una linea telefonica sicura, con una linea d’emergenza in caso di guasto: è come aver messo il motore di una ferrari su una 500 e come era prevedibile, non sempre funziona.
Nei giorni scorsi per ben due volte i centri trasfusionali della ASL6 sono andati in blackout per ore, si sono richiamati di corsa i medici reperibili: peccato che a Piombino non ci sono e allora si è ricorsi a mettere una macchina pronta a partire per Cecina in caso di provette da validare, per poi riportarle a Piombino, il tutto per lavorare l’eventuale sacca da trasfondere. Tutto questo in una città con insediamenti industriali ‚acciaierie, fabbriche, porto, superstrada, cioè con più alte percentuali di rischi e di interventi. Come lavoratori e cittadini possiamo sentirci al sicuro? I lavoratori possono lavorare tranquilli? Noi pensiamo di no e per questo chiediamo alla nuova Direzione un segno di discontinuità con la precedente gestione. Una attenzione maggiore per la sicurezza dei cittadini ed i lavoratori: non si ragioni solo ed a a tutti i costi di risparmi economici,si operi per procedure sicure ed efficaci rispondenti alle caratteristiche del nostro territorio, dotazioni organiche adeguate ai carichi di lavoro, rispetto e distinzione dei ruoli professionali. Cerchiamo (ognuno con i suoi ruoli), di evitare situazioni di pericolo per i cittadini che fatalmente quando accadono, spingono tutti a partire delle Aziende e dalla Regione a tirare in ballo protocolli più adeguati , più sicuri.
A Livorno per esempio si è trasferito tutta la lavorazione del sangue che ogni giorno arriva dall’Elba, da Piombino, da Cecina, con gli ormai famosi tour delle provette. Tutto questo però senza aumentare il numero dei tecnici di Livorno creando di fatto super lavoro, stress, stanchezza. Ad oggi tutto questo non ha creato disagi o rischi per i cittadini, grazie al sacrificio e alla professionalità dei tecnici coinvolti, tuttavia siamo preoccupati che questo possa durare fino a quando nasceranno le famose officine del sangue a Pisa. E di cui per ora non è dato sapere la partenza ufficiale . Si è parlato tanto nei mesi scorsi degli errori di trasfusione nelle corsie, correndo ai ripari e mettendo in atto nuove procedure per limitare errori che possono essere fatali, ma poi si lascia un tecnico da solo, senza medico, di notte, a gestire urgenze, a volte anche più di una contemporaneamente, dovendo interfacciarsi con il medico reperibile a 100 km di distanza.
Come sindacato CISL , responsabilmente abbiamo chiesto maggiori tutele per i lavoratori, indicando modifiche utili a non esporre a rischi e disagi. Sembra impossibile che dai vari dirigenti arrivino solo dei no, per non aver il coraggio di ammettere che sono stati fatti degli errori di percorso per la troppa fretta o per raggiungere obiettivi calati dall’alto e da lontano. Non possiamo accettare solo dei no, vogliamo segni chiari e concreti che i problemi segnalati dagli stessi professionisti coinvolti, vengano affrontati e risolti. E’ un diritto dei cittadini che la sanità pubblica sia più sicura e uguale in tutte le varie zone.
La Segreteria CISL FP di Livorno