Chiarire le responsabilità politiche è la premessa
PIOMBINO 4 aprile 2018 — Con ogni probabilità i terribili miasmi prodotti dalla discarica maleodorante di Colmata sono determinati dall’incompletezza dell’impianto di captazione del biogas. Risulta infatti che siano state realizzate neanche la metà delle canalizzazioni necessarie. Già diversi mesi addietro il PRC presentò un’interrogazione sui prestiti ottenuti da Asiu nel 2012 e nel 2014 da Banca Popolare di Vicenza, che affibbiò ad Asiu anche 131.270 euro di titoli poi risultati carta straccia. I primi prestiti (460.000 euro) furono utilizzati per pagare ai dipendenti di Asiu la 13° mensilità 2012 e la 14° del 2014. I prestiti successivi (nel 2012 pari a 2.400.000 euro) erano ufficialmente destinati a finanziare la modernizzazione degli impianti, anche mediante l’installazione di un impianto di captazione di biogas (lo scrissero i sindaci revisori di Asiu), ma, come sappiamo, servirono, così riferì la liquidatrice di Asiu, per altri investimenti resi necessari dalla circolare “Orlando”. Naturalmente, la cosa dovrà essere indagata ancora più approfonditamente, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Asiu già nel 2012 non aveva fondi neanche per pagare i lavoratori. Oggi, è ormai di comune sapere, i debiti di quell’azienda assommano a diverse decine di milioni di euro, tra debiti da pagare, accantonamenti non fatti e svalutazione degli impianti.
Uno sproposito.
La nuova vocazione di RiMateria è quindi quella di produrre guadagni tali da ripianare i debiti lasciati dalle precedenti amministrazioni e riuscire così a finanziare il completamento degli impianti. Questo è stato chiesto agli attuali vertici dell’azienda. E per produrre introiti economici si smaltiscono rifiuti speciali provenienti da varie zone d’Italia.
Rifondazione ha chiesto in varie occasioni che l’amministrazione fornisse chiarimenti sulle responsabilità delle scelte che hanno portato un’azienda come Asiu sull’orlo del baratro, ma le risposte sono sempre state evasive.
Eppure non è tanto difficile, basta avere l’onestà intellettuale di rivedere attentamente cosa è successo negli ultimi 20 anni: era stata progettata la TAP, un impianto destinato a riciclare i rifiuti delle acciaierie per trasformarli in inerti, utili ad esempio a costruire le pavimentazioni delle strade. Un circuito virtuoso che avrebbe consentito di smaltire molti dei residui della produzione siderurgica e al tempo stesso di produrre ingenti guadagni. Nei fatti la TAP è stata ferma e incompiuta per anni. Il prodotto della gestione di Lorenzo Banti, di Enrico Barbarese, di Fulvio Murzi e di Gianni Anselmi è sotto gli occhi di tutti. In compenso le strade del comprensorio e soprattutto il nuovo porto di Piombino sono stati fatti con il materiale di cava proveniente da Monte Valerio, con il danno ambientale che tutti possono vedere.
Adesso c’è una città che si divide come se lo scontro reale fosse tra lavoratori e cittadini che invocano la tutela dell’ambiente. Come sempre il potere trama per far litigare le vittime fra loro e indurle ad ignorare il vero colpevole.
Alcuni si scagliano contro chi denuncia il problema invece che contro chi l’ha provocato.
Noi riteniamo che sia assolutamente necessario completare l’impianto di captazione del biogas, perché effettivamente pare difficile tutelare l’ecosistema senza riaprire i cantieri e fare quanto necessario per mettere tutto in sicurezza. Quindi, fare gli investimenti necessari affinché quegli impianti servano a smaltire le montagne di rifiuti dell’ex area Lucchini, con tutti i benefici che ne conseguiranno non solo in termini ecologici, ma anche economici e occupazionali. Insistere con i conferimenti di rifiuti da chissà dove, non è la strada giusta. Non lo è in generale, anche a prescindere dai camion di roba tossica e illegale che sono stati bloccati. Ma per fare questo è necessario far partire le bonifiche e svincolare le aree che contengono i rifiuti delle acciaierie, rimettendo a lavoro anche tutti i dipendenti. Il governo passato fino ad ora ha fallito, quello nuovo sarà bene si muova alla svelta, se vorrà dimostrare di essere diverso. Ugualmente dovrà fare il suo la Regione Toscana. Se mancano i fondi per mandare avanti i lavori dell’impianto a biogas, non si può certo continuare con i conferimenti di rifiuti dalle cartiere, dal comprensorio del cuoio o altro. Chi è responsabile di questo disastro trovi i soldi per rimettere in moto la macchina. Gli strumenti tecnico giuridici per agire con urgenza esistono.
Alla fine, appare chiaro quanto sia ineludibile la discussione sulle responsabilità politiche di questo sfascio economico. O si riparte da qui o non si va da nessuna parte.
Gruppo consiliare e Circolo Rifondazione comunista Piombino