Ciclabile: poco interesse pubblico e molto privato

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PIOMBINO 19 mag­gio 2019 — “A pen­sar male si fa pec­ca­to, ma spes­so si indov­ina”, era soli­to affer­mare il “Divo” Giulio Andreot­ti, ripren­den­do un aforis­ma attribuito a Papa Pio XI. E lui di pec­ca­to si inten­de­va abbas­tan­za. Se anche noi doves­si­mo pen­sar male, di sicuro avanz­erem­mo più di un lecito dub­bio in mer­i­to al trac­cia­to pre­vis­to per la pista cicla­bile che dovrebbe essere costru­i­ta tra il Resort di Pog­gio all’Ag­nel­lo a il pri­mo parcheg­gio di Barat­ti. I dub­bi innanzi tut­to si riferiscono alla reale util­ità pub­bli­ca del­l’­opera, util­ità molto opin­abile vis­to che non unirebbe, almeno nelle par­ti fino a questo momen­to approvate, soltan­to il Resort alla spi­ag­gia, attra­ver­san­do la via del­la Principes­sa, e non preved­erebbe anco­ra la bretel­la tra Pop­u­lo­nia Stazione e il Resort stes­so. Che util­ità pub­bli­ca c’è se gli abi­tan­ti di Pop­u­lo­nia Stazione non vi pos­sono accedere e sarebbe soltan­to uti­liz­za­ta dai cli­en­ti del Resort? Cat­a­log­a­r­la come opera di pub­bli­ca util­ità servirebbe uni­ca­mente alla Pub­bli­ca Ammin­is­trazione per pro­cedere agli espro­pri dei ter­reni agri­coli sui quali la nuo­va pista cicla­bile andrebbe ad insis­tere e a gius­ti­fi­care l’im­peg­no eco­nom­i­co (solo parziale) dei pro­pri­etari del Resort nel­la costruzione del­la pista stes­sa, impeg­no eco­nom­i­co che sarebbe stor­na­to dal­la ingente som­ma di oneri di urban­iz­zazione che i pro­pri­etari dovreb­bero ver­sare al Comune a segui­to del­la vari­azione di des­ti­nazione d’u­so di molti mini – appar­ta­men­ti. Insom­ma, per essere sin­teti­ci, il Resort non verserebbe questo denaro per ris­ar­cire la comu­nità ma per costru­ire un’­opera fun­zionale al Resort. Per quan­to riguar­da poi gli espro­pri sud­det­ti, questi andreb­bero pesan­te­mente a dan­neg­gia­re molte pic­cole aziende agri­cole del­la zona, che, essendo pic­cole aziende a con­duzione pres­soché famil­iare, vedreb­bero ridurre la pro­pria super­fi­cie coltivabile con la con­seguente perdi­ta del­lo sta­tus di azien­da agri­co­la e dunque dei con­tribu­ti e delle agevolazioni des­ti­nate ad aziende di questo tipo. La pista cicla­bile inoltre è sta­ta prog­et­ta­ta con inso­lite e spro­porzion­ate dimen­sioni di car­reg­gia­ta, medi­a­mente di quat­tro metri ed in alcu­ni pun­ti fino a nove, dimen­sioni che fan­no ritenere che potrebbe essere uti­liz­za­ta non solo da bici­clette e pedoni, ma anche da mezzi navet­ta o treni­ni. Lo stra­no e gigan­tesco trac­cia­to del­la pista inoltre prevede un incom­pren­si­bile e molto ris­chioso attra­ver­sa­men­to del­la attuale rota­to­ria del­la Via del­la Principes­sa, da rego­lare con un semaforo a chia­ma­ta, e tut­to questo ci fa forte­mente dubitare che pos­sa garan­tire la nec­es­saria sicurez­za di ciclisti e pedoni, vista l’al­ta den­sità di traf­fi­co che insiste, sopratut­to nei mesi estivi, su quel trat­to di stra­da, Ma dunque non esiste un’al­ter­na­ti­va a questo