Cinque a confronto per la poltrona di sindaco
PIOMBINO 28 aprile 2018 — Che ci fosse attesa non c’era dubbio e, se occorreva una conferma, è arrivata dal pubblico presente al Torrione per il primo confronto tra i cinque candidati sindaci al Comune di Piombino.
Le elezioni amministrative del 26 maggio rappresentano un evento che la città vive con particolare partecipazione. Si avverte, per la prima volta dopo decenni, l’aria di una possibile svolta. Ne consegue che chi ha a lungo mantenuto il potere schiera ogni strumento lecito per difendere ciò che per anni ha sentito suo senza possibili avversari. E ne consegue anche che, chi è poco soddisfatto del vecchio andazzo venga stimolato dalla possibilità di una condizione nuova.
Ivio Barlettani, direttore del periodico Costa Etrusca, decano e vecchio volpone dei giornalisti locali, ha fiutato l’aria inedita e, per primo tra tutti gli organi di informazione, ha dato vita al confronto tra i cinque candidati in gara per la poltrona di sindaco: Fabrizio Callaioli per “Rifondazione, comunista”, Francesco Ferrari indicato dalle liste “Ferrari sindaco”, “Ascolta Piombino”, “Lavoro & Ambiente”, “Per Ferrari sindaco (Forza Italia e Fdi), Fratelli d’Italia, Lega)”, Stefano Ferrini di “Spirito Libero”, Daniele Pasquinelli per il Movimento 5 stelle e Anna Tempestini sostenuta da “Futuro a sinistra”, “Anna per Piombino” e lista Pd.
Semplice e molto “par condicio” la formula scelta dalla rivista: cinque domande alle quali, nello spazio fissato in tre minuti a testa, i candidati sono stati chiamati a far conoscere il proprio pensiero. Infine un supplemento di quattro minuti a oratore per una sintetica illustrazione del programma elettorale delle singole liste.
Prima domanda:
“Siderurgia, un commento sulla nuova gestione Jindal, un commento su ArcelorMittal che è diventato di nuovo La Magona”.
L’esigenza di una ripresa della produttività per quanto riguarda l’acciaio è stata sostenuta in modo consensuale con la sostanziale fiducia nell’imprenditore indiano del quale comunque si reclamano i piani industriali. Anche sulle bonifiche, sia pure con qualche diversificazione, c’è stato un accordo se non altro per offrire spazi alle iniziative della piccola e media impresa (Ferrari in particolare che ha addirittura invocato una variante “Variante Aferpi al contrario”. La Tempestini, dal canto proprio, ha reclamano un impegno concreto del governo “assente da undici mesi”. Essenziale per Ferrini la realizzazione dei due forni elettrici.
Seconda domanda:
“Porto, nautica e turismo cosa rappresentano per la nostra città?”
Attenzione da parte di Pasquinelli sul piano portuale da completare e sull’autorità di sistema che penalizza Piombino. Indice puntato da parte di Ferrari sul comitato di gestione nel quale Piombino ha bisogno di una forte presenza politica. Sottolineatura della Tempestini sul già fatto al porto e sulla necessità delle banchine pubbliche e sull’operatività funzionale delle strutture. Tavolo di concertazione e collegamento adeguati con la Sardegna per Ferrini. Secondo Fabrizio Callaioli il porto è sottoutilizzato: nella nuova organizzazione Livorno fa la parte del leone e c’è necessità di valorizzare il lavoro delle esperienze locali.
Su Salivoli il no all’ampliamento di Pasquinelli e Callaioli ed sì di Ferrini (bus navetta per il centro).
Per il turismo molte indicazioni accompagnate al verbo “valorizzare”. Un’attenzione in particolare sulla società dei Parchi (Ferrari: “Non basta svuotare i parchimetri”).
Terza domanda:
“Un commento su RIMateria, la discarica della discordia”
La Tempestini, auspicando i necessari controlli, ha puntato su un “piano industriale serio” e sull’economia circolare con il riuso. Un no unanime al raddoppio a Ischia di Crociano è arrivato dagli altri, con Ferrari che ha proposto una riqualificazione e non uno stoccaggio nel trattamento dei rifiuti, indicando tra gli strumenti una variante per superare la classificazione urbanistica F6 su cui poggia il raddoppio della discarica. Ferrini ha indicato i rifiuti “solo della Val di Cornia”, Callaioli si è detto convinto della necessaria revisione del piano regionale e Pasquinelli della ripubblicizzazione dell’azienda.
Quarta domanda:
“Come saranno, secondo lei, i rapporti con gli altri Comuni del territorio?”
In vero non molti i distinguo sulla necessità di operare in sinergia nel comprensorio. La sovracomunalità è stata considerata da tutti come essenziale per lo sviluppo della vallata con una sottolineatura (Ferrari in particolare) per la “svendita” dell’ospedale di Villa Marina che “perde pezzi ogni giorno”. Ferrini ha indicato il possibile ruolo efficace della rete di imprese, la riorganizzazione della società dei parchi e una puntuale concertazione. Callaioli, rimpiangendo il vecchio “Circondariario”, inopinatamente smontato, è andato anche oltre la Val di Cornia richiamando responsabilità regionali in una politica che superi i confini dei singoli territori comunali. Pasquinelli ha indicato come obbligo perseguire quella sovracomunalità che, nonostante le amministrazioni fossero addirittura quasi tutte dello stesso colore, è stata disattesa negli anni scorsi.
Quinta domanda:
“In caso di ballottaggio, a chi andrà la vostra preferenza?”
In questo caso quasi tutti se la sono cavata sostenendo una cosa ovvia per un partecipante alla competizione elettorale: “Io sono qui per vincere”.
La Tempestini che ha raccolto applaudi indicando “Mai con le destre”.
Ferrari ha puntato sui valori “che non sono quelli delle etichette politiche” e ha indicato, dopo 70 anni, il bisogno di cambiamento “che farebbe bene anche al Pd”.
Callaioli ha preso a riferimento il programma e ha indicato “porte aperte” con le forze politiche con cui possono essere individuati punti di contatto. Pasquinelli ha sottolineato che parlare di alleanza per il ballottaggio significa, a questo punto, parlare di gestione, ovvero inopportunamente di incarichi. Ferrini ha posto l’accento su una situazione da “caduta del muro di Berlino” e quindi tutta da valutare, “senza preclusioni”, al momento dell’eventuale ballottaggio .
Il finale
Negli interventi di quattro minuti sui programmi i candidati hanno avuto chiare difficoltà, per la ristrettezza dei tempi, a sviluppare i punti dei loro programmi. Le indicazioni si sono quasi sempre esaurite in un elenco di indicazioni senza grandi approfondimenti che potessero andare oltre i concetti espressi nelle risposte alle cinque domande.
Fotogallery di Pino Bertelli sul confronto dei candidati sindaci