Cittadini indifesi di fronte ai disservizi della sanità
PIOMBINO 13 luglio 2018 — Il 19 febbraio 2018 ho eseguito un’agobiopsia tiroide ecoguidata, presso l’ambulatorio endocrinologico che un pomeriggio a settimana riceve i pazienti a Piombino. Dopo 5 mesi, non avendo ricevuto nè referto nè comunicazione alcuna, mi sono rivolta all’ambulatorio di Villamarina per avere chiarimenti: il personale, con cortesia e professionalità, si è scusato per il disservizio esonerandosi (legittimamente) da ogni responsabilità, in quanto semplice tramite di un servizio gestito a Livorno. Premetto che l’ambulatorio di endocrinologia di Livorno ha un recapito telefonico che è attivo solo per un’ora al giorno: prima e dopo risponde una segreteria telefonica. Ho provato a parlare con un operatore per un numero indefinito di volte senza risultato (appena scatta l’attivazione del numero il segnale è perennemente quello dell’occupato, dato che in quel breve lasso di tempo si concentrano tutte le telefonate). Questa mattina, a distanza di 5 mesi, sono stata contattata da un operatore del nostro locale ambulatorio, il quale mi ha comunicato che è arrivata la risposta da Livorno, dove è scritto che il prelievo non è andato a buon fine per cui devo ripresentarmi (presumo per ripetere l’agoaspirato). Questo referto è stato scritto il 6 marzo. Le considerazioni da fare sarebbero molte, a partire dalla fretta con cui le visite e gli esami vengono eseguiti. Ma dover aspettare 5 mesi per avere la risposta di un esame delicato, sul cui esito possono sussistere molti timori, mi sembra davvero eccessivo. Parlare semplicemente di disservizio, a questo punto, risulta riduttivo. La riorganizzazione del servizio sanitario territoriale, ispirata solo a criteri di riduzione della spesa, sta creando disagi crescenti ai cittadini e criticità sempre più manifeste.