Chissà se e come risponderanno i candidati

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CAMPIGLIA 18 mag­gio 2015 — Il Comi­ta­to per Campiglia dal 2007 ha anal­iz­za­to una serie di prog­et­ti di trasfor­mazione del ter­ri­to­rio, si è mosso per impedire quel­li evi­den­te­mente sbagliati e si è pos­to il fine di infor­mare le per­sone con dati cer­ti, mai con­tes­ta­ti, di pro­ces­si in atto in molti casi inac­cetta­bili in quan­to dan­nosi per la tutela del pae­sag­gio, del­l’am­bi­ente e del pat­ri­mo­nio stori­co e cul­tur­ale del­la Val di Cor­nia.
Il Comi­ta­to si riconosce nelle enun­ci­azioni di prin­ci­pio con­tenute nel Piano del Pae­sag­gio recen­te­mente approva­to dal­la Regione in base al quale si trat­ta di gestire le trasfor­mazioni in modo da impedire che queste porti­no allo snat­u­ra­men­to del pae­sag­gio per errori qual­i­ta­tivi o quan­ti­ta­tivi.
Molti sono i casi stu­diati dal Comi­ta­to dove sono evi­den­ti questi rischi e qui ne ripor­ti­amo una parte inqua­drati in quat­tro temi prin­ci­pali.
Il Comi­ta­to val­uterà i can­di­dati Gov­er­na­tori in base alla pre­sen­za o meno nel loro pro­gram­ma di impeg­ni pre­cisi nel­l’af­frontar­li e nel rispon­dere alle richi­este del Comi­ta­to per Campiglia.

1) LE CAVE
(MONTE CALVI e MONTE VALERIO in Comune di Campiglia Marit­ti­ma – SAN CARLO in Comune di San Vin­cen­zo)
Le cave del Campigliese sono così impat­tan­ti che dal­la Cor­si­ca risul­tano essere la pri­ma immag­ine che si per­cepisce di questo trat­to di cos­ta. La legge regionale (la 78/98) è piena di buone inten­zioni (mod­er­azione nel­l’u­so dei mate­ri­ali nat­u­rali, ripristi­no delle cave abban­do­nate, riu­ti­liz­zo degli scar­ti di cava, equi­lib­rio tra attiv­ità di cava e altre attiv­ità, rispet­to del pae­sag­gio, ecc.) che sono rimaste chi­ac­chere man­can­do gli stru­men­ti eco­nomi­ci per attuar­le, data la ridi­co­la definizione dei con­tribu­ti, e la sep­a­razione del­la leg­is­lazione rel­a­ti­va al riu­ti­liz­zo dei rifiu­ti rici­cla­bili da quel­la rel­a­ti­va ai residui di cava.
Per­tan­to il Comi­ta­to chiede che
a liv­el­lo regionale sia approva­ta una nuo­va legge che superi tutte le omis­sioni del­la 78/98 preve­den­do con­trol­li seri sul­l’at­tuazione dei Piani di Colti­vazione, non ammet­ten­do mod­i­fiche che ritardi­no le fasi di rinat­u­ral­iz­zazioni pre­viste pena la deca­den­za del­la con­ces­sione, non ammet­ten­do pro­roghe alle sca­den­ze per scav­are il mate­ri­ale ammes­so ma non sca­v­a­to, indi­care oltre a un mas­si­mo anche un min­i­mo del con­trib­u­to, da quan­tifi­care in almeno €/mc.2,00 las­cian­do alle ammin­is­trazioni la pos­si­bil­ità di con­trattare cifre oltre il min­i­mo, ma obbli­gan­doli a rispettare il prin­ci­pio di ren­di­con­ti annu­ali ed impe­den­do antic­i­pazioni. Inoltre una nuo­va legge regionale deve prevedere delle des­ti­nazioni più ampie dei con­tribu­ti final­iz­zan­doli anche al sosteg­no di attiv­ità che quel­la di cava può dan­neg­gia­re e deve prevedere un ampli­a­men­to del­la parte­ci­pazione dei cit­ta­di­ni alla approvazione di Piani che devono essere con­siderati alla stregua di qualunque Piano Attua­ti­vo che mod­i­fi­ca il ter­ri­to­rio.
Infine è indis­pens­abile met­tere a pun­to una legge sui rifiu­ti rici­cla­bili che ricom­pren­da anche i residui di cava e che pos­sa ridurre la dis­tan­za con altre nazioni europee sul­l’u­so di mate­ri­ali rici­clati, favoren­do i con­fer­i­men­ti già selezionati in dis­cariche e ren­den­do sem­pre più con­ve­niente uti­liz­zare questi rispet­to ai mate­ri­ali vergi­ni.

2) I PARCHI
(IL PARCO DI RIMIGLIANO E SOCIETAPARCHI VAL DI CORNIA)
Un ele­men­to carat­ter­iz­zante e pres­soché uni­co in Toscana è il sis­tema dei Parchi del­la Val di Cor­nia. La sua speci­ficità è che non si trat­ta di parchi region­ali o statali, ma di pro­pri­età esclu­si­va­mente comu­nale. Oggi la effi­ca­cia del­la Soci­età è in peri­co­lo gra­zie al comune di Piom­bi­no che , per risanare il suo bilan­cio, nel 2012 sot­trae alla Parchi 1.000.000 di euro dai proven­ti dei parcheg­gi di Barat­ti e Ster­pa­ia
Gli ammin­is­tra­tori dei vari Comu­ni non han­no bat­tuto ciglio per questo scip­po dimostran­do di essere poco sen­si­bili alla eccezion­al­ità di una strut­tura come l’in­sieme di Parchi, musei e mon­u­men­ti affida­to alla Soci­età e che rap­p­re­sen­ta uno degli ele­men­ti di richi­amo del tur­is­mo ital­iano e straniero più colto e in gra­do di per­me­t­tere un allunga­men­to del­la sta­gione tur­is­ti­ca più di quan­to non fac­cia il solo tur­is­mo bal­n­eare.
Sarebbe allo­ra più utile che attra­ver­so norme region­ali si pre­mi­assero i comu­ni che por­tano avan­ti queste espe­rien­ze e solo quel­li che lo fan­no cor­ret­ta­mente, penal­iz­zan­do quel­li che non inten­dono atti­vare pro­ces­si di gov­er­no del ter­ri­to­rio a liv­el­lo di col­lab­o­razione tra più comu­ni.
Anche in questo caso una appli­cazione a maglie strette del Piano Pae­sag­gis­ti­co potrà tute­lare un bene comune a pat­to che l’at­ten­zione sul ter­ri­to­rio non ven­ga a man­care e vengano creati gli Osser­va­tori pre­visti per legge (L.R. 65/2014) e svin­co­lati da ammin­is­tra­tori, politi­ci e impren­di­tori.

3) LE STRUTTURE TURISTICHE E RESIDENZIALI SULLA COSTA
(TENUTA DI RIMIGLIANO in Comune di San Vin­cen­zo — VILLAGGIO PARADU’ in Comune di Castag­ne­to Car­duc­ci)
I casi del­la Tenu­ta di Rim­igliano nel Comune di San Vin­cen­zo e del Vil­lag­gio Tur­is­ti­co Paradù di Dono­rati­co sono emblem­ati­ci del­la debolez­za delle ammin­is­trazioni di fronte a for­ti pres­sioni da parte di impren­di­tori quan­do ven­gono promes­si gran­di inves­ti­men­ti e creazione di numerosi posti di lavoro. I due casi sono anche carat­ter­iz­za­ti dal­la inca­pac­ità di una visione polit­i­ca a lun­go ter­mine: si preferisce il tut­to e subito a cos­to di dis­trug­gere le unic­ità di luoghi per i quali la ric­chez­za del pae­sag­gio è un pat­ri­mo­nio da tute­lare e trasfor­mare con atten­zione per non rischiare di dis­perdere le poten­zial­ità anche eco­nomiche insite nel­la eccel­len­za dei luoghi.
Oggi teori­ca­mente con il Piano Pae­sag­gis­ti­co è dato in mano alle ammin­is­trazioni uno stru­men­to che dovrebbe ridurre i casi macro­scop­i­ci di cat­ti­vo gov­er­no del ter­ri­to­rio anche se gli sfre­gi appor­tati al piano dai par­ti­ti di cen­trode­stra e da parte del­lo stes­so Par­ti­to Demo­c­ra­ti­co rischi­ano di las­cia­re aper­ti trop­pi varchi agli impren­di­tori d’as­salto e alle Ammin­is­trazioni cial­trone.
Le due vicende dimostra­no anche la neces­sità di ren­dere vera­mente oper­ante il Piano Pae­sag­gis­ti­co atti­van­do gli Osser­va­tori pre­visti dal­la Legge svin­colan­doli dagli uffi­ci comu­nali o da per­son­ag­gi di par­ti­to. Inoltre occorre di met­tere a pun­to stru­men­ti che garan­tis­cano una par­ità di dirit­ti dei cit­ta­di­ni di tut­ta la Regione e che rid­u­cano al mas­si­mo i pro­ces­si degen­er­a­tivi di legit­tim­ità rap­p­re­sen­tati da inter­pre­tazioni spes­so con­trad­dit­to­rie. In ques­ta otti­ca è impor­tante met­tere a pun­to velo­ce­mente un testo uni­co di Rego­la­men­to Edilizio che, gra­zie ad una for­mu­lazione chiara e incon­tro­vert­ibile nei con­tenu­ti e nei ter­mi­ni uti­liz­za­ti, evi­ti le inter­pre­tazioni da azzecca­gar­bugli o dis­crim­i­na­to­rie che alcu­ni Comu­ni poco vir­tu­osi amano elab­o­rare.

4) L’AGRICOLTURA
Il Comi­ta­to per Campiglia non si è mai spec­i­fi­cata­mente inter­es­sato dei prob­le­mi del­l’A­gri­coltura se non per quan­to si riflet­te­va sul­la tutela del pae­sag­gio, del­l’am­bi­ente e del pat­ri­mo­nio cul­tur­ale del­la Val di Cor­nia. E’ inter­es­sante però notare come si dia sem­pre grande spazio alle cave e al tur­is­mo e ci si lim­i­ti a par­lare in sot­totono del­la agri­coltura che di fat­to è un fonte di lavoro pri­maria ed ha il ruo­lo fon­da­men­tale di pro­durre ali­men­ti. Inoltre l’a­gri­coltura se ben gesti­ta rap­p­re­sen­ta il pri­mo stru­men­to di tutela e con­ser­vazione del ter­ri­to­rio.
Benché la Val di Cor­nia pro­d­u­ca ver­dure e ortag­gi di pri­ma qual­ità pochi sem­bra­no inter­es­sati a far riconoscere a questi prodot­ti marchi di qual­ità e di tutela che per­me­t­tano di ottenere ricavi più sig­ni­fica­tivi e quin­di radica­men­to alla ter­ra .
Se anal­izzi­amo i bilan­ci dei Comu­ni vedi­amo che per aiu­ti all’a­gri­coltura ven­gono stanziati spic­ci­oli, sal­vo costru­ire Norme di Attuazione e Rego­la­men­ti che nel­la loro inutile com­pli­catez­za rap­p­re­sen­tano un vero peso, anche eco­nom­i­co, per gli agri­coltori.
A liv­el­lo Regionale sarà allo­ra impor­tante impostare le nor­ma­tive nel set­tore agri­co­lo che sem­pli­fichi­no le pro­ce­dure ammin­is­tra­tive e il cari­co buro­crati­co, che con­sid­eri­no gli agri­coltori tutori del suo­lo, e come tali da aiutare eco­nomi­ca­mente, che facil­iti­no il ritorno all’a­gri­coltura, che impedis­cano l’ab­ban­dono dei ter­reni e ne facil­iti­no il recu­pero con inves­ti­men­ti nel cam­po delle irrigazioni, nel­la scelta e pro­mozione delle colti­vazioni più idonee alle carat­ter­is­tiche dei ter­reni e nel­la pro­mozione di marchi di qual­ità.

Comi­ta­to per Campiglia, Arch. Alber­to Pri­mi

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