Ci parlano con Jindal? Leggono ciò che firmano?
PIOMBINO 24 marzo 2019 — Cominciamo a dire che sarebbe ora di iniziare a pensare di consolidare un’azienda, Jindal, che ci sta provando, un colosso dell’acciaio non un investitore estemporaneo calato chissà da dove e chissà perché. Il lavoro arriva attraverso un interlocutore forte, un privato che investe, basta con i termini ottocenteschi del “padrone”. L’investimento al treno rotaie deve essere sostenuto in tutte le sedi, un investimento da trenta milioni non può essere derubricato con: “ bisogna verificare la rispondenza del progetto — perché, di fatto, il treno rotaie rimarrebbe lì dov’è — con le previsioni dell’Accordo di programma 2018”. Certo è che il territorio deve avere le idee chiare, il Comune non si era accorto che non ci sarebbe più stato l’agroalimentare? Che la variante Aferpi, propedeutica ad Aferpi, forse non lo era più per Jindal e per Piombino? Abbiamo visto come il Comune, attraverso una recentissima variante, abbia fatto alla svelta a infilare in Colmata un impianto di trattamento di rifiuti pericolosi. A questo punto, con questo scivolone urbanistico, visto il cadere dalle nuvole dell’amministrazione, che ha generato gli appelli dei sindacati, ci chiediamo se il Comune dialoga con l’azienda Jindal. Chi amministra dovrebbe tenere un filo conduttore continuo con la fabbrica, un rapporto paritetico che guarda al territorio, verso tutti i cittadini, cercando di indirizzare la stessa fabbrica verso questo paradigma, cosa già fatta in anni passati quando la stessa investiva anche in opere pubbliche. Questa è l’ennesima grande responsabilità che il PD si carica sulle spalle. Ci auguriamo che in questo scorcio di consiliatura, dove si sono affannati a fare i giornalini divulgativi a spese dei cittadini, trovino anche il tempo per un’importantissima variante come quella richiesta da Jindal.