Coerenza e trasparenza non abitano in Comune
PIOMBINO 21 gennaio 2019 — Facciamo chiarezza: nel corso della vergognosa riunione del consiglio comunale di Piombino dell’11 gennaio 2019 è stato possibile appurare due cose:
- la prima, che al di là delle parole e delle promesse, non si è voluto dare seguito al preciso impegno preso prima dai sindaci soci della SpA RIMateria, poi dallo stesso consiglio comunale di Piombino perché fossero eseguiti dei carotaggi atti a scoprire se qualche rifiuto pericoloso è finito in discarica (abbiamo spiegato in altre occasioni i motivi che lo fanno supporre),
- la seconda, che il comportamento dell’amministrazione comunale è stato tutto fuorché trasparente.
Nel consiglio comunale di Piombino del 29 novembre 2018 ci avevano concesso 60 giorni di tempo prima di firmare per la cessione definitiva del secondo lotto del 30% delle quote, per consentirci di fare ricorso al giudice contro la bocciatura del referendum. Abbiamo quindi presentato ricorso innanzi al Tribunale ordinario di Livorno la cui prima udienza è fissata il 24 gennaio alle ore 8,45.
Durante il consiglio comunale dell’11 gennaio 2019 è stato consegnato alle forze di opposizione un parere legale rilasciato da uno studio legale di Pisa che, alla precisa richiesta del presidente di RIMateria, afferma:
- “pertanto ad aggiudicazione provvisoria avvenuta, la sopraddetta libertà di RIMateria di non dare seguito agli adempimenti necessari per il perfezionamento dell’aggiudicazione, non può essere ritenuta esente dal serio rischio di gravi responsabilità contrattuali e precontrattuali”.
Forti di questo parere, la giunta comunale e il sindaco affermano che ormai, giunti a questo punto, non sia più possibile sospendere la vendita.
Ci teniamo a sottolineare che si tratta, appunto, di un parere che un avvocato interpellato da una delle parti ha rilasciato proprio al fine di cercare appigli giuridici che consentano alla suddetta parte di far pendere la bilancia nella direzione che più gli conviene. Il nostro ordinamento funziona così: il mestiere degli avvocati è proprio quello di trovare interpretazioni del diritto che siano favorevoli agli interessi dei loro clienti e di motivare, sulla base di quelle, le ragioni dei loro assistiti. Ma sta al giudice e solo al giudice stabilire quale delle due interpretazioni (di solito opposte, o non ci sarebbe motivo di andare davanti a un giudice) è da intendersi come corretta in quello specifico caso.
Restiamo dunque sbigottiti di fronte a questo ennesimo tentativo di forzatura da parte dell’amministrazione. A quanto ci risulta, finché il consiglio di amministrazione di Asiu non provvederà alla ratifica del contratto, la vendita non c’è.
La scelta di ratificare o meno il contratto di vendita spetta esclusivamente all’assemblea dei soci Asiu e tale volontà non è in alcun modo limitata dagli atti fino ad oggi prodotti, contrariamente a quanto sostiene il parere giuridico prodotto da RIMateria.
Ad oggi le quote a Navarra non sono state vendute ed è tutto da dimostrare che, in caso di mancata vendita, essa potrà richiamare RiMateria a delle (e a quali?) responsabilità precontrattuali.
Confermiamo pertanto le nostre richieste:
- i sindaci provvedano a mettere in atto tutte le azioni per effettuare i carotaggi,
- si aspetti il giudizio del Tribunale sul referendum, l’unica proposta per garantire il rispetto della democrazia.
Per quanto riguarda il comportamento politico, non c’è bisogno di commenti: ognuno giudichi da sé.
Comitato di Salute Pubblica Piombino — Val di Cornia
(Foto di Pino Bertelli)