Colline metallifere e Val di Cornia unite nella sanità
SUVERETO 6 febbraio 2015 — In queste settimane si fa un gran parlare della necessità di una nuova organizzazione dei servizi sanitari ospedalieri fino ad esaltare la necessità di un accordo tra gli ospedali di Cecina, Piombino e l’Elba, perché solo così — dicono — potremo garantire servizi adeguati ai bisogni della gente. Confesso che sono molto perplesso di fronte a questa impostazione, perché di fatto si riconosce una debolezza dei servizi ospedalieri di queste tre aree e si pensa che mettendole insieme si faccia una forza. Purtroppo in questi anni abbiamo visto un decadere sempre in basso delle prestazioni sociali e sanitarie, non solo ospedaliere ma soprattutto sui territori, di fatto si è sempre più concretizzato il sospetto che la diminuzione di risorse da spendere fosse il derivato dell’aver piegato la politica socio-sanitaria della provincia verso un progetto che doveva vedere a Livorno un grande e nuovo ospedale.
Ritengo che sarebbe utile una maggiore attenzione alla programmazione delle politiche sanitarie, forse anche i novelli programmatori dovrebbero accorgersi che tale programmazione non può essere disgiunta dalle politiche sociali, e che tutti gli interventi ed i programmi che si dovrebbero fare dovranno avere l’obbligo della unitarietà di visione programmatica e soprattutto dovrebbe essere chiaro che l’unica soluzione è quella che l’ospedale torni ad essere al servizio del territorio, oggi è esattamente l’inverso. Quello che più trovo debole è la diagnostica che dovrebbe dare risposte all’altezza dei bisogni, anche in termini qualitativi, eliminando concretamente le lunghe e dannose attese, per indirizzare bene verso le eccellenze socio-sanitarie che esistono e debbono essere valorizzate.
Purtroppo invece si assiste a proposte per portare a tre il numero delle ASL ed hanno intenzione di farlo sulla testa della gente, mi permetto di avere convinzione che i cittadini meritano una maggiore attenzione, ed i sindaci dovrebbero essere chiamati a dare risposte adeguate, dopo giusti confronti con i cittadini e dietro presentazione di chiari programmi su quello che sarà la nuova politica socio-sanitaria. Invece tutto si staglia all’orizzonte, si parla di tecnici che dovranno garantire, ma vorrei fosse chiaro che è la politica che deve dare garanzie, e nessuno può far finta di niente, troppo spesso abbiamo assistito agli interessi partigiani non della salute dei cittadini.
Una maggiore riflessione comunque è auspicabile, perché l’interesse della politica dovrebbe essere quello di garantire il meglio possibile con la minore spesa possibile, ma per questo sia chiaro che la nostra capacità di programmazione e di visone del domani non può che passare dal concepire una diminuzione del numero degli ospedali e noi il futuro lo potremo avere se uniamo le forze con le Colline Metallifere e prevediamo un solo plesso ospedaliero con la nostra Val di Cornia. Il resto è poesia e la mia paura è che siano poemi amari se non impariamo a guardare davanti a noi con sguardo lungo e ragionato, superando gli sciocchi confini amministrativi che la politica ha detto non esistere più.
Walter Gasperini