Centro Riabilitazione: il Comune è stato informato
CAMPIGLIA MARITTIMA 9 maggio 2020 – “Leggo sulla stampa di oggi che il Comune di Campiglia non ha ricevuto comunicazioni ufficiali sul Centro di Riabilitazione, mentre la lettera è stata inviata il 7 maggio scorso ( (07 maggio 2020 Prot: 2020/0117558/GEN/102CSTGLN62D68C236E), così come è stato inviato, anche ai sindacati, il verbale dell’incontro del 30 aprile scorso”. Maria Letizia Casani interviene sull’organizzazione del Centro di Riabilitazione.
“Un primo chiarimento. Il centro di Campiglia non è stato trasformato in “cod.56”, ma rimane una struttura ex-art. 26, il fatto che all’interno vengano accolti pazienti Covid positivi non ne determina la trasformazione. È bene anche ricordare che l’Azienda ha provveduto ad aumentare la dotazione organica di infermieri, tecnici e medici e che tutti sono stati regolarmente formati e addestrati, per oltre un mese, grazie alla supervisione di operatori esperti nell’impiego dei DPI. Ciò è dimostrato dal fatto che, nonostante i pazienti attualmente ricoverati siano “negativizzati”, gli operatori hanno avuto a disposizione ed hanno utilizzato tutto ciò che è necessario per l’approccio ai Covid positivi. Ancora, la riorganizzazione del centro di Campiglia ha avuto l’avvallo dall’Unità di Crisi, dal Rischio Clinico, dalla Qualità e Accreditamento e dal Servizio di Prevenzione e Protezione aziendali”.
“Confermo inoltre che, come è riportato chiaramente nel verbale dell’ultimo incontro, saranno rapidamente ripristinati tutti i servizi distrettuali, attualmente reindirizzati su Venturina, e rinnovo l’impegno a reperire una sede idonea per la ricollocazione dei servizi distrettuali e a supportare concretamente, in collaborazione con la Società della Salute, lo sviluppo della riabilitazione di Campiglia, come si evince dalla proposta avanzata dal direttore sanitario esplicitata nel verbale dell’incontro inviato al Sindaco e ai sindacati”.
“E’ importante chiarire — continua Casani — quale è stata la motivazione tecnica che ci ha portato a mettere in atto questa scelta.
La pandemia da Covid-19 rappresenta un’emergenza senza uguali, che ci costringe quotidianamente a mettere in atto “aggiustamenti” organizzativi, imposti dalle nuove acquisizioni scientifiche. Quando l’Unità di Crisi progettò il percorso riabilitativo dei pazienti Covid-19, si presupponeva che la durata del ricovero ospedaliero fosse sufficiente per la loro “negativizzazione”. Per questo, nella prima ipotesi redatta, si diceva che, fra le varie caratteristiche cliniche per l’ammissione dei pazienti a Campiglia, vi era anche la presenza di un “doppio tampone negativo”. Tale presupposto è stato però smentito dalle conoscenze scientifiche successive: il “doppio tampone negativo” non dà certezza né della guarigione del paziente (spesso osserviamo “false” negativizzazioni), né della fine della sua contagiosità (il virus resta nelle feci, nelle urine e nell’espettorato bronchiale), ma soprattutto abbiamo appreso che la positività può durare ben oltre i 14 giorni cui si faceva riferimento inizialmente.
Chiudo con la certezza che tutta la comunità delle Valli Etrusche sarà orgogliosa di dimostrare solidarietà e accoglienza a quei malati dimessi, dopo lunghi periodi di ricovero, bisognosi di ulteriore e specifica assistenza e sono pienamente convinta che il centro di Campiglia, una delle poche strutture pubbliche di riabilitazione extraospedaliera della Toscana, in questa emergenza debba fare la sua parte”.
Ufficio stampa Azienda Usl Toscana nord ovest