Chi amministra non può fare propaganda
CAMPIGLIA 18 ottobre 2013 — E’ iniziata la campagna di autunno da parte del Comune dei Cittadini e del suo braccio esterno, il Comitato per Campiglia. Il fronte: Italian Food, stazione, cave e fusione. Sulla prima si dice che il Comune di Campiglia ha ceduto, su tutta la linea, al ricatto della occupazione. Il fatto è che l’azienda non trova i milioni di euro occorrenti per il suo trasferimento a Campo alla Croce dove è previsto terreno sufficiente. Che si fa, si chiude? L’agricoltura perderebbe milioni, centinaia di donne non troverebbero occupazione. E’ l’unica azienda a maggioranza femminile.
Il Comune si è adoperato su vari fronti per cercare la soluzione ma fa i conti con la crisi che ha investito il Paese, che ha riflessi anche da noi. O, no?
Stazione di Campiglia, peraltro ancora da terminare. Si dice che sia la più brutta della costa. Sono andato a fare un giro nelle stazioni di Grosseto, Montepescali, Scarlino, Piombino, San Vincenzo, Castagneto, Pisa, anche Firenze, già che c’ero. Non mi sembra che siano migliori della nostra, anzi. Ho l’impressione che, anche se ci piantassimo un roseto, ai critici non piacerebbe. A prescindere, diceva un tale che ci ha fatto tanto ridere. Cave, le cose sono risapute, le scadenze anche, le volontà pure, non c’è niente di nuovo sotto il sole. Eppure, si avanzano dubbi, insinuazioni insomma, robaccia. Ora si chiede un dibattito sul piano provinciale. Mi sembra giusto che il piano sia presentato al pubblico da chi l’ha fatto, cioè dalla Provincia. Diamo il tempo al tempo e rispettiamo le istituzioni ancorché lente e farraginose. Le cave preoccupano per la futura occupazione. Con quel che sentiamo in giro, anche Stile Libero si è cimentato bene sull’argomento (complimenti), il futuro si sta tingendo di nero. Nel 1978, i minatori trovarono lavoro alla Lucchini ma, oggi? Oppure, a Massa e a Gavorrano dove le miniere sono chiuse da tempo. Allora? Attendiamo. L’edilizia è ferma, le medie e piccole industrie chiudono o si ridimensionano, l’agricoltura soffre. Dove ti giri c’è crisi. I licenziati potrebbero lavorare nelle vigne di Suvereto o alla Parchi. Via, non si speculi sul lavoro che non c’è. Che i critici attendano come noi tempi migliori! Sfido i critici: me la indicate voi la soluzione a quanto accadrà nel 2018 e nel 2020? A quelle date scadono le concessioni di cava.
Non lo farete perché non lo sapete. “Mamma mia dammi cento lire che in America voglio andar…” eh, facciamo così? Fusione. A marzo 2013 votammo unanimi l’Unione. Tre Comuni si defilarono. Rimanemmo noi e Suvereto. Che bella unione avremmo fatto! Pensammo: l’Italia ha bisogno di ridurre gli ottomila Comuni (un Partito, negli anni 80, lo propose, prendendosi gli improperi di quasi tutti).
Ora lo proponevano Governo, Parlamento e Regione aggiungendovi, tanto per addolcire il tiro, qualche milione di euro e, soprattutto, lo sblocco del patto di stabilità ribattezzato di “stupidità”. A Campiglia, si sa, sono bloccati sette ‑milioni-sette.
Volevamo diminuire la spesa pubblica, provare un Comune al posto di due e, soprattutto, volevamo sentire che ne pensavano i cittadini. Insomma, volevamo ripetere che quel tentò Paolo Benesperi, da voi ben conosciuto, con la Centrale di Torre del Sale. A Suvereto hanno detto NO. A Campiglia e Venturina, SI’. La fusione non si farà, i contributi non si riceveranno, continueremo ad aumentare la spesa pubblica, non faremo alcuna prova. I due Comuni tali rimarranno. Però, un sindaco dovrà andare di qui e di qua a chiedere l’accorpamento delle funzioni. Le minoranze fanno la loro battaglia, mordono e fuggono, alcuni loro “capi” sono stati specialisti in queste operazioni allorquando erano giovani, figuriamoci. Le maggioranze debbono fare i conti con le leggi in vigore e debbono rispettarle e attuarle.
La differenza sta qui. Chi amministra non può fare propaganda.
Niente di nuovo sotto il sole della Val di Cornia che si avvia a provare con l’Alta Maremma e già qualcuno ha dei mal di pancia.
Gianfranco Benedettini