Cercate soluzioni non responsabilità
PIOMBINO 14 aprile 2017 — Nel 2011 la vicenda Lucchini vede le banche subentrare a Severstal ma il capitale sociale si erode e le stesse devono ripianare. Forse poteva essere il momento di passare da ciclo integrale a forno elettrico. Poi il commissariamento, chiesto con forza, che ha consentito di avviare la non scontata procedura “Marzano”. Scatta la gestione commissariale con la ricerca di compratori, in estrema sintesi la scelta: Rebrab o Jindal. Erano e sono oggi in bilico 2200 posti di lavoro circa e il secondo ne assicurava solo 800, sicuri ma insufficienti per garantire tutti. Immaginiamoci per un momento se fosse stato scelto Jindal, cosa avrebbe detto e fatto il territorio. Ci risulta quindi difficile percepire le responsabilità governative rispetto al fallimento di un’azienda, a meno che non si cerchi un facile responsabile aleatorio e distante. Ma potevano controllare meglio il piano industriale di Rebrab: basterebbe ricordarsi gli epiteti che si sono presi coloro che su questo piano hanno sempre espresso dubbi, figuriamoci una bocciatura.
Ma bisogna guardare avanti, certamente basterebbe iniziare a vedere la situazione con lucidità e verità, senza strumentalizzare o illudere le persone. Ora tutto è più complicato, più passa il tempo e peggio è. Sarà difficile fare a meno di Rebrab, non sappiamo se ci sono i margini per recedere dal contratto, atto che comunque potrebbe portare ad un infausto blocco totale della situazione; probabilmente sarà necessario un accordo. Noi comunque riteniamo di non poter fare a meno di un terzo interlocutore, già inserito nel mondo dell’acciaio che possa rilanciare la parte delle lavorazioni a freddo. Sarebbe illusorio parlare di statalizzazioni, pensando di far ripianare i debiti dalla fiscalità generale dello Stato: è un tempo ormai finito. Infelice proporre forni elettrici in corso Italia, banalizzando “ diossine, PCB, IPA , metalli pesanti” e la necessità di regolare gli orologi ad ogni carica per dormire. Invece ci gratifica il fatto che il sindaco proporrà una rivisitazione degli accordi di programma, perché è da li che dobbiamo ripartire: proposta che Ascolta Piombino fece nel 2015 ma che fu bocciata dalla maggioranza.