Che noia questa fusione.…
La fusione Campiglia Suvereto non appassiona i cittadini di Campiglia e allarma quelli di Suvereto. Era prevedibile. Fino a pochi mesi fa nessuno pensava alla fusione, visto che i Sindaci sono stati eletti nel 2009 per costituire l’Unione di tutti i Comuni della Val di Cornia. Il meno che si possa dire è che la volontà dei cittadini è stata tradita. Inoltre è diffusa la consapevolezza che i nostri problemi hanno tutti una dimensione più vasta di Campiglia e Suvereto. Basti pensare alla programmazione territoriale, al turismo, all’agricoltura, alla formazione, alla diversificazione dell’economia, ai rifiuti, all’acqua, ai servizi sociali e sanitari, alla formazione, ecc. Nessuno coincide con i territori dei Comuni che si vogliono fondere.
Resta invece il dubbio che la fusione indebolisca la rappresentanza della comunità suveretana e probabilmente anche qualche servizio essenziale che oggi viene garantito proprio perché è un Comune. Per questo i fautori della fusione promettono nuovi sportelli al pubblico e nuovi servizi. Non dicono però quali sono i progetti approvati, chi li finanzia, con quale personale si prevede di gestirli, i tempi delle loro realizzazioni. Propagandano invece i contributi promessi dalla Regione e dallo Stato che, come è stato chiarito, finiscono dopo tre-cinque anni e sono subordinati all’esistenza di risorse finanziarie. In ogni caso serviranno per riordinare uffici, sistemi informatici, anagrafe, stradari,eec.
I vantaggi economici permanenti non ci sono perché il Comune di Suvereto non ha dirigenti o esuberi di personale. Per di più, se si dovesse dar credito alle promesse, ci sarebbe bisogno di più risorse umane. Neppure la soppressione di un sindaco e di pochi consiglieri comunali costituisce un’economia, prima di tutto perché nei piccoli Comuni le indennità di carica sono risibili e spesso gli amministratori svolgono funzioni di volontariato sociale che andrebbero premiate, poi perché nel nuovo Comune è previsto un presidente del Consiglio stipendiato che va ad aggiungersi al Sindaco. Si dica dunque ai cittadini che con la fusione non ci saranno economie né per i servizi, né per i costi della politica. Per onestà si dica anche che i costi della politica non stanno nei piccoli Comuni, ma nelle Province, nelle Regioni, nel Parlamento, nelle Autority e nelle sterminata giungla della pubblica amministrazione che difende con le unghie privilegi spesso intollerabili.
Sul campo resta la domanda sul perché di una decisione lontanissima dal sentire dei cittadini. Per noi le motivazioni sono evidenti e risiedono nel fatto che il PD ha fallito nell’intento di far lavorare insieme i Comuni della Val di Cornia, ha smarrito la visione sovracomunale e lascia ora riemergere pericolosi municipalismi come dimostrano le iniziative solitarie di Piombino che chiede di andare nella Provincia di Grosseto, di San Vincenzo che preferisce collaborare con la bassa Val di Cecina, di Campiglia e Suvereto che improvvisano una dannosa fusione.
La nostra proposta è sempre la stessa: fermare, con il NO alla fusione, lo sfascio istituzionale della Val di Cornia; discutere seriamente dei gravi problemi di questo territorio e decidere tutti insieme quali sono gli strumenti migliori per affrontarli. Ci si accorgerà che la fusione tra Campiglia e Suvereto non serve, come non servono tutte le iniziative unilaterali che indeboliscono la coesione sociale e istituzionale delle popolazioni della vallata.
Comune dei Cittadini