cervel­loti­co, inva­si­vo, cos­toso e sovradi­men­sion­a­to trac­cia­to? Cer­to che esiste, vis­to che più o meno due anni fa lo stes­so Quartiere Pop­u­lo­nia – Barat­ti, coin­volto in un per­cor­so parte­ci­pa­to utile alla stesura del PUMS, ave­va indi­vid­u­a­to un per­cor­so molto più sicuro ed anche molto meno cos­toso ed impat­tante, per­cor­so che real­mente sarebbe risul­ta­to utile alla comu­nità del quartiere ed anche ai tur­isti pre­sen­ti in zona. Tale per­cor­so sarebbe par­ti­to dal­la Stazione di Pop­u­lo­nia (e quin­di avrebbe anche rap­p­re­sen­ta­to un impor­tante pun­to di scam­bio treno – bici e di riv­i­tal­iz­zazione per la stazione stes­sa e per il cen­tro abi­ta­to) e costeggian­do il viale che por­ta alla Principes­sa si sarebbe rial­lac­cia­to ad una delle strade bianche già pre­sen­ti sul lato oppos­to del­la Principes­sa e pros­eguen­do avrebbe con­dot­to non fino al pri­mo parcheg­gio, come quel­lo pre­vis­to dal­l’am­min­is­trazione comu­nale, ma sarebbe sfo­ci­a­to più in là, più o meno all’al­tez­za del­la scuo­la di vela. Tale trac­cia­to è sta­to total­mente igno­ra­to, anche se vi era­no sta­ti impeg­ni non for­mali di pre­sa in con­sid­er­azione da parte degli asses­sori com­pe­ten­ti, e si è pen­sato di pro­cedere con un prog­et­to total­mente invi­so al quartiere, ma prob­a­bil­mente ben vis­to dai pro­pri­etari del Resort. Come Rifon­dazione Comu­nista rite­ni­amo che si trat­ti del­l’en­nes­i­ma vari­ante urban­is­ti­ca “ad azien­dam” fat­ta per il bene di pochi a dan­no di molti e mes­sa in atto per favorire il pri­va­to a dis­capi­to del pub­bli­co. Pen­si­amo dunque che si deb­ba rivedere total­mente il prog­et­to, riva­l­u­tan­do invece il prog­et­to del quartiere, molto più bel­lo, eco­nom­i­co e di buon sen­so. Pen­si­amo che sia nec­es­sario affi­an­care al trac­cia­to del­la cicla­bile pre­vista dal quartiere il prog­et­to di un attra­ver­sa­men­to del­la via del­la Principes­sa con sot­topas­so, per la costruzione del quale pos­sono essere uti­liz­za­ti gli oneri di urban­iz­zazione dovu­ti da Pog­gio all’Ag­nel­lo all’am­min­is­trazione. Pen­si­amo inoltre che sia fon­da­men­tale oper­are al fine di dotare non soltan­to quel ter­ri­to­rio, ma tut­to il ter­ri­to­rio di Piom­bi­no di ulte­ri­ori per­cor­si tur­is­ti­ci alter­na­tivi, utili per attiv­ità di trekking o ciclo­tur­is­mo, recu­peran­do molte delle antiche strade rurali e vic­i­nali, come pre­vis­to del resto dal vec­chio piano strut­turale d’area redat­to da Vezio De Lucia, uno splen­di­do piano strut­turale che ave­va come filosofia por­tante quel­la del min­i­mo con­sumo di suo­lo, del recu­pero e riva­l­u­tazione del­l’e­sistente, nel rispet­to del pae­sag­gio e del­la eco sosteni­bil­ità, piano strut­turale trop­po spes­so in questi anni dis­at­te­so e tal­vol­ta addirit­tura calpes­ta­to. Il nos­tro ter­ri­to­rio è com­p­lesso, bel­lis­si­mo e frag­ile, e si può pen­sare di fare turi­amo soltan­to se lo trat­ti­amo con rispet­to, amore ed atten­zione.

Rifon­dazione Comu­nista Piom­bi­no

